Il Microcredito è un’attività che consiste nell’erogazione di prestiti di piccola entità a favore di soggetti poveri, non bancabili o esclusi dal circuito bancario in quanto sprovvisti di garanzie reali per contrarre un finanziamento. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di micro attività imprenditoriali, così da dare la possibilità a persone economicamente svantaggiate di migliorare la loro condizione. Le origini di questa pratica, in forme diverse, risalgono a 3000 anni fa. Alcuni documenti storici raccontano di come in India ed in Mesopotamia le associazioni di mercanti si organizzavano per fornire sostegno a persone disagiate tramite la creazione di fondi che potevano essere utilizzati a rotazione dai partecipanti. L’Italia del XV secolo si rende protagonista con l’affermarsi di forme di microcredito avanzate denominate Monti di Pietà, si trattava di istituti che erogavano crediti anche minimi, con condizioni agevolate e con garanzia di pegno.
Il microcredito così com’è oggi nasce negli anni ’70, da un’iniziativa di Muhammad Yunus, economista del Bangladesh, fondatore della Grameen Bank e Nobel per la pace nel 2006. Tornato nel suo paese di origine dopo aver studiato economia negli Stati Uniti, egli nota le incongruenze tra l’economia reale del villaggio presso cui lavora – Jobra Village – e ciò che gli studi accademici gli avevano insegnato. Deciso a cambiare le cose, Yunus effettua un’indagine i cui risultati evidenziano come molte famiglie riuscirebbero a migliorare in modo significativo le proprie condizioni di vita se avessero accesso ad un credito anche minimo. L’economista bangladese individua così nel microcredito la soluzione più idonea a scardinare la condizione di povertà estrema che attanaglia la maggior parte della popolazione del suo paese.
Negli anni il microcredito si è evoluto, se all’inizio era considerato un meccanismo di aiuto per i paesi in via di sviluppo, oggi è uno dei mezzi per aiutare le economie avanzate a superare la recessione.
IL MICROCREDITO IN ITALIA E IN EUROPA
In Europa il microcredito è entrato a far parte dell’economia reale grazie alle numerose proposte promosse dalle istituzioni nazionali ed europee. L’iniziativa di maggiore rilevanza è l’European Microfincance, un network fondato nel 2003 a Parigi che aiuta a promuovere la microfinanza dando sostegno alle microimprese ed al lavoro autonomo, andando così incontro alle problematiche di esclusione finanziaria e sociale.
Nonostante la legislazione si sia adeguata in ritardo rispetto ad altri paesi europei, l’Italia non rimane esclusa dai progetti inerenti la microfinanza. Sostenuta dall’Ente nazionale per il microcredito, l’attività in Italia è regolata tramite l’art. 111 del Tub (Testo unico bancario) e tramite un meccanismo di autoregolamentazione, vigilato da Banca d’Italia, disponibile per i soggetti del comparto finanziario non portatori di rischi sistemici. In base all’art. 111 del Tub, il microcredito assume due configurazioni: il microcredito per le attività imprenditoriali o lavoro autonomo e il microcredito sociale.
Il microcredito per le attività imprenditoriali è legato all’avvio o all’esercizio di un’attività di lavoro autonomo o microimpresa. Il finanziamento massimo è di 25 000 euro e non occorrono garanzie reali per usufruirne. Il soggetto che eroga il credito ha un ruolo importante nel monitoraggio e nell’assistenza dei soggetti beneficiari.
Il microcredito sociale, invece, è destinato a persone fisiche “in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale”. L’importo massimo erogabile è di 10 000 euro ed anche in questo caso non occorrono garanzie reali.
I dati pubblicati da microcredito.gov relativi ai finanziamenti concessi in Italia sono più che incoraggianti. Si è passati dai 57 milioni di euro erogati nel 2011 ai 147 milioni di euro del 2014. Nel quadriennio il totale di crediti concessi è stato di 370 milioni, il 75% di questi è stato destinato al microcredito per le attività imprenditoriali, il restante 25% al microcredito sociale. Le varie società orientate alla microfinanza sono appoggiate, nella maggior parte dei casi, da banche e fondazioni. Sono 12 gli istituti bancari che hanno stretto accordi di partnership con l’Ente nazionale per il microcredito e che aiutano le società nei servizi di tutoraggio. Sebbene molti non lo ritengano salutare, il connubio banche-microcredito risulta fondamentale per l’erogazione dei finanziamenti.
L’evoluzione della pratica del Microcredito negli ultimi anni non deve distogliere l’attenzione dell’obiettivo originario di Muhammad Yunus. In tal senso il microcredito si pone quale strumento volto a fronteggiare l’emarginazione sociale ed economica, dando sostegno alle fasce più deboli della popolazione.