I costi del Mondiale
Secondo l’emittente televisiva russa RBK, il costo per l’organizzazione del Mondiale del 2018 è stato di 14.2 miliardi di dollari. Quasi un terzo delle spese è servito per la costruzione degli stadi (3.45 miliardi) – 9 dei 12 che ospiteranno i gironi e le fasi finali sono stati infatti costruiti apposta per la competizione – mentre il resto è stato destinato all’ottimizzazione delle infrastrutture e trasporti (6.11 miliardi) ed alle strutture ricettive (680 milioni) – come hotel, alberghi e B&B. Il Mondiale si giocherà in 11 città diverse, tutte al di qua degli Urali. Circa l’84% delle spese è stato coperto dal governo centrale o regionale mentre il restante 26% è stato sostenuto da compagnie private o a partecipazione statale.
I ritorni economici
Nonostante l’importante sforzo economico – comunque inferiore ai 15 miliardi stimati, costati al Brasile nel 2014 – secondo l’agenzia di rating Moody’s l’impatto benefico che la competizione porterà alla Russia sarà breve e poco sostanzioso. Al contrario, i premi per le singole nazionali possono già considerarsi soddisfacenti. 400 milioni di dollari saranno infatti distribuiti tra le 32 squadre partecipanti. La sola partecipazione permette di accaparrarsi almeno 9 milioni e mezzo, mentre altri 4 milioni vengono incassati per il passaggio agli ottavi e ai quarti. Il terzo e quarto posto permettono di beneficiare di altri 22 e 24 milioni, mentre alle finaliste verrà garantita una quota di 28 e 38 milioni di dollari.
Le accuse
L’assegnazione e l’organizzazione stessa del Mondiale sono però state contrassegnate da passaggi non sempre trasparenti. Il mondo del calcio è stato di recente scosso dalle accuse, fondate, di corruzione dell’ex plenipotenziario Sepp Blatter. Tra queste c’è una gestione poco limpida dell’assegnazione per i Mondiali 2018 e 2022, rispettivamente in Russia e Qatar. Accuse, portate avanti tra gli altri dall’avvocato Micheal J. Garcia, riprese anche dall’ex Premier britannico Cameron, che ad aprile scorso ha fatto riferimento proprio alla corruzione come causa principale per la mancata assegnazione al Regno Unito. Sebbene quelle sull’assegnazione del mondiale sono ancora solo sospetti, è certo che ci sia stata poca regolarità nel processo organizzativo ed è stata una delle cause di inflazione dei costi: almeno 850mila dollari di tangenti, ad esempio, sono serviti per aggiudicarsi il progetto di ristrutturazione dello Zenit Stadium di San Pietroburgo. Non solo, secondo Human Rights Watch, nella costruzione degli stadi sono stati impiegati e sottoposti a condizioni di lavoro poco sostenibili numerosi operai nordcoreani: a -25 °C, per oltre 10 ore di fila e 7 giorni su 7.
Il Mondiale di Putin
Russia 2018 è sicuramente un progetto molto voluto da Vladimir Putin. Come suggerisce il Financial Times, l’obbiettivo del Presidente russo nel 2010, quando il Mondiale fu assegnato, era quello di dare una dimostrazione di grandezza e riconoscimento per il Paese, come fu con le Olimpiadi di Pechino per la Cina. Nel frattempo, però, per la Russia e per Putin molte cose sono cambiate. La guerra in Crimea, l’allontanamento politico ed economico dalle forze occidentali, la crisi del rublo e dell’economia hanno reso molto più debole e vulnerabile la Russia. I Mondiali possono però rappresentare un trampolino di rilancio dell’immagine del Paese all’estero.
La Russia sarà al centro dell’attenzione internazionale, non solo per quello che succederà sul campo da gioco, ma soprattutto per quello che si vedrà sugli spalti e fuori. Il Guardian in un lungo articolo ha analizzato l’escalation di violenza che ha contrassegnato negli ultimi anni le tifoserie russe, come nell’amichevole di marzo con la Francia, in cui furono diversi i cori razzisti contro alcuni giocatori bleus.
Cosa ci lascerà Russia 2018
Saranno più di 1 milione e mezzo i turisti che visiteranno la Russia grazie al Mondiale e sono oltre 3 miliardi i telespettatori previsti. Il Mondiale in Russia, però, potrebbe avere anche qualcosa di unico, ovvero potrebbe essere l’ultimo a 32 squadre. Gianni Infantino, oggi al vertice della FIFA, discuterà al prossimo congresso del 13 giugno della possibilità di estendere a 48 le squadre partecipanti alla competizione. La Coppa del Mondo è infatti un torneo dal sempre più forte appeal commerciale ed economico e quella in Russia, tra le altre cose, può favorire la crescita del bitcoin. Dato che non sempre è possibile effettuare i pagamenti digitali con carte di credito, anche per effetto delle sanzioni USA del 2014, una forma agevole di pagamento, come rileva Forbes, sono appunto le criptovalute come il Bitcoin. Non è un caso che ad Ottobre scorso lo stesso Putin aveva annunciato la nascita del criptorublo, una criptovaluta di Stato russa.