La Germania negli ultimi 20 anni è stata senza dubbio il paese trascinatore d’Europa sotto l’aspetto economico e politico. È stata capace di sfruttare l’unione monetaria a proprio favore e si è rivelata la vera e propria locomotiva d’Europa quando le altre potenze rimanevano impantanate nella crescita zero. Complici anche le regole europee, da molti contestate, che hanno in effetti favorito Berlino ma che non sono state determinanti. Infatti, la storia monetaria vedeva già nel marco una moneta forte ed i tedeschi possono vantare una continuità politica senza eguali nel vecchio continente. La Germania rappresenta un modello di solidità industriale, politica ed economica su cui i risparmiatori fanno pieno affidamento.
Recessione tecnica e recessione economica
Per recessione si intende quella situazione in cui uno Stato non riesce a sfruttare a pieno la propria capacità produttiva e quindi non vede impiegate al meglio le proprie risorse. Si parla di recessione tecnica quando per due trimestri consecutivi vi è una variazione negativa del PIL rispetto al dato del trimestre precedente. La recessione economica invece si presenta qualora il PIL risulta essere negativo per due trimestri consecutivi rispetto all’anno precedente.
La recessione tecnica identifica l’inizio di un probabile trend di riduzione della crescita, ma presa come fenomeno isolato non è troppo allarmante. La recessione economica invece rappresenta una grave situazione non transitoria, una fase di non crescita conclamata. Le valutazioni, in ogni caso, non possono mai ritenersi complete se basate su un solo dato, è sempre necessario quindi analizzare anche altri indicatori macroeconomici.
I problemi della locomotiva tedesca
La Germania nel 2018 ha registrato un trimestre di non crescita e lo stesso è accaduto nel secondo trimestre del 2019. Il paese ha fatto registrare un dato congiunturale (cioè rispetto al trimestre precedente) negativo dello 0,1%, in linea con le attese, ma ci sono altri numeri che mettono in allarme sulla posizione della “locomotiva tedesca”. Le previsioni di crescita del PIL tedesco per il 2019 sono dello 0,5% (rispetto ad una media europea dell’1,2%).
Problemi dall’estero
Per un paese esportatore come la Germania sono molteplici i fattori di rischio che influenzano tale dato. La possibilità di una hard Brexit, la riduzione della domanda europea per i prodotti made in Germany e la diatriba colma di incertezza sui rapporti commerciali tra USA e Cina sono tutti fattori che vanno a colpire in modo più o meno diretto l’economia tedesca.
Problemi interni
Dal febbraio del 2018, con rare eccezioni, la produzione industriale tedesca ha avuto un trend negativo con battute d’arresto importanti. Nel corso di maggio, giugno e luglio 2019 il dato è stato negativo rispetto alle attese, con variazioni al ribasso anche del 2%. In tal senso, un contributo negativo importante è stato dato dal settore automotive in crisi ormai da mesi.
I leading indicators
Per capire lo stato di salute della Germania si può fare riferimento a due leading indicators, ovvero indicatori macroeconomici che di solito anticipano le fluttuazioni del mercato: l’IFO e lo ZEW.
IFO
L’IFO è un indicatore aggiornato mensilmente che misura la fiducia delle imprese grazie alle interviste effettuate presso settemila aziende tedesche. Nel 2019 l’indicatore è sempre stato inferiore a 100, che rappresenta il valore neutro, ad eccezion fatta per due mesi, marzo e giugno. Il valore di agosto è stato di 94,3, il più basso dall’ottobre del 2012.
ZEW
Anche lo ZEW quantifica la fiducia nel paese e viene costruito grazie alle interviste effettuate a 350 tra investitori istituzionali ed analisti. Essendo estrapolato dal sentiment degli addetti ai lavori in ambito commerciale e finanziario il dato ha un’elevata importanza. Lo ZEW mostra negatività dall’aprile del 2018, dopo quasi 4 anni di risultati positivi ininterrotti. L’indicatore a fine estate 2019 ha mostrato una flessione importante, fino ad arrivare al -44,1 di agosto (zero è il valore neutro), valore più negativo dalla fine del 2011, durante la crisi europea dei debiti sovrani.
Il futuro della Germania
La Germania ha margini per investire ed indebitarsi, ma ciò vorrebbe dire confutare in qualche modo la linea dura tenuta negli ultimi anni in Europa da Berlino. La gravità di un’eventuale battuta d’arresto della “locomotiva tedesca”, però, avrebbe un impatto molto più roboante rispetto ai problemi di crescita e debito pubblico di altri Paesi europei. Secondo il ministro delle finanze Olaf Scholz sarebbe già pronto un piano da 50 miliardi di euro per l’incremento della spesa pubblica, ma da solo potrebbe non essere sufficiente a far invertire il trend negativo della riduzione della crescita.
In questo scenario di incertezza giocherà un ruolo fondamentale la BCE. Infatti, le politiche monetarie espansive della Banca Centrale potrebbero dare manforte alle esportazioni tedesche con un deprezzamento dell’euro. Nonostante la Germania, in passato, abbia dimostrato di sopportare un tasso di cambio euro/dollaro ben più elevato dell’attuale 1,09/1,10, politiche accomodanti saranno importanti anche per risollevare la domanda interna europea.