Quando si pensa alla figura dei self-made men si ricordano immediatamente le storie di Steve Jobs, Bill Gates o, andando più indietro nel tempo, John Rockefeller, dimenticando del tutto alcuni dei più grandi imprenditori d’Italia. In questo ambito, due figure di spicco nel panorama italiano del Novecento furono Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini, fondatori delle omonime case automobilistiche. Entrambi sono accomunati dalle origini emiliane e dalla stessa passione per i motori, ma la loro storia e il loro stile sono ben diversi.
Pur avendo le sedi a meno di 30 chilometri di distanza l’una dall’altra, Lamborghini e Ferrari incarnano due mondi così diversi e così agli antipodi già a partire dal logo. Ferrari, con il cavallino rampante (ispirato allo stemma di famiglia di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana nella Prima guerra mondiale), incarna l’eleganza, la classe e la velocità. Lamborghini, con il suo classico toro che sbuffa, incarna il potere e la determinazione.
La storia di Ferrari si basa sulle corse e sulla velocità: le auto di serie sono considerate come un’estensione di questo concetto, un mezzo per finanziare l’attività sportiva, come diceva lo stesso fondatore. Ferrari è un brand globale famoso per la sua storia, che ricopre un ruolo cruciale per la sua classe ed eleganza. I modelli Ferrari sono celebri per la loro esclusività e per il famoso colore “rosso corsa”, entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di auto sportiva.
Lamborghini, pur partecipando a numerose competizioni, non è famosa per le corse in sé per sé, ma per il suo stile estremo, unico ed incredibile. La missione di Lamborghini è infatti quella di sconvolgere ogni volta le normali concezioni, di avere cioè un proprio status quo. Lamborghini non segue le regole ma le scrive, e per tali ragioni le sue auto non sono semplici automobili, ma oggetti di design. Un oggetto Lamborghini è immediatamente riconoscibile, che si tratti di un’automobile o di un semplice souvenir.
Nascita e storia della Ferrari
La storia di Enzo Ferrari imprenditore inizia quando, da ex-pilota dell’Alfa Romeo, è incaricato di fondare una squadra corse ad essa collegata, la Scuderia Ferrari. Tuttavia, dopo il ritiro dell’Alfa a causa della crisi economica degli anni Trenta, Enzo decise di fondare l’Auto Avio Costruzioni, con sede a Maranello, e nel 1947, dopo che erano cessati totalmente i rapporti con l’Alfa Romeo, fondò il marchio automobilistico Ferrari. La sua storia è principalmente legata alla Formula 1, a cui partecipò fin dalla prima edizione, e al mondo delle corse in generale. Infatti lo stesso Enzo amava sottolineare come la produzione di auto di serie servisse soltanto per finanziare il reparto corse.
<p”>Ferrari ricevette fin dal 1955 finanziamenti per lo sviluppo della Scuderia da parte del Gruppo Fiat, che voleva contrastare lo strapotere della Mercedes. Nonostante questo supporto, sul finire degli anni Cinquanta la Ferrari cadde in una grave crisi, dopo che furono abolite le corse su strada a seguito di alcuni disastri a Le Mans e in Italia. In questo contesto Henry Ford II cercò di acquistare la Ferrari, ma la trattativa si arenò in quanto Enzo voleva mantenere la propria autonomia circa le decisioni da prendere nell’ambito del reparto corse: ciò portò al famoso scontro Ferrari-Ford, che durò per tutti gli anni Sessanta. L’isolamento della Ferrari terminò soltanto nel 1969, quando entrò a far parte del Gruppo Fiat mantenendo però la propria autonomia.
Alla scomparsa del fondatore, il Gruppo Fiat acquisì il 90% del pacchetto azionario della Ferrari. In quel periodo, grazie all’opera di Luca Cordero di Montezemolo, nominato presidente e poi amministratore delegato dell’azienda, fu avviato un intenso programma per la diffusione del brand Ferrari e Scuderia Ferrari, sfociato nel corso degli anni Duemila nella costruzione di parchi a tema e nel Programma FXX.
Ferrari oggi
Oggi Ferrari è una casa automobilistica con oltre 3200 dipendenti e un fatturato di oltre 3,4 miliardi di euro, quotata alla Borsa di New York e di Milano. Un traguardo incredibile, considerando le umili origini di Enzo Ferrari e i momenti difficili degli anni Sessanta. Sergio Marchionne, che ne era divenuto ad e presidente fino alla sua recente scomparsa, non aveva escluso la produzione di una supercar ibrida o interamente elettrica ed aveva accennato al lancio del primo SUV Ferrari, in modo da ampliare la gamma.
Nascita e storia della Lamborghini
La nascita della Lamborghini come casa automobilistica è legata ad un famoso screzio tra Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini. Quest’ultimo era un famoso industriale che aveva fatto fortuna dopo la Seconda guerra mondiale costruendo trattori e possedeva numerose Ferrari. Tuttavia non era pienamente soddisfatto del funzionamento della trasmissione, che nella Ferrari 250 GT tendeva a non funzionare in modo ottimale, e per questo si rivolse direttamente ad Enzo Ferrari per lamentarsi e dargli consigli.
Ferrari, stizzito dal fatto che un cliente volesse insegnargli come costruire un’auto sportiva, reagì violentemente dicendo «Che vuol sapere di auto lei che guida trattori?». Lamborghini, notando che la trasmissione in questione era però la stessa che usava proprio per i suoi trattori, decise di avviare la costruzione di un’automobile che fosse perfetta. Nacque così, il 7 maggio 1963 a Sant’Agata Bolognese, Lamborghini Automobili. Il riconoscimento internazionale avvenne con il modello Miura, una delle prime automobili a motore posteriore, che diventò ben presto icona della casa, rimanendo in produzione per oltre 7 anni.
La rapida crescita della Lamborghini si interruppe improvvisamente nel 1972, quando Ferruccio, per reperire fondi per la fabbrica di trattori in difficoltà e stanco delle continue agitazioni sindacali, decise di vendere l’azienda ad imprenditori svizzeri. In quegli anni la scarsità di risorse dei nuovi proprietari provocò una continua obsolescenza della produzione, con la sola Countach, erede della Miura, a sostenere economicamente l’azienda. Nel 1978 questa fu addirittura posta in amministrazione controllata per evitarne il fallimento, e nel 1980 venne messa in liquidazione. La Lamborghini passò numerose volte di proprietà (almeno cinque in meno di trent’anni): la vera svolta avvenne soltanto nel 1998 con l’intervento del gruppo Audi, che presentò un piano industriale adeguato al rilancio.
Lamborghini oggi
La crescita recente della Lamborghini è in particolare da attribuire al CEO e presidente Stephan Winkelmann, che dal 2004 al 2016 ha rilanciato l’immagine dell’azienda, ampliando la produzione con l’introduzione di nuovi modelli e di edizioni limitate. Oggi conta oltre 1460 dipendenti ed un fatturato di oltre 1 miliardo di euro in continua crescita.
In futuro, Lamborghini non ha escluso la produzione di una supercar interamente elettrica, come il concept della Terzo Millennio (realizzata in collaborazione con il MIT di Boston) ha anticipato, mantenendo però al contempo la produzione delle sue celebri V12.