Ferrero, multinazionale italiana specializzata in prodotti dolciari, è stata fondata da Pietro Ferrero nel 1946, e da allora l’azienda non ha mai smesso di evolversi nel tempo, attraverso un’espansione geografica, tecnico-produttiva e manageriale. I cardini che contraddistinguono la sua storia e la crescita sono essenzialmente quattro: la continuità nella proprietà familiare, la conquista di nuovi mercati, la ricerca dell’alta qualità e la costante innovazione dei prodotti.
Storia
La storia inizia nel 1942 ad Alba (Cuneo), dove Ferrero ha tuttora il suo più grande stabilimento. In un piccolo laboratorio, Pietro inizia a sfruttare una delle ricchezze maggiori del territorio, le nocciole, e crea e confeziona i suoi primi prodotti. Il 14 maggio 1946 nasce ufficialmente l’industria Ferrero con la costruzione della prima fabbrica.
Nel corso dei decenni l’impresa migliora ed amplia il numero dei suoi prodotti, conquista l’Italia per poi diffondersi in Europa ed affacciarsi sul mercato d’oltreoceano. Nel 1956 nasce infatti in Germania il primo stabilimento estero, a cui seguono negli anni Sessanta altre sedi in Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Francia. Negli anni Settanta mette piede negli USA con un primo ufficio a New York. Negli anni Ottanta la Ferrero è ormai un’azienda leader nel settore, un gruppo affermato e con una chiara e ben indirizzata propensione globale. Con la caduta del muro di Berlino si aprono nuove sedi nell’Europa dell’Est: Ungheria, Russia, Repubblica Ceca e Polonia. A questi seguono nuovi centri in Argentina, Brasile, Messico, Porto Rico, Ecuador, Australia e Nuova Zelanda.
La Ferrero si presenta al terzo millennio con un fatturato di 4 miliardi di euro, 16.000 dipendenti, 15 stabilimenti nel mondo e 32 società operative. Nel settembre 2013 viene inaugurato l’importante stabilimento di Manisa, in Turchia.
Acquisizioni
Negli ultimi anni il gruppo ha formalizzato ufficialmente le prime acquisizione nella storia dell’azienda, che fino a quel momento aveva affidato il suo sviluppo alla crescita per linee interne. Nel 2014 acquisisce Oltan, uno dei leader mondiali nella produzione e commercializzazione della nocciola con sede in Turchia, con un fatturato superiore ai 500 milioni di dollari e stabilimenti dislocati nelle principali regioni produttive mondiali di nocciola. Nel 2015 è il turno di Thorntons, azienda dolciaria britannica con un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro.
Con l’obiettivo di entrare nel mercato americano con i suoi prodotti iconici, il Gruppo nel 2017 avvia una corposa serie di acquisizioni. La prima, per 107 milioni di euro, è Fannie May, società statunitense produttrice di cioccolato, e pochi mesi più tardi sarà Ferrara Candy, terza società statunitense nel mercato delle caramelle e delle gomme da masticare. Nel gennaio 2018, ancora negli Stati Uniti, rileva le attività dolciarie di Nestlé per 2.8 miliardi di dollari, ottenendo la titolarità sul mercato americano di numerosi marchi (Crunch, Butterfinger, BabyRuth, 100Grand, Raisinets, Wonka ed altri). Nell’aprile 2019, sempre sul mercato USA, acquista il business dei biscotti e degli snack da Kellogg Company per 1.3 miliardi di dollari, ottenendo 8 nuovi stabilimenti. Nel luglio 2019 rafforza il business dei biscotti con l’acquisizione di Kelsen Group, ricevendo in doto gli iconici marchi danesi Royal Dansk e Kjeldsens.
Oggi il Gruppo Ferrero ha un fatturato di oltre 10 miliardi di euro, si compone di 94 società consolidate a livello mondiale, di un organico di 35.000 dipendenti, e con 25 stabilimenti produttivi vanta la presenza dei suoi prodotti in oltre 170 paesi.
Filiera produttiva mondiale
Nel secondo dopoguerra e fino agli anni ottanta l’internazionalizzazione produttiva è stata quasi esclusivamente dominata da multinazionali che effettuavano “investimenti diretti orizzontali”, intenzionate a replicare all’estero le stesse unità produttive presenti nel paese di origine. In questo modo è possibile ridurre i costi di trasporto e “stare sul mercato” di sbocco dei propri prodotti, con tutti i vantaggi di tipo economico e non economico che questo comporta. Inoltre, i beni prodotti dalle diverse filiali possono adattarsi alle specificità della domanda del mercato locale. In tal senso, il Gruppo Ferrero detiene centri di trasformazione e distribuzione, oltre che in Europa, in Nord, Centro e Sud America, in India, Cina e Giappone.
Nonostante alcuni prodotti del gruppo sono strettamente associati all’immagine del made in Italy, la loro catena di produzione, a parte qualche componente come le confezioni e il latte, è dispersa su cinque continenti: cinque paesi forniscono ciascuno la quasi totalità di una particolare materia prima impiegata e trasformata nei numerosi stabilimenti produttivi: la Turchia fornisce nocciole, la Cina la vanillina (o vaniglina), lo zucchero proviene dal Brasile, il cacao dalla Nigeria, l’olio di palma dalla Malesia. Anche localizzarsi sui principali mercati di sbocco delle materie prime offre numerosi vantaggi, e non è un caso che negli ultimi anni l’interesse del Gruppo per la Turchia, il maggiore produttore al mondo di nocciole con una quota vicino al 70% (l’Italia è il secondo con il 10-15%), sia sempre più cresciuto.
Il Gruppo italiano copre tutte le parti in cui è scomponibile la global value chain dei loro principali prodotti, dalla materia prima – controllando così l’incognita dei prezzi – alla loro trasformazione, dai brevetti alla commercializzazione e distribuzione finale. In particolare, dal 2015, con la Ferrero Hazelnut Company, raggruppa sotto un’unica struttura tutta la filiera della nocciola: la coltivazione, la ricerca e lo sviluppo agronomico, il sourcing, la trasformazione industriale e la vendita dei prodotti e semilavorati attraverso 8 impianti di lavorazione e 6 aziende agricole.
Nel panorama italiano, la Ferrero rappresenta un’eccezione virtuosa per il mantenimento del controllo da parte della famiglia fondatrice e per lo sviluppo di una strategia combinata di consolidamento per linee interne e di espansione per linee esterne, tramite operazioni oculate e graduali.
“Le buone idee conquistano il mondo”