Obiettivi
I fondi europei sono uno strumento dell’Unione per assegnare contributi a determinati soggetti appartenenti ai vari Stati membri.
Essi rappresentano il principale mezzo finanziario con cui l’Unione Europea persegue l’obiettivo di integrazione economica e sociale al suo interno. In quest’ottica è chiara l’importanza che i fondi stessi ricoprono nel processo di crescita economica e occupazionale delle regioni degli Stati membri. Il loro ruolo è di estrema importanza specialmente per quanto riguarda il processo di convergenza e di eliminazione delle differenze socio-economiche esistenti tra le regioni più ricche e quelle più povere.
I fondi strutturali europei vengono programmati in cicli settennali e dispongono di un ammontare pari ad un terzo dell’intero bilancio della UE. La durata dei cicli è tuttavia operativamente più ampia da un punto di vista finanziario.
Fondi Strutturali
I fondi strutturali o indiretti, anche detti SIE, sono erogati dall’UE ma vengono gestiti dai vari paesi attraverso i Programmi Operativi Nazionale o Regionali (PON e POR).
La programmazione nei singoli stati è delineata tramite accordi di partenariato tra la Commissione europea e i governi nazionali. Viene poi gestita da un’amministrazione centrale di settore o un’amministrazione regionale.
I fondi hanno l’obiettivo di attuare la politica regionale di coesione dell’UE per ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra le varie regioni europee.
I SIE si suddividono in:
- Fondo Europeo di sviluppo regionale (FESR), che si occupa di innovazione e ricerca;
- Fondo sociale europeo (FSE), che si focalizza su occupazione, istruzione e inclusione sociale;
- Fondo di coesione (FC) dedicato a trasporti e tutela dell’ambiente negli Stati membri;
- Fondo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che si determina nell’implementazione di una politica agricola comune;
- Fondo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per una politica comune della pesca.
Fondi Diretti
I fondi diretti sono erogati e gestiti direttamente dall’Unione europea e nello specifico da determinate sezioni della Commissione europea. I fondi diretti possono essere:
- Programmi tematici o comunitari che coinvolgono i Stati membri e riguardano politiche di interesse europeo (politiche giovanili, giustizia, ambiente ecc.);
- Programmi di cooperazione esterna che promuovono la cooperazione dei vari paesi con paesi esterni all’Unione.
I fondi europei diretti sono erogati sotto forma di Sovvenzioni o di Appalti. Le prime sono contributi economici per progetti in seguito alle c.d. “Call for proposal”. I secondi sono assegnati tramite bandi di gara indetti dalle istituzioni europee per acquistare servizi, beni o opere.
Questa tipologia di fondi è caratterizzata dalla presenza di un obbligatorio partenariato transnazionale. In sostanza, i progetti presentati devono coinvolgere società o enti di almeno due stati membri. Specifiche agenzie e portali permettono agli stessi soggetti di mettersi in contatto. Per esempio, possono dialogare attraverso gli strumenti di ricerca dell’Executive Agency for SMEs (sito ufficiale) o dell’Agency for the Promotion of European Research (sito ufficiale).
Tutti i fondi diretti finanziano solo una parte dei costi del progetto, attraverso contributi a fondo perduto.
Reperimento e suddivisione
Anno per anno, gli stati membri finanziano i fondi per perseguire gli obiettivi della strategia. In particolare partecipano al raccoglimento e all’allocazione del budget totale.
Il bilancio dell’UE è finanziato, però, in larga misura da “risorse proprie”, le quali hanno diverse fonti:
- Dazi doganali sulle importazioni provenienti dai paesi extra UE.
- Una piccola quota dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) applicata nei stati membri.
- Contributi dei paesi, direttamente proporzionali alle quote di reddito nazionale dell’UE, che sono la principale fonte di entrare per il bilancio UE.
- Tasse sugli stipendi del personale UE e sanzioni imposte alle imprese in materia di concorrenza.
- Prelievi agricoli e contributi sul mercato dello zucchero.
Ogni stato membro dispone, dunque, di un budget di spesa annuale variabile. Infatti, l’allocazione avviene sulla base di un’analisi che si focalizza sulle priorità e i bisogni delle specifiche aree di ogni paese.
Perciò è possibile notare differenze sostanziali nell’allocazione delle risorse anche da un punto di vista proporzionale.
Non è un caso, dunque, che vi siano evidenti sproporzioni tra i diversi paesi. Basti pensare che le prime economie europee (Germania, Francia e Italia) sono contributori netti, mentre paesi emergenti come Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia sono beneficiari netti (Dati: Commissione Europea per il 2016).
Programmazione 2014-2020
L’ultimo ciclo dei fondi europei ha visto una revisione della struttura degli obiettivi attraverso una nuova organizzazione. L’adozione degli accordi e dei programmi di partenariato dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) costituisce un importante progresso. Stanziando oltre 450 miliardi di euro, l’UE lavora alla strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: la strategia Europa 2020.
Gli obiettivi principali sono due. Il primo riguarda investimenti in favore della crescita e dell’occupazione. Per perseguirlo, sono stati scelti differenti metodi per la definizione della distribuzione territoriale. Ciò per il forte impatto sulla ripartizione finanziaria dei fondi. Il secondo riguarda la cooperazione territoriale europea che viene implementato contemporaneamente al FESR.
Al fine di allineare le priorità di investimento dei fondi SIE alla strategia Europa 2020, sono stati definiti 11 obiettivi tematici (OT). Anche altri strumenti dell’UE contribuiscono agli OT, infatti si esortano gli Stati membri a promuovere sinergie e un efficace coordinamento tra tutti gli strumenti disponibili a livello europeo, nazionale, regionale e locale. Poiché gli Stati membri sono tenuti a redigere e attuare piani strategici che interessino i cinque fondi SIE (accordi di partenariato), è possibile combinare le risorse dei fondi SIE e di altri strumenti dell’UE in modo complementare.