Salvatore Ferragamo SpA è a capo del Gruppo Ferragamo ed è uno dei principali player del mercato del lusso, piazzandosi alla 36° posizione nel più recente ranking di Deloitte “Global Powers of Luxury Goods Top 100”. Le sue origini risalgono al 1927 ed incentra il core business su creazione, produzione e vendita di prodotti quali calzature, abbigliamento, articoli in seta e profumi, il tutto rigorosamente made in Italy. Il Gruppo si avvale di negozi di proprietà e distribuisce sul mercato attraverso spazi gestiti da terzi e con l’ausilio di “department store” e “speciality store” di alto livello. Complessivamente, la struttura distributiva è estesa in 90 Paesi nel mondo.
Tod’s SpA opera ugualmente nel settore del lusso dagli inizi del 900, quando fu fondata da Filippo Della Valle, e specializza le proprie attività nella stessa fetta di mercato del Gruppo Ferragamo, producendo e distribuendo dunque identiche categorie di beni. Il Gruppo si trova alla 45° posizione nella classifica precedentemente citata e possiede marchi di proprietà come Tod’s, Hogan, Fay e Roger Vivier, i quali effettuano le proprie vendite sfruttando negozi fisici ma non mancando dell’utilizzo dell’e-commerce. Nel comparare i 2 pool societari, il nostro studio è supportato quantitativamente da dati di bilancio derivanti dalle relazioni di gestione e prenderà in analisi gli anni 2017, 2018 e 2019, soffermerndosi in prima battuta sul settore di riferimento con l’aiuto delle 5 forze di Porter. Si approfondiranno le Brand Strategy dei 2 competitors, passando poi a fattori patrimoniali-economici e concludendo con un focus riguardante alcune caratteristiche dei titoli azionari dei Gruppi.
Il contesto del settore
Secondo il Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2020 di Deloitte, il mercato dei beni di lusso si conferma molto attraente per gli investitori nonostante la crisi del COVID19 in quanto crescerà potenzialmente del 2% all’anno fino al 2025. Inoltre, nel solo 2019, si contano 115 operazioni di Merger & Acquisitions, sintomo di buona salute dell’industria. Risulta quindi interessante notare come i 2 Gruppi oggetto di analisi operino in un settore in crescita, elemento di traino per i risultati economico-finanziari.
Le holding possono considerarsi al sicuro dalla concorrenza viste le forti barriere all’entrata. Inoltre, si evince che saranno la fidelizzazione del cliente e l’identità del brand a determinare l’acquisizione di quote di mercato.
Brand Strategy
Considerato il settore, non si può mancare di esaminare la Brand Strategy, fonte fondamentale di vantaggio competitivo quando si parla di beni di lusso.
Nonostante i rapporti elevati di Ricavi/Brand per Ferragamo, l’incidenza del brand sul CIN risulta deludente rispetto al competitor. Dato il trend crescente degli investimenti in marchi di Tod’s, possiamo concludere che quest’ultimo insista con tale strategia per mantenere un livello di notorietà alto. La grande differenza fra le incidenze degli investimenti è anche sicuramente figlia dal fatto che il Gruppo Tod’s comprende al suo interno anche i marchi Hogan, Fay e Roger Vivier (acquisito nel 2015), mentre il brand Ferragamo è unico e perciò necessita di minori investimenti.
Il rapporto Brand/CIN di Ferragamo risulta avere una varianza minore nel tempo, a dimostrazione del fatto che il Gruppo fa affidamento su fattori esterni per mantenere alto il valore del brand. Tuttavia, la staticità del rapporto degli ultimi anni potrebbe sollevare qualche interrogativo; il brand è infatti un asset strategico per le società che operano nel settore del lusso dove le scelte dei consumatori sono principalmente guidate dal valore attribuito ai marchi.
Analisi Patrimoniale e di Redditività
Nel condurre un’analisi riguardante la patrimonialità, è necessario soffermarsi sulla solidità aziendale.
In prima istanza, entrambi i Gruppi evidenziano Inidici di Liquidità Primaria (attività correnti/passività correnti) maggiori di 1 nei 3 anni, perciò riescono ampiamente a coprire i debiti a breve termine con le proprie disponibilità liquide. Nonostante i rispettivi ILP osservino trend opposti, ambedue le aziende possono considerarsi decisamente liquide.
Il grado di indebitamento globale esprime il rischio connesso a fonti di finanziamento esterne (finanziamento da terzi/capitale netto). Si evince facilmente che sia Ferragamo che Tod’s sono fortemente capitalizzate e non fanno eccessivo ricorso all’indebitamento per finanziare gli investimenti.
La differenza principale sulla patrimonialità dei Gruppi è spiegata dal CIN (capitale circolante+immobilizzazioni caratteristiche): negli utlimi 3 anni Tod’s ha investito complessivamente di più, finanziandosi tramite mezzi liquidi ed aumentando il suo grado di indebitamento nel 2019.
Passiamo adesso a studiare la redditività di entrambi i Gruppi, guardando l’andamento rispettivamente di Return On Sales (ROS), Return On Equity (ROE) e Return On Net Assets (RONA), 3 indici che ci forniscono un quadro generale sulla redditività di una società. Ci occupiamo del ROE in quanto descrive la redditività del Patrimonio Netto aziendale e del RONA poiché mostra l’efficienza degli investimenti caratteristici effettuati. Infine, consideriamo il ROS poiché missura la redditività delle vendite e, nel mercato del lusso, esse rappresentano di gran lunga la primaria fonte di reddito per le società.
Si può immediatamente sottolineare che sia Ferragamo che Tod’s hanno una redditività positiva, a conferma del fatto che esse operano in un settore in crescita. Inoltre, con riferimento ai 3 anni oggetto di analisi, Ferragamo riesce generalmente a creare più reddito.
Tra il 2017 ed il 2019, il ROS dei 2 competitors ha seguito lo stesso andamento, mentre risalta la crescita improvvisa del ROE di Ferragamo nel 2019 in confronto ad una relativa stagnazione di quello di Tod’s. Diversamente, il Gruppo di proprietà dei Della Valle ha visto crescere il RONA dal 2018 al 2019 contro una decrescita costante dello stesso indice da parte di Ferragamo.
Il ROE di Tod’s è stagnante nell’ultimo esercizio non tanto per mancati ricavi nella gestione operativa (EBIT alto pari a 101 milioni), ma per un’elevata incidenza della tassazione (68,75%). Ferragamo riesce invece a tenere l’imposizione fiscale bassa sui propri Risultati Operativi avendo un’incidenza fiscale media nei 3 anni di 22,20%.
I Titoli Azionari dei 2 Gruppi
I titoli Ferragamo coprono una fetta di mercato notevolmente maggiore rispetto al competitor e, come dimostrano le performance ad 1 anno, si sono dimostrati più resilienti nel resistere alla crisi portata dalla pandemia mondiale, seppur subendo un contraccolpo del 20,36% sul prezzo.
Relativamente al P/E, se si crede alla valutazione comunemente accettata che un valore maggiore di 15 è indice di over-valutazione, entrambi i titoli risultano sopravvalutati. L’azione Tod’s stacca dividendi più alti e si caratterizza per una volatilità più bassa in confronto alla rivale. Dando un’occhiata al Beta, dobbiamo premettere che esso misura il rischio sistemico di un’attività finanziaria in relazione al modello CAPM (Capital Asset Pricing Model). Essendo entrambi i coefficienti compresi tra 0 ed 1, possiamo dire che le azioni dei 2 Gruppi tendono a muoversi nella stessa direzione del mercato, senza quindi ampliarne i movimenti. Si deve però aggiungere che, storicamente, le azioni di Ferragamo reagiscono molto più velocemente alle variazioni del mercato in relazione a quelle di Tod’s.
Per quanto riguarda il rating, si è considerata una media delle valutazioni delle maggiori 10 banche d’affari, le quali consigliano agli investitori di mantenere in portafoglio i titoli delle 2 holding.