La Barings Bank, fondata nel lontano 1762, era la più antica merchant bank di Londra. In passato era considerata come la tesoreria della monarchia britannica, per il ruolo che aveva svolto nel corso dei secoli; in particolare, durante la Seconda guerra mondiale fu utilizzata per liquidare gli asset del governo britannico al fine di finanziare lo sforzo bellico. Nel Dopoguerra la sua importanza ed il suo peso politico diminuirono, ma rimase comunque uno dei più grandi attori sul mercato, almeno fino a quando non si presentò alla sua porta Nick Leeson.
Questo nome sarà sconosciuto ai più, ma si tratta del trader le cui azioni provocarono il fallimento della Barings Bank. Nel 1989, dopo due anni di esperienza alla Morgan Stanley, Nick Leeson passò alla Barings Bank e, grazie alla sua abilità, ben presto fu nominato manager per le operazioni aventi ad oggetto futures sul mercato monetario di Singapore. Nel 1992 iniziò a compiere azioni non autorizzate dai suoi superiori, azioni che però si rivelarono molto proficue e lo spinsero così a continuare, assumendo sempre maggior rischi.
Tuttavia, ben presto iniziarono anche le perdite, che venivano occultate ai superiori e agli organi di vigilanza su un conto segreto, denominato Account Error 88888. Questo conto inizialmente non venne scoperto in quanto Leeson ricopriva la duplice funzione di trader manager e responsabile della contabilità del back office, riuscendo così a falsificare i rapporti che inviava periodicamente ai suoi superiori. Le perdite in soli 2 anni toccarono la cifra di 208 milioni di sterline.
Il disastro provocato da Leeson
Per ridurre le perdite, nel 1995 assunse un’ingente posizione al rialzo sul Nikkei, segmento della borsa giapponese, tramite l’utilizzo contemporaneo di futures ed opzioni per sfruttare il più possibile l’effetto leva. Tuttavia il 17 gennaio 1995 l’Asia fu scossa dal violento terremoto di Kobe che fece crollare il mercato e, ovviamente, le speranze di recupero delle perdite (il giorno precedente al terremoto aveva addirittura incrementato la posizione rialzista andando contro il trend ribassista in atto). Leeson scommise allora su una pronta ed immediata reazione al rialzo del mercato, aprendo posizioni sempre più rischiose, ma le perdite non fecero altro che aumentare inesorabilmente, visto che il mercato non reagì come egli si aspettava. Inoltre tra il 1993 e il 1994 aveva assunto posizioni corte in straddle (una strategia che prevede il contemporaneo acquisto o la vendita di un’opzione put e di una call con medesimo strike price e stessa scadenza), confidando non solo nel trend positivo del mercato, ma anche sulla sua bassa volatilità, che invece crebbe provocando un incremento delle perdite, già rilevanti.
Le perdite complessive della Barings Bank raggiunsero l’incredibile cifra di 827 milioni di sterline, ovvero oltre 1.4 miliardi di dollari: diventò dunque impossibile continuare a nasconderle. Per tale motivo, Leeson fuggì prima in Malesia, poi in Brunei ed infine in Germania, dove poco dopo fu arrestato ed estradato a Singapore. Qui venne condannato a scontare 6 anni e mezzo di carcere per frode e manomissione di documenti, venendo rilasciato però nel 1999 per motivi di salute.
La Barings Bank fu dichiarata insolvente il 26 febbraio 1995, volatilizzando i risparmi di molti azionisti ed obbligazionisti, e fu acquistata alla cifra simbolica di una sterlina dalla Internationale Nederlanden Groep (ING); si concluse così, dopo oltre 233 anni, la sua gloriosa storia.
Il fallimento della Barings Bank destò scalpore in tutto il mondo, dal momento che la Banca godeva di un’ottima reputazione. Le cause del fallimento furono attribuite alla mancanza di internal audit e controlli esterni, nonché alle dimensioni delle posizioni speculative aperte. Questo drammatico evento portò Singapore, per prevenire un nuovo incidente, ad emanare il Futures Trading Act, con lo scopo di monitorare le attività dei trader operanti nella vendita di contratti futures.