La Ferragamo oggi conta 4183 dipendenti, un fatturato annuo di 1 miliardo e 393 milioni di euro, con 677 punti vendita in tutto il mondo. Come si è riusciti ad arrivare a questo punto?
Nascita e crescita di un mito italiano
Salvatore Ferragamo fondò nel 1927 al civico 57 di Via Mannelli, a Firenze, la società Calzaturificio Ferragamo & C. Ferragamo. Tuttavia, non si trattava della sua prima esperienza imprenditoriale.
Salvatore Ferragamo
Dopo aver imparato l’arte di calzolaio in Iripinia, a Bonito, provincia di Avellino, Salvatore Ferragamo era partito, nel 1914, per gli Stati Uniti d’America. Negli States aveva lavorato a Boston ed in California, a Santa Barbara ed Hollywood. Aprì prima un negozio di riparazione di calzature, poi uno che si occupava di produrre scarpe su misura. In breve tempo, per il calzolaio italiano si era realizzato l’American Dream. Il suo “Hollywood Boot Shop” divenne il negozio delle celebrities. Salvatore divenne noto come “il calzolaio delle stelle”, annoverando tra i suoi clienti anche Rodolfo Valentino.
La nascita della Ferragamo
Ritornato in Italia, Ferragamo decise di aprire un negozio di produzione e rivendita di scarpe da donna destinate, almeno in un primo tempo, solo all’esportazione in America.
Complice la crisi del ’29 e una gestione non troppo oculata, nel 1933 Salvatore Ferragamo dichiarò bancarotta. Nel giro di qualche anno, però, l’imprenditore riuscì a mettere in sesto la sua azienda, puntando sull’innovazione e sulla qualità. Furono 368 i brevetti ottenuti tra il 1929 e il 1960 dalla Ferragamo, a dimostrazione dell’incessante lavoro di ricerca e sviluppo e della volontà di migliorarsi.
La spinta sull’innovazione con la capacità di rispondere alla crescente richiesta del mercato – 350 paia di scarpe al giorno prodotte dai 700 artigiani a libro paga – permisero all’azienda una rapida espansione. Nel 1938 Ferragamo acquistò Palazzo Spini Feroni, a Firenze, antica residenza nobiliare al centro della città, ed aprì un negozio a Roma, uno a Londra e nel, 1948, uno a New York.
Il successo imprenditoriale per Salvatore Ferragamo andò di pari passo con quello personale. Come racconta il “The Guardian”, l’incontro con la sua futura moglie, Wanda Miletti, che sposò meno di un anno dopo, fu come quello di una fiaba. Di ritorno a Bonito per un evento di beneficenza, Salvatore fece provare un nuovo paio di scarpe a Wanda, allora diciassettenne e figlia del sindaco, e da quel momento non se ne separò più. Il matrimonio si rivelò vincente, non solo dal punto di vista personale dei coniugi ma per tutta l’azienda. Quando infatti Salvatore morì, nel 1960, le redini della società furono prese dalla vedova Wanda.
Ferragamo fino ad oggi
L’amministrazione della signora Wanda
Il regno di Wanda Miletti vide l’introduzione di nuovi prodotti, nel 1965 le borse, nel 1970 la linea maschile, nel 1998 gli occhiali e nel 2001 le fragranze. Questo portò ad una crescita verticale dell’azienda, che nel 1989 approdò ad Hong Kong e nel 1994 a Shanghai.
La società oggi
Oggi Ferragamo S.p.a, la casa madre e holding del gruppo, è a capo di un conglomerato che conta 32 società subsidiaries in tutto il Mondo. La società può vantare un valore di mercato di 3 miliardi e mezzo. Nel 2006 Ferruccio Ferragamo prese il posto della madre alla presidenza, mentre oggi il ruolo di amministratore delegato è occupato Micaela Le Divelec Lemmi.
La società in cifre
La famiglia Ferragamo detiene le quote di maggioranza della società con oltre il 60% delle azioni. Il resto è sul mercato, dove la società è sbarcata nel 2011. Il 5,99% è nelle mani di Peter Woo, miliardario cinese con 10.5 miliardi di patrimonio, che è a capo della Majestic Honour Limited.
La quotazione in Piazza Affari
La quotazione a Piazza Affari, il 29 giugno 2011, ha previsto l’immissione in borsa di azioni già esistenti, portando guadagni per 336 milioni agli azionisti venditori. Nonostante un andamento altalenante, i titoli della società hanno registrato una grande crescita dalla quotazione. Nel 2011 un’azione costava intorno ai 9 euro, mentre oggi ne vale circa 21.
Le entrate dell’azienda
La “ricchezza” di Ferragamo dipende in larga parte dal comparto retail – la società conta 407 punti vendita a gestione esclusiva – dalle calzature, che rappresentano il 42,4% del fatturato per prodotto, e dall’Asia, da cui proviene quasi il 48% dei ricavi.
Il futuro, tra innovazioni e insidie
Lo sguardo al futuro della società non può non dipendere da ciò che è stato ma non può nemmeno dimenticarlo. È per questa ragione che uno dei nuovi prodotti, il Rainbow Future, sia al tempo stesso un’innovazione ed un prodotto reinventato dal passato. È nuovo e innovativo perché è realizzato con materiali e attraverso un processo produttivo sostenibile (zeppa in legno, cotone organico, packaging biodegradabile, lavorazione a mano e senza consumo di anidride carbonica o acqua). Allo stesso tempo è una reinterpretazione di un prodotto del 1938.
Lo sguardo a ciò che è stato vale anche dal punto di vista societario e della qualità del prodotto.
Nonostante la dipartita della signora Wanda, stando a quanto hanno affermato gli eredi, la Ferragamo rimarrà alla famiglia di cui prende il nome. Intervistato ad Aprile scorso da Il Sole 24 Ore, Ferruccio Ferragamo, presidente della società, aveva affermato:
“Il gruppo Ferragamo non è mai stato, non è e non sarà in vendita. E sia chiaro che non è un problema di prezzo: non vendiamo né a 1 né a 10. Su questo c’è pieno accordo in tutta la famiglia. In famiglia siamo tutti parenti, in azienda siamo manager o dipendenti. La regola può apparire rigida, ma così si tutela l’impresa e anche l’armonia della famiglia”.
Un aspetto essenziale per l’azienda di moda è la conservazione della qualità del prodotto, e quindi la tutela del marchio. Solo nel 2017 l’azienda è riuscita a far rimuovere circa 69mila offerte online che promuovevano prodotti contraffatti.