Oggi parliamo di futures su Bitcoin, cercando di fare un po’ di chiarezza sul tema: l’obiettivo dell’articolo è delineare i rischi di questo nuovo strumento e simmetricamente evidenziarne le opportunità. A fronte delle molteplici richieste di precisazione circa le specifiche tecniche e soprattutto delle perplessità degli agenti finanziari, con riferimento alla forte titubanza – per non dire riluttanza – delle grandi banche americane emersa a seguito dello sbarco del future su Bitcoin, abbiamo tentato di dare una possibile risposta.
Per rispondere alla precisazione sulle specifiche tecniche, alleghiamo in fondo all’articolo il documento contenente le condizioni contrattuali del contratto future.
Molte persone si domandano se i futures su Bitcoin rappresentino o meno quella compensazione e quella tutela che al mercato serve, e che gli investitori stavano a gran voce richiedendo, probabilmente chiedendosi implicitamente se gli stessi futures abbiano contribuito a ridurre la volatilità e a rendere più stabile questo mercato. Facciamo riferimento al problema del Margin Call, tipico nei contratti futures, e vogliamo spiegarlo con un esempio (usando numeri scelti arbitrariamente): i contratti futures sono contratti a termine in cui si fissa oggi il prezzo di acquisto o di vendita di un contratto che verrà scambiato ad una scadenza futura. La caratteristica che rende i contratti futures particolarmente appetitosi per gli agenti finanziari risiede nel fatto che operano con dei margini: il margine iniziale e il margine di variazione. Il margine iniziale è rappresentato da una percentuale del valore nominale del contratto, la quale varia a seconda del contratto stesso. A differenza degli strumenti finanziari “fisici”, non derivati, il regolamento dei profitti e delle perdite avviene su base giornaliera: alla chiusura dei mercati di ogni singola giornata borsistica i profitti potenziali vengono immediatamente liquidati e, specularmente, le perdite potenziali vanno immediatamente saldate. È quindi importante capire che il margine versato inizialmente non rappresenta la massima disponibilità liquida necessaria alla gestione di una posizione in futures dall’inizio alla fine. Oltre a questo va ricordato che i derivati non sono quotati in valuta ma in punti indice. Per estrapolare il valore nominale, ossia il controvalore economico rappresentato da ciascun contratto, occorre fare il prodotto tra il prezzo del future (espresso in punti indice) e il suo moltiplicatore (espresso in euro, fisso e stabilito per ciascun tipo di future).
Ora che abbiamo chiaro il funzionamento dei margini, proviamo a dare un’idea dell’effetto leva finanziaria che questi contratti derivati permettono di applicare. Supponiamo di voler acquistare un contratto di questo future al prezzo di 12.000 punti, con un lotto minimo di 5 € e con una marginazione iniziale del 5%. Il valore nominale del contratto è di 60.000 € (12.000 punti indice moltiplicato per 5 €), ma noi impegneremo soltanto 3.000 € (il margine richiesto, il 5% del controvalore del contratto). Immaginiamo che durante la giornata il future si sia mosso a nostro favore, chiudendo a +10% (una cifra del tutto probabile in un mercato come Bitcoin): la variazione non è da considerarsi sul nostro margine iniziale, bensì sul controvalore totale del contratto future, avremmo quindi una variazione di +6.000 €, un grande profitto per essere una normale giornata di trading, avendo impiegato solo 3.000 €.
Supponiamo adesso il caso opposto: il future si è mosso contro di noi, chiudendo a -10% (una cifra altrettanto probabile in un mercato come Bitcoin): anche qui la variazione non è da considerarsi sul nostro margine iniziale, bensì sul controvalore totale del contratto future. Avremmo quindi una variazione di -6.000 € e dunque ci troveremmo a consegnare tutto il margine iniziale posto a garanzia aggiunto ad altri 3.000 €, che la Clearing House CME Group ci chiederebbe per chiudere la posizione. Anche qui, per essere una normale giornata di trading, andremmo subito in Margin Call.
A difesa di questo contratto va detto che l’indice benchmark a cui il future farà riferimento sarà determinato dal BRR (Bitcoin Reference Rate), amministrato dalla società Crypto Facilities Ltd, responsabile del calcolo continuo e della sua gestione, la quale determinerà il prezzo in dollari di un Bitcoin a partire dalle 16.00 (fuso orario di Londra). Il metodo di calcolo del prezzo sarà da una totalizzazione delle esecuzioni dei trade che avvengono negli exchange componenti tra le 15.00 e le 16.00. L’intervallo di divulgazione sarà di uno al giorno, per ogni giorno dell’anno (inclusi weekend e vacanze) tra le 16.00 e le 16.30. Il BRR sarà quotato fino a due cifre decimali di prezzo.
Il BRR è calcolato sulla base delle operazioni rilevanti di tutti gli exchange componenti. Le fasi di calcolo per il BRR in un determinato giorno di calcolo sono le seguenti:
- Tutte le operazioni rilevanti sono aggiunte ad una lista comune, registrando il prezzo e la dimensione della negoziazione per ogni operazione.
- L’ elenco è suddiviso in 12 intervalli di tempo equidistanti 5 minuti ciascuno.
- Per ciascuna suddivisione separatamente, il prezzo mediano della negoziazione ponderato per il volume è calcolato in base ai prezzi e alle dimensioni delle transazioni rilevanti, vale a dire di tutti gli exchange componenti. Una mediana ponderata in base al volume differisce da una mediana standard in quanto nel calcolo si tiene conto di un fattore di ponderazione, in questo caso la dimensione commerciale.
- Il BRR è dato dalla media, ugualmente ponderata, delle mediane ponderate di tutte le partizioni.
La metodologia di calcolo immunizza in misura elevata il BRR dalle anomalie di prezzo, pur essendo replicabile attraverso operazioni spot sugli exchange. Andiamo a vedere perché il BRR dovrebbe immunizzare il rischio delineato in precedenza.
- Suddivisioni. Il BRR è calcolato come media equamente ponderata delle fasi intermedie di calcolo per le 12 partizioni. Un unico grande trade o gruppo di scambi di grandi dimensioni che si verifichi in un’unica divisione avrà pertanto un effetto limitato sul BRR, con un conseguente minor rischio di grandi spostamenti di prezzo.
Ponderazioni delle suddivisioni. Le suddivisioni sono equamente ponderate (in contrapposizione a quelle ponderate per volume) per facilitare la replicazione dei BRR attraverso il trading sulle Borse Costituenti. Un trader che punta a negoziare Bitcoin al BRR può farlo con un piccolo errore di tracciamento effettuando transazioni con 1/12 di Bitcoin durante ogni suddivisione.
Mediane. I prezzi spot di Bitcoin hanno storicamente subito notevoli variazioni tra i vari exchange, in particolare in periodi di elevata volatilità. L’uso delle mediane per calcolare il prezzo medio ponderato di ogni suddivisione (rispetto alle medie) riduce notevolmente la suscettibilità dei BRR ai picchi di prezzo su una o più borse costituenti.
Ponderazione volumetrica delle mediane. Il trading Bitcoin è in una certa misura guidato da algoritmi automatizzati che possono eseguire un elevato numero di piccole operazioni; questo è il caso dei fondi basati su algotrading ad alta frequenza (AHFT). L’uso di mediane ponderate in base al volume per calcolare il prezzo mediano ponderato per ogni partizione garantisce che il BRR rifletta adeguatamente le operazioni di grandi dimensioni e che l’esecuzione di un ordine in parti o per intero non influisca sui risultati dei calcoli.
Fonte: www.cmegroup.com