Può esservi capitato di sentir parlare di signoraggio bancario in passato, sia come forma di panacea contro tutti i mali, sia come modo del settore bancario di arricchirsi di nascosto. E’ bene quindi capire esattamente di cosa si tratta per evitare fraintendimenti.
L’origine del signoraggio
L’origine del signoraggio risale al Medioevo, in cui chiunque poteva portare dell’oro alla Zecca pubblica, sotto l’egida di un Signore locale, e farselo convertire in monete. Con la conversione in monete il cittadino o il mercante poteva procedre a fare acquisti nel territorio in cui venivano accettate quelle monete.
In cambio del servizio di coniatura, il suddito doveva pagare con una certa quantità d’oro lasciata allo Stato o al Signore. Tale quantità d’oro che entrava nelle casse pubbliche rappresentava il diritto di signoraggio.
Le banconote in Francia
Verso la fine del ‘700 iniziò a diffondersi la banconota come promessa di pagamento futuro di una certa quantità di denaro e oro da parte del sovrano (in particolare in Francia). Potendo stampare quante banconote volesse, il Re le usava per pagare le sue necessità, obbligando i commercianti e i fornitori ad accettarle.
Possiamo allora sottolineare che la differenza di ricchezza tra l’oro effettivamente detenuto dal sovrano e il valore della merce e dei servizi acquistati con le banconote stampate, sia effettivamente un aumento delle possibilità economiche del Re. In pratica sono ricavi dati dalla stampa delle banconote, considerati anch’essi signoraggio.
Il signoraggio delle banche centrali
Oggi il potere di emettere moneta, perlopiù in forma digitale, è prerogativa delle banche centrali. Le banche centrali prestano soldi, quindi liquidità, alle banche commerciali, ricevendo in garanzia dei titoli come le obbligazioni statali. Oppure comprano titoli di Stato sui mercati (come nel quantitative easing) che una volta nel loro portafoglio generano ricavi.
Il signoraggio è quindi l’ammontare di tutti i ricavi percepiti dalle banche centrali. Se è vero che c’è un guadagno, non è vero che ciò vada ad arricchire la banca centrale o i banchieri che ci lavorano. Infatti alla fine dell’anno, quando si approva il bilancio annuale, le banche centrali come la Banca d’Italia trasferiscono i propri utili (guadagni) al Governo, entrando di diritto nelle casse pubbliche.
Nel 2019, l’ammontare degli utili di Banca d’Italia era di circa 7,8 miliardi di euro, una volta sommati a circa 1 miliardo di euro di tasse, possiamo vedere come il signoraggio abbia fruttato all’Italia quasi 9 miliardi.
Per quanto riguarda l’inflazione che dovrebbe essere generata dall’aumento di moneta in circolazione, per fortuna ancora nel 2020 non se ne vede traccia, rimanendo tuttora una domanda in cerca di risposta da molti economisti.