Il Problem Solving riguarda la capacità di pensare e trovare soluzioni a fronte di un problema. Si tratta del processo che si occupa solo della parte di risoluzione finale e va ben distinto dal problem finding e dal problem shaping, che sono rispettivamente il primo ed il secondo step utili per la risoluzione di un problema. Mentre i primi step sono piuttosto immediati davanti ad un problema, però, il terzo richiede un approccio più sistematico e meno intuitivo. Questo tipo di analisi sistematica è utilizzata in moltissimi campi, come la medicina, l’informatica, l’ingegneria e la matematica, oltre ad essere un’abilità molto richiesta nel mondo del lavoro, assimilabile quasi a quella del know how. Come dimostrato negli studi di D. Kahneman e A. Tversky, un fattore fondamentale nella risoluzione di un problema è la gestione del tempo. È facile capire perchè questa abilità sia tanto importante in ambiti ad alta responsabilità, come l’alta finanza, la direzione d’impresa, l’ambito sanitario, dove può capitare di dover prendere decisioni in tempi molto limitati.
Esistono diverse tecniche per ottimizzare i processi decisionali, permettendo di organizzare le informazioni nel moodo più efficiente possibile. Fra queste le più rinomate sono:
– Astrazione: il processo di compressione di diversi fatti, accadimenti o problemi in una unica teoria generale. È molto utilizzata dagli informatici i quali hanno utilità a creare modelli che possono essere ripetuti più e più volte senza avere la necessità di riscrivere il codice.
–Analogia: usare nella risoluzione di un problema, una soluzione che è stata applicata con successo in un problema analogo.
–Brainstorming: strategia di sviluppo creativo di gruppo nella quale più persone decidono di lavorare ad un problema univoco mettendo insieme una lista di idee personali. Utilizzatissima a livello aziendale.
–Dividi e conquista: tratta dalla citazione Divide et impera di Filippo il Macedone, è la scomposizione di un problema grande in tanti problemi più piccoli al fine di risolverli singolarmente e ricomporli come un unico problema risolto. In informatica gli algoritmi che vengono scomposti ai fini risolutivi vengono chiamati anche Divide et impera.
–Riduzione: possibilità di trasformare un problema senza soluzione in un altro problema per cui una soluzione esiste. Molto utilizzato dai matematici.
–Pensiero laterale: trattare il problema in maniera indiretta, cercando una soluzione creativa ad esso. A tal proposito sono famosi gli studi che riportano come persone non esperte riuscivano, talvolta, a trovare soluzioni originali ma corrette a problemi tipici di un campo, dove persone esperte avevano fallito.
È facile capire come quella del Problem Solving sia un’abilità richiesta in tantissimi ambiti lavorativi. La capacità di saper risolvere problemi complessi in poco tempo è alla base della produttività in determinati settori. Quando si è in una posizione di responsabilità la capacità di prendere tempestivamente decisioni idonee può fare la differenza. Nel campo della finanza ciò è rapportabile agli speculatori o a chi gestisce un capitale attivo. Un altro fattore chiave nel processo decisionale è anche dato dalla capacità di gestire le emozioni, come spiegato negli scritti di Herbert Simon, insignito del Premio Nobel per l’Economia nel 1978. Il suo modello della razionalità limitata ribaltò l’idea della perfetta razionalità del soggetto decisore, portando invece al centro l’uomo, che resta uomo. Il soggetto reale ha a disposizione una quantità limitata di informazioni e fa delle scelte non sempre “ottime” ma spesso solo “soddisfacenti”.
Tali scritti avvicinarono due discipline prima distanti, quella della psicologia e quella dell’economia, creando due vere e proprie branche comuni, l’economia comportamentale e la finanza comportamentale.