L’effetto della globalizzazione, con l’ausilio dei nuovi sistemi di comunicazione e della new technology, ha permesso alle diverse economie, che fino a qualche tempo sembravano lontane, di connettersi tra di loro. La globalizzazione ha consegnato al mondo un nuovo modo di “fare economia”, in cui tutti i paesi possono accedere con maggiore facilità alle risorse necessarie per mantenere funzionanti i propri sistemi economici. Questo è forse il maggior vantaggio della globalizzazione economico-finanziaria. Esiste, però, un’altra faccia della globalizzazione: questo sistema espone i paesi che dispongono di sistemi economici vulnerabili a crisi economiche e finanziarie generate in altri stati. Quest’ultimi, infatti, usufruendo del sistema economico globale, finiscono per far propagare a livello internazionale le proprie difficoltà. Possiamo separare la globalizzazione economica in due distinti categorie, cioè quelle della globalizzazione reale e di quella finanziaria.
La reale comprende i beni e i fattori produttivi, i suoi protagonisti principali sono le imprese multinazionali e i consumatori.Contrariamente, la finanziaria comprende le attività difficilmente controllabili dalle organizzazioni internazionali, i suoi protagonisti fondamentali sono gli istituti bancari, i fondi di investimento e le istituzioni finanziarie internazionali. Queste ultime, fondate dopo la seconda guerra mondiale e dopo la conferenza di Bretton Woods su idea dell’economista inglese Keynes, sono raggruppate nel FMI e nella Banca mondiale. La finanza globale, supportata dal mercato finanziario, è riuscita ad aumentare le proprie transizioni di capitali, trasferendoli da un mercato ad un altro. Di conseguenza, però, è stata creata una forte disparità economica, visto che solamente pochi individui possono sfruttare questi strumenti. La causa scatenante è da identificare nel mercato internazionale, il quale premia i paesi virtuosi, che si sono tenuti al passo con evoluzione del proprio sistema economico, bocciando quei paesi con economie e apparati statali non perfettamente funzionanti, causando gravi recessioni finanziarie. Nei paesi dell’Unione Europea il programma austerity, voluto fortemente dalla Germania, ha causato effetti sia positivi, sia negativi.
Se gli effetti positivi sono stati quelli di rallentare la congiuntura negativa dell’economia europea, l’effetto negativo è stato quello di danneggiare le economie dei paesi europei più deboli, posizionati nella parte meridionale dell’Europa, colpendo in particolar modo la Grecia. Nell’analizzare il processo della globalizzazione, sono nate due teorie: quella liberale e quella marxista. Secondo la teoria liberale, abbiamo assistito ad un cambiamento positivo nell’economia mondiale, che ha portato alla nascita di un nuovo sistema economico-sociale, che permette di mantenere la pace ed evitare nuovi conflitti armati. Il sistema globale permette di condividere valori di uguaglianza e libertà, aumentando le scelte economiche che possono essere intraprese dai singoli individui. Contrariamente ai liberali, i marxisti pensano che la globalizzazione sia l’ultimo stadio del capitalismo, visto che considerano il sistema globale come un sistema di sfruttamento dei più deboli e dei più poveri, marcandone ancora di più la disuguaglianza. Quest’ultima sarebbe causata principalmente dalle multinazionali, che hanno rafforzato il proprio peso economico, favorendo quindi lo spostamento della produzione dai paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo e la creazione di zone economiche franche, dove sono presenti salari bassissimi e dove i diritti umani non sono completamente garantiti.
La globalizzazione ha cambiato radicalmente la nostra vita e i nostri sistemi economici, i quali hanno ora la possibilità di instaurare rapporti economici con stati che nel passato erano rimasti isolati, pur non avendo ancora totale accesso alla ricchezza mondiale.