Nell’aprile 2015, l’esposizione del Governo Tedesco nei confronti della Grecia risultava superare i €90 miliardi
Tuttavia, al termine del secondo conflitto mondiale, il debito accumulato in due guerre dalla Germania risultava essere pari a $23 miliardi, equivalente al 100% del PIL tedesco. Una cifra insormontabile, che avrebbe difficilmente potuto pagare. Nella Conferenza di Londra, del 24 agosto 1953, ventuno Paesi, compresa la Grecia, acconsentirono a ridurre il debito del 50%, portandolo a $11,5 miliardi, evitando in questa maniera il default alla nazione tedesca. Nell’ottobre 2010 esso è stato completamente estinto con il pagamento di €69,9 milioni. La restante parte doveva essere versata dopo la riunificazione tedesca ma quando ciò avvenne, nel 1990, l’allora Cancelliere Helmut Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo, in quanto ciò avrebbe determinato portato al fallimento la Germania. Il 12 settembre 1990, infatti, fu siglato il Trattato sullo stato finale della Germania, anche conosciuto come “Trattato 2+4”, in quanto sottoscritto, da un lato, dalla Repubblica Federale Tedesca e dalla Repubblica Democratica Tedesca e, dall’altro lato, da Francia, Regno Unito, Stati Uniti ed Unione Sovietica. In base ad esso, i debiti di guerra tedeschi della Seconda Guerra Mondiale venivano completamente azzerati. Allo stesso tempo, è necessario considerare i 476 miliardi di Reichsmark, circa €11 miliardi attuali, prestati nel 1942 dalla Banca di Grecia alla Germania e mai restituiti. In considerazione di ciò, nell’aprile 2015 Tsipras ha richiesto alla Cancelliera Merkel €278,7 miliardi come risarcimento per i danni di guerra subiti, il prestito forzoso erogato ed alcuni reperti archeologici sottratti. La cifra è stata individuata dalla Ragioneria Generale dello Stato Greco. Dal canto suo la Germania ha ribattuto affermando che il tutto è già stato chiuso con il pagamento di 115 milioni di marchi realizzato nel 1961 nell’ambito di accordi bilaterali. Attualmente, non si è ancora giunti a delle conclusioni in merito ma, in caso di accoglimento della richiesta, sarebbe la Germania a risultare in debito nei confronti della Grecia.
Inoltre, secondo una ricerca dell’Istituto tedesco Halle Institute for Economic Research (IWH), la crisi del debito greca avrebbe determinato per la Germania un risparmio di ben € 100 miliardi in interessi sul debito pubblico tra il 2010 e la metà del 2015. Infatti, in condizioni di instabilità, gli operatori tendono ad indirizzare i loro capitali in investimenti “sicuri”, individuati proprio nei titoli tedeschi, con conseguente riduzione dei rendimenti garantiti. Infine, tra le privatizzazioni operate dal Governo Tsipras si ricorda quella compiuta nel settore aeroportuale. Nel dicembre 2015 la Grecia ha concesso in gestione alla società tedesca Fraport 14 aeroporti greci per 40 anni. Il costo della transazione, operativa a partire dall’autunno 2016, è di €1,23 miliardi, a cui aggiungere un canone annuo di €23 milioni e l’impegno ad investire €330 milioni entro il 2020 per rinnovare le strutture.