Il cuoio è un materiale molto amato per le sue qualità e, di conseguenza, è utilizzato largamente in tutto il mondo. Vi è però bisogno di impiegare un alto numero di risorse per la sua produzione, che è legata all’industria del bestiame. La MycoWorks, una startup creata nel 2013 da Philip Ross, con sede a San Francisco, pensa di aver trovato un’alternativa singolare: i funghi.
Le idee alla base di MycoWorks
La piccola compagnia di Ross è riuscita a creare una nuova tipologia di cuoio, che viene fatto letteralmente crescere da due semplici ingredienti: micelio dei funghi e sottoprodotti agricoli. Questo nuovo tipo di cuoio è ecosostenibile, versatile e non ha bisogno di animali per essere prodotto, esso conserva però le caratteristiche e le qualità amate di quello tradizionale. Dal punto di visto economico, il processo di crescita di questo cuoio richiede meno tempo e risorse rispetto ai processi con cui si ottiene cuoio da animali.
Forse il vantaggio più grande dell’utilizzo dei funghi, non solo per la creazione di materiali come il cuoio ma, come vedremo, anche per altri scopi, è quello di poter considerare come risorsa ciò che comunemente identifichiamo come materiale inutile. Il fondatore di MycoWorks sostiene che i funghi possano, potenzialmente, darci tutto quello di cui abbiamo bisogno. Nei suoi laboratori viene fatto crescere principalmente un tipo di fungo, il Ganoderma lucidum, che viene impiegato da millenni nella medicina asiatica. Questo tipo di fungo, una volta sviluppatosi, condivide molte caratteristiche con la tradizionale pelle animale. Il fatto fondamentale è che, per ottenere la stessa quantità di materiale, le tempistiche sono molto diverse: da una colonia di funghi si può ottenere in 2 settimane il cuoio che verrebbe prodotto, invece, in due anni da allevamenti bovini, senza contare poi le enormi quantità di acqua, cibo e lavoro che sono richieste per l’allevamento di un animale. Questa velocità di produzione è possibile grazie al fatto che la crescita dei funghi avviene con un andamento esponenziale. Insomma è il produttore stesso che deve riuscire a stare a passo con la crescita dei funghi, non il contrario.
Eco Friendly
L’alternativa dei funghi può portare molti vantaggi. Innanzitutto, essa si basa su processi del tutto naturali; inoltre viene adottato un processo di produzione “carbon-negative”, ovvero non viene generata anidride carbonica inquinante ma viene addirittura assorbita dall’ambiente, riducendone la concentrazione nell’aria.
Il procedimento e la polivalenza
La coltivazione di questi funghi parte da materiali di scarto organici, come pannocchie da cui sono già stati sottratti i chicchi di mais, sottoprodotti derivati dalla produzione di carta o dalla lavorazione dei cereali, segatura e via dicendo. Le colonie vengono fatte crescere in buste di plastica contenenti questi materiali, di cui i funghi si andranno ad alimentare. All’inizio si forma il micelio, l’apparato vegetativo dei funghi, formato da un intreccio di filamenti che solitamente si trovano sotto il terreno, un po come le radici delle piante. Modificando opportunamente le condizioni in cui si trova il micelio, come umidità e temperatura, o anche fornendogli un’alimentazione specifica, si può ottenere il tipo di tessuto di cui si ha bisogno. Infatti, da una stessa colonia, si possono ottenere diversi tipi di materiali che variano nella consistenza, si ricavano materiali simili al cuoio, che resistono allo stress alla pari di quelli di origine animale, ma anche materiali duri, rigidi, più vicini nelle loro caratteristiche al legno. Addirittura è possibile far crescere tessuti già con dei motivi decorativi o con delle cerniere, senza dover agire successivamente con colle o cuciture. Si possono ricavare anche tessuti di colori particolari non ottenibili da cuoio animale. La testimonianza di questa polivalenza dei funghi sono i prototipi della MycoWorks: tra di essi si trovano sia elementi indossabili, come bracciali, sia elementi di arredamento come sedie. Ma il fondatore di questa startup non vuole fermarsi qui, secondo lui nel futuro si potranno “crescere” con i funghi anche pannelli solari, telefoni e altro, insomma possibilità davvero infinite.
Il lato economico.
E’ ora di analizzare da un punto di vista economico le idee di questa startup, che incomincerà a mettere sul mercato i propri prodotti da quest’anno. Per quanto riguarda il cuoio, la compagnia ha un approccio pragmatico, punta ad arrivare, nei prossimi anni, a produrre 1 metro quadro di materiale di alta qualità spendendo 50$, un prezzo che si aggira intorno a quello del cuoio tradizionale di invece media qualità. Invece, per quanto riguarda l’arredamento, la compagnia si basa molto sul fattore estetico del materiale e sul fatto che viene prodotto con inpatto zero sull’ambiente, piuttosto che sui costi di produzione. Dunque, c’è bisogno di aspettare la reazione del pubblico nei confronti di questi materiali per giudicarne il rischio di investimento. Uno sgabello prodotto con legno recuperato e funghi verrebbe a costare sui 300 dollari, mentre una sedia ben 3000 dollari. Gli aspetti più positivi di questa attività sono i seguenti; non ha bisogno di grandi spazi, richiede poche risorse, che inoltre sono materiali di scarto, di solito considerati spazzatura e, quindi, molto economici, e non richede una lavorazione impegnativa. Per informazioni, invece, riguardo all’impatto ambientale derivato dall’allevamento, un fattore che bisogna conoscere bene per preparasi a sviluppi futuri, rimandiamo ad un altro precedente articolo sul consumo della carne: Link