Conosciamo la CIA, Central Intelligence Agency, per essere argomento di diverse discussioni, che spaziano da fantasiose teorie del complotto al coinvolgimento dell’agenzia in colpi di stato e di scandali a livello planetario. Si parla meno del fatto che l’Agenzia di spionaggio americana finanzia aziende che operano nel campo Hi-Tech e nello sviluppo di tecnologie utili per l’attività d’intelligence. La CIA gestisce fondi d’investimento che vengono utilizzati per investire nelle aziende, di solito piccole, che si occupano di tecnologia: questo modello è adatto per incentivare lo sviluppo tecnologico evitando la farraginosa burocrazia statunitense. L’ideatore di questa politica fu, alla fine degli anni ’90, George Tenet, all’epoca direttore dell’agenzia. Il Congresso, quando approvò la creazione della cosiddetta In-Q-Tel (IQT), stanziò un finanziamento annuale che è stato progressivamente aumentato dal Campidoglio. La In-Q-Tel, come l’Agenzia, si muove nell’ombra, non rivelando alcun criterio sul metodo di scelta delle aziende da finanziare. Il fondo però è diverso dagli altri, poiché non ha fini di lucro: obiettivo esclusivo è, come già detto, quello di stimolare lo sviluppo di tecnologie utilizzabili per le attività d’intelligence. Altra differenza con gli altri fondi è che la IQT usa soldi pubblici vincolati da una normativa severa sul conflitto d’interessi. Il Wall Street Journal, analizzando vari documenti, ha stimato una liquidità del fondo pari a 120 milioni di dollari all’anno. Spesso gli investimenti che vengono “iniettati” nelle aziende attirano i finanziamenti di altri fondi privati. L’attività finanziaria vera e propria della In-Q-Tel ebbe inizio nel 2000, quando decise di investire in alcune aziende che producevano satelliti e in quelle che operavano nell’analisi di dati, traduzioni e archiviazioni. Immediatamente il fondo tentò di pilotare i loro progetti di sviluppo tecnologico. Christopher Darby, amministratore delegato della In-Q-Tel, ha spiegato ad esempio che essa ha finanziato un’azienda di tappeti che analizzava i composti chimici usati; con questo studio ha ottenuto così un metodo che rilevava sostanze chimiche letali, metodo che venne poi utilizzato in Iraq e in Afghanistan. Darby ha affermato che sempre la IQT, in un’altra occasione, ha investito in una società che produceva antenne satellitari: con quei finanziamenti la società ha potuto sviluppare antenne portatili che segnalavano le posizioni delle truppe americane e degli agenti in località remote.
Da quando è stata fondata, la In-Q-Tel non ha reso pubblici circa 100 tra i 325 investimenti effettuati. La poca trasparenza è dovuta al fatto che deve tutelare la sicurezza nazionale, oltre al fatto che non è incline a rivelare, all’opinione pubblica, i suoi legami finanziari con i servizi segreti americani. Tra le aziende che la In-Q-Tel finanzia è presente la CyPhyWorks, specializzata nella produzione di droni da sorveglianza. Il fondo, dopo aver iniettato liquidità nell’azienda, ha “suggerito” ad essa alcune modifiche su un modello di drone sperimentale capace di rimanere in volo per diverse ore, da cui è nato il PARC (“Persistent Aerial Reconnaissance and Communications”), attualmente usato dal governo americano e disponibile nel mercato. Intervistato dal Wall Street Journal, Ronald Gilson, professore alla Columbia Law School ed esperto di fondi, ha affermato che quello della In-Q-Tel è un modello unico di fondo semi-governativo: esso, per evitare relazioni finanziarie troppo ambigue, ha bisogno della consulenza di esperti che non abbiano interessi nel settore.