La Germania viene definita la Locomotiva d’Europa per indicare il suo ruolo di punta nella crescita europea. Tuttavia, il Paese presenta alcune criticità interne e problematiche sul rispetto delle regole UE. Di certo è vero che l’economia tedesca sia molto florida, tuttavia essa dal 2019 ha iniziato a presentare in maniera sempre più chiara alcuni problemi. Inoltre, la Germania dispone di alcuni strumenti di politica economica che le permettono di aggirare alcune regole dell’Unione Europea sulle esportazioni e, soprattutto, sul debito.
la Deutsche Bundesbank
In sede di collocamento dei Titoli di Stato tedeschi, la Deutsche Bundesbank può agire sul mercato primario congelando la quota di Bond rimasta invenduta a causa di mancanza di offerta, per poi procedere in un secondo momento, con tassi più favorevoli, alla ricollocazione sul mercato secondario. Tale pratica risulta in realtà vietata dall’articolo 101 del Trattato di Maastricht, secondo il quale non è permesso l’acquisto sul mercato primario di Titoli di Stato da parte delle Banche Centrali nazionali.
La Deutsche Bundesbank riesce ad eludere l’articolo 101 del Trattato di Maastricht in quanto non acquista formalmente i titoli. Infatti essa li custodisce tramite l’Agenzia del debito nazionale (Finanzagentur), la quale
<<trattiene una quota variabile dell’ammontare di titoli emessi (c.d. retention quote) dando incarico alla Bundesbank di prendere in custodia questi titoli per successive operazioni sul mercato secondario. Questa operatività interessa in media il 20% delle obbligazioni offerte in asta anche se in varie occasioni la quota dei titoli trattenuti è stata significativamente superiore>>. (Fonte: Il Sole 24Ore)
La Kreditanstalt für Wiederaufbau
La seconda fattispecie concerne la Kreditanstalt für Wiederaufbau (KFW). La KFW fu istituita nel 1948, con lo scopo di amministrare i fondi derivanti dal Piano Marshall. Con il trascorrere degli anni, acquisì varie funzioni fino a vedere fra le sue principali aree d’intervento il finanziamento delle piccole e medie imprese tedesche e delle infrastrutture locali e sociali. Tali operazioni vengono realizzate attraverso il denaro raccolto con l’emissione di obbligazioni sul mercato dei capitali a bassi tassi d’interesse, in considerazione dell’eccellente rating di cui si fa portatrice. Questo è legato ineludibilmente alla garanzia prestata dal Governo Tedesco, proprietario della KFW per l’80% (il restante 20% appartiene ai Lander).
Nel 2018 l’Istituto ha segnato un totale asset di circa 486 miliardi di euro ed ha garantito finanziamenti per 75,5 miliardi. Tuttavia, le somme utilizzate non vengono conteggiate nel debito pubblico nazionale in quanto la KFW non è un’istituzione bancaria ma un ente pubblico, esentato dalla vigilanza della BCE. Esso quindi non deve sottostare ai requisiti di capitale ed alle regole dell’Unione bancaria. Conseguentemente essa
<<è al di fuori del perimetro del bilancio federale e le sue operazioni non figurano nei conti dello Stato>>. (Fonte: Il Fatto Quotidiano)
Gli interventi pubblici
Tra il 2007 ed il 2014 gli interventi pubblici sui sistemi bancari e finanziari hanno raggiunto in Germania circa 240 miliardi di euro contro, ad esempio, i 52 miliardi spagnoli, i 3 miliardi francesi ed il miliardo italiano. Come affermato da Fazi e Iodice nel libro La battaglia contro l’Europa:
La prima banca europea a necessitare di aiuti pubblici fu una banca tedesca: la IKB, nell’estate del 2007, seguita poco dopo da un’altra banca tedesca, la Sachsen LB. Inoltre, la prima banca centrale dell’eurozona a fare ricorso al cosiddetto Emergency Liquidity Assistance (ELA) – uno strumento previsto dallo statuto del Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC), che consente alle banche centrali nazionali di erogare liquidità in caso di emergenza – è stata proprio la Bundesbank per salvare la Hypo Real Estate nel 2008 (per 42 miliardi di euro)”.(Fonte: T. Fazi, G. Iodice, La battaglia contro l’Europa, Fazi Editore – Roma, 2016)
Il conto delle partite correnti
Il conto della partite correnti costituisce, insieme al conto capitale, la bilancia dei pagamenti sul mercato internazionale. Registra le transazioni non finanziarie tra residenti e non residenti e si compone di tre elementi: la bilancia commerciale, la bilancia dei servizi e dei redditi e la bilancia dei trasferimenti unilaterali. Per comprendere la situazione in vigore prima della crisi dei mutui subprime può essere utile leggere questo passo:
<<Tra l’entrata in vigore dell’euro e il 2008, all’interno della zona euro si sono determinati degli squilibri di partite correnti senza precedenti, che sono esplosi in coincidenza con lo scoppio della crisi finanziaria: in quegli anni alcuni paesi (Germania in primis) hanno accumulato degli enormi surplus con l’estero, mentre altri (i paesi della periferia) hanno accumulato dei deficit altrettanto grandi… l’avanzo commerciale della Germania nei confronti del resto dell’UE è quasi triplicato in quel periodo, e buona parte di quell’incremento è stato assorbito dai paesi del Mediterraneo>>. (Fonte: T. Fazi, G. Iodice, La battaglia contro l’Europa, Fazi Editore – Roma, 2016)
In considerazione della situazione venutasi a creare, nel dicembre 2011 è stata introdotta a livello europeo la MIP (Macroeconomic Imbalance Procedure – Procedura degli Squilibri Macroeconomici) al fine di prevenire e correggere gli squilibri macroeconomici fra gli Stati membri. Essa prevede che in ciascuno dei 28 paesi dell’UE non si possa conseguire un surplus delle partite correnti superiore al 6% del PIL, considerando la media degli ultimi tre anni.
In caso di mancanza di azioni correttive o di piani correttivi insufficienti, il Consiglio Europeo può imporre un deposito fruttifero al Paese sotto esame dello 0,1% del PIL riferito all’anno antecedente, destinato a trasformarsi in sanzione nel caso di procrastinazione nell’inosservanza. Eppure, sono 8 anni (2012-2019) che la Germania viola in eccesso il meccanismo previsto a livello europeo, con l’ultima previsione dell’Ifo Economic Institute relativa al 2019 che registra un surplus pari al 7.6% del PIL.