L’high frequency trading è una tecnica che permette di eseguire operazioni di Borsa in tempi molto rapidi. Essa si serve di sofisticati strumenti software e hardware per mettere in atto negoziazioni guidate in automatico da algoritmi matematici e non da operatori fisici. Queste possono avvenire, in risposta a dei nuovi dati disponibili, anche in poche frazioni di secondo. L’high frequency trading di solito viene applicato in operazioni a basso rischio, poco proficue se prese da sole ma che portano guadagni interessanti con l’alta frequenza delle compra-vendite.
Le caratteristiche fondamentali dell’high frequency trading
L’high frequency trading funziona seguendo uno o più algoritmi, che variano a seconda degli obbiettivi a cui si punta. In ogni modello di questo tipo, però, si possono comunque osservare degli elementi comuni:
- Si agisce su grandi quantità di dati, utilizzando algoritmi automatici per l’analisi e per l’implementazione di strategie di negoziazione. La Borsa viene inondata da ordini detti immediate-or-cancel (“esegui subito o cancella”), che permettono di sondare le condizioni di mercato senza portare a transazioni, a causa dei brevissimi tempi di latenza. In questo modo, i software raccolgono indicazioni con cui costruiscono mappe dei mercati, in base alle quali orientare le transazioni vere e proprie per eseguirle. Il tutto in tempi brevissimi.
- La posizione di investimento è mantenuta solo per tempi brevissimi, pochi secondi o addirittura millisecondi.
- La stragrande maggioranza degli ordini di transazione non giunge ad una conclusione. Tipicamente nell’high frequency trading solo l’1% delle operazioni è portato a termine.
- Alla fine di una giornata borsistica, non rimane alcuna posizione di investimento significativa. I titoli comprati vengono di solito tutti venduti entro la fine della giornata.
- La strategia è molto sensibile alla rapidità di elaborazione dei mercati, necessariamente limitata.
Quanto è diffuso
Si stima che sul mercato americano le operazioni eseguite tramite high frequency trading superino il 70% del totale, mentre a Milano circa il 50%. Nel leggere tale dato, tuttavia, si deve considerare l’alto numero di operazioni svolte in poco tempo da chi usa tale tecnica. Essa poi, a causa di limti tecnologici, può essere applicata in sicurezza solo ad investimenti molto a basso rischio.
I lati negativi
La manipolazione del mercato
Che le operazioni di high frequency trading non fossero prive di possibili grosse controindicazioni divenne chiaro dopo il caso di Sergey Aleynikov. Ex dipendente della Goldman Sachs, rubò i codici sorgente che gestivano le operazioni ad alta frequenza dell’istituto, riuscendo poi a caricarli su un server tedesco, prima di essere scoperto dall’FBI. L’evento portò alla luce un problema di sicurezza tale da spingere la Goldman Sachs a rivelare che quei codici, se usati senza controllo, avrebbero permesso la manipolazione del mercato azionario.
La maggiore volatilità del mercato
Dato il numero molto elevato di operazioni eseguite con l’high frequency trading, il mercato è diventato sempre più volatile e distorto. Le varie autorità di controllo sono dovute intervenire contro questi crescenti effetti distorsivi. Tuttavia, a parte qualche piccola limitazione e penalizzazione, non sono state introdotte in nessun Paese norme che ne limitino davvero l’applicazione.
La meccanizzazione della finanza
Un aspetto importante è che tramite l’high frequency trading, unito ad altre innovazioni tecnologiche nel mondo della finanza, saranno necessari molti meno operatori fisici per lavorare nei mercati azionari. Questo, di conseguenza, renderà più difficile trovare lavoro nel settore.
Oltre al discorso legato al lavoro, sostituire degli algoritmi a dei trader fisici può avere diversi effetti collaterali dovuti ai limiti cognitivi dei sistemi informatici. Ad esempio, il 23 aprile 2013 è stato sufficiente un tweet scherzo, il quale affermava che la Casa Bianca fosse esplosa ed il Presidente Obama rimasto ferito, per far sì che gli investitori elettronici scatenassero un flash crash, ovvero un crollo della Borsa seguito da un’immediata risalita.