Cosa sono gli strumenti derivati?
I derivati sono diventati famosi dopo lo scoppio della crisi dei mutui subprime nel 2008: abbiamo scoperto il potenziale distruttivo di strumenti finanziari che sono difficilmente controllabili se non gestiti in maniera corretta. Gli strumenti derivati sono delle forme di investimento che basano il proprio valore su una variabile. Il loro andamento infatti deriva, come dice la parola stessa, da un sottostante, ovvero un altro strumento finanziario che ha vita propria. Possono sembrare strumenti tradizionali, se non fosse che il loro utilizzo è spesso legato al concetto di leva: se quando acquistiamo un’azione il nostro investimento dipende dal suo andamento, un derivato può prevedere il controllo su un numero più elevato di strumenti sottostanti, rendendo l’effetto di eventuali rialzi e ribassi esponenziale. Le prime tipologie di questi strumenti risalgono al 1600, con i cosiddetti contratti di negoziazione della Royal Exchange, che erano i primi veri e propri contratti future. Il future in particolare è un derivato che al tempo utilizzava come sottostante le materie prime che erano commerciate dai mercanti nelle campagne navali. Attraverso questo contratto, un mercante poteva tutelare i propri acquisti: le merci a quel tempo potevano rimanere in navigazione per molto tempo, col rischio di perdere (o acquistare) valore. Il mercante acquistava un contratto future per bloccare il prezzo di acquisto, e quindi tutelare il proprio commercio. Proprio la tutela è il fine primo della nascita dei derivati: essa infatti si deve alla necessità di tutela di altre situazioni. E anche nel mercato finanziario che conosciamo oggi questa funzione di hedging, così come viene definita dai gestori, è fondamentale nei portafogli di investimento. L’utilizzo dei derivati a copertura infatti è un’operazione molto importante come tutela sull’andamento dei mercati. Le tipologie più comuni di derivati che si possono incontrare sono opzioni, future, certificati e warrant. La loro fama, come accennato, è cresciuta molto con la crisi del 2008, quando furono creati degli strumenti derivati basati sul valore dei mutui e degli immobili venduti negli Stati Uniti. Avendo questi delle valutazioni decisamente gonfiate, i derivati accentuavano ancora di più l’effetto che poi lo scoppio della bolla ha creato. I derivati si caratterizzano quindi come strumenti nati per un nobile scopo se utilizzati con cura nelle strategie di tutela dei portafogli. Ma il loro potenziale può davvero essere distruttivo se utilizzati con poca attenzione, soprattutto se utilizzati con la leva.