Dopo dieci lunghi anni alla ricerca del business partner che avrebbe potuto incrementare il segmento di mercato aggregabile da parte di FCA, il gruppo italo-americano celebrerà nelle prossime settimane il matrimonio con PSA (Peugeot S.A.), il gruppo industriale francese possessore di noti marchi automobilistici tra cui Peugeot, Citroen e Opel.
La fusione genererà la nascita del 4° gruppo automobilistico più grande al mondo, con 8,7 milioni di auto vendute in un anno, scavalcando General Motors e arrivando dietro a Volkswagen e Renault-Nissan-Mitsubishi, con un fatturato stimato superiore ai 200 miliardi di euro e 400.000 dipendenti in tutto il mondo.
L’organigramma prevede, almeno al vertice, John Elkann come presidente del nuovo gruppo, mentre Carlos Tavares avrà la carica di CEO e sarà membro del consiglio di amministrazione. È proprio John Elkann a realizzare il grande sogno inseguito per anni da Sergio Marchionne: permettere al gruppo di azzerare i complessi d’inferiorità rispetto agli altri colossi mondiali e mantenere contemporaneamente una posizione di leadership nel nuovo gruppo creatosi.
Le mancate intese con GM e Volkswagen
Marchionne è proprio il primo a contemplare nel 2014 la necessità del consolidamento per consentire la sopravvivenza del settore. Proprio il visionario spiegò che:
«l’industria dell’auto è troppo frammentata e il capitale necessario per farla andare avanti è eccessivo, antieconomico»
A quel tempo il suo sogno era la fusione con General Motors, l’alleanza che, secondo il manager italo-canadese, sarebbe stata in grado di dare i maggiori benefici in termini di sinergie di costi e possibilità di espansione.
Dopo il no di Gm, ricorrente è stato il ‘tormentone’ Volkswagen. La casa di Wolfsburg aveva nel mirino l’acquisizione del brand Alfa Romeo che tuttavia il Lingotto non aveva intenzione di cedere, anzi di consolidarne la brand identity anche nel mercato americano.
Marchionne non cede alle lusinghe dei tedeschi e, in sintonia con John Elkann, valuta altre possibilità di aggregazione, come quella generatasi con la cinese Geely, ma soprattutto con il gruppo coreano Hyundai Motor che aveva tra i suoi punti di forza le soluzioni green dall’ibrido all’elettrico, dal gas fino all’idrogeno.
Contemporaneamente i colloqui con la casa francese Peugeot, partner storico di Fiat nella joint venture Sevel, sono stati una costante durante l’era Marchionne. Un matrimonio considerato strategicamente da celebrare tra brand complementari, senza sovrapposizioni sui modelli e nemmeno sui mercati, ma che, dopo l’acquisto di Opel, generò troppa dipendenza di Peugeot dall’Europa e ciò spinse Marchionne ad abbandonare anche questo progetto.
FCA-PSA oggi
La nuova capogruppo con sede in Olanda sarebbe quotata su Euronext (Parigi), Borsa Italiana (Milano) e al New York Stock Exchange e continuerebbe a mantenere un’importante presenza nelle attuali sedi operative centrali in Francia, Italia e negli Stati Uniti.
PSA concederà ai propri azionisti un bonus da 3 miliardi di euro complessivi , mentre gli azionisti di FCA si divideranno 5 miliardi più i proventi della vendita di Comau, società specializzata nel campo della robotica. Queste operazioni sono necessarie per equilibrare il valore in borsa delle due società, che oggi “pende” dalla parte di PSA (23,5 miliardi contro 19,5 miliardi), redendo possibile un giusto scambio.
Soddisfatti anche i CEO di entrambe le parti, Carlo Tavares (PSA):
«Questa convergenza crea un significativo valore per tutti gli stakeholder e apre a un futuro brillante per la società risultante dalla fusione. Sono soddisfatto del lavoro fatto finora con Mike e sarò molto felice di continuare a lavorare con lui per costruire insieme un grande gruppo»
Mentre da FCA, Mike Manley:
«Mike Manley (FCA): “Sono contento di avere l’opportunità di lavorare con Carlos e il suo team su questa aggregazione che ha il potenziale di cambiare il settore. Abbiamo una lunga storia di cooperazione di successo con Groupe PSA e sono convinto che, insieme a tutte le nostre persone, potremo creare una società leader nella mobilità a livello globale»
Mission e vision del nuovo colosso
A Tavares spetta il non facile compito di gestire una società che sarebbe in grado di ottenere nel breve termine risparmi per 3,7 miliardi di euro l’anno, attraverso la condivisione di pianali, fabbriche, motori e tecnologie, ma serve riorganizzazione.
Ecco perché si prevede che l’80% delle sinergie siano raggiunte dopo 4 anni ed è stato stimato un investimento una tantum per raggiungerle pari 2,8 miliardi di euro.
Molto significativo in tal senso è l’impegno a non chiudere stabilimenti. Gli scogli più difficili da arginare sono il mercato cinese, dove né FCA né PSA sono ben radicate, e le sovrapposizioni fra i marchi generalisti quali Citroen, Fiat, Opel. FCA però mette sul piatto la presenza in Nord America e i marchi di prestigio, ovvero Alfa Romeo e Maserati, mentre PSA ha nell’elettrico e nella guida autonoma le sue carte principali. Il principale obiettivo della scelta strategica, in procinto di ufficializzazione entro il 20 Dicembre, è la possibilità di incrementare o addirittura raddoppiare l’attuale fetta di mercato detenuta da entrambe le multinazionali del 25% in modo tale da rendere sempre più scalabile con il tempo il settore automotive mondiale.