Cos’è il Venture Capital?
Il Venture Capital è una fonte di finanziamento che ha come oggetto di investimento start-up o aziende che non superano i sette anni di vita: dall’alto contenuto tecnologico o innovativo e con un grande potenziale di sviluppo. Nella pratica è implicito un alto grado di rischio, a cui si associano aspettative di grandi ritorni.
I soggetti coinvolti, chiamati Venture Capitalist, sono operatori specializzati. Svolgono professionalmente l’attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, caratterizzate da ottime prospettive di crescita. L’obiettivo è realizzare, nel medio lungo periodo, un elevato Capital Gain. Ciò attraverso lo smobilizzo della propria partecipazione, rivendendo le quote ad un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto. Tuttavia, non si tratta di una forma di speculazione in quanto l’azienda non viene divisa.
Quando si ricorre al Venture Capital?
Le imprese ricorrono al venture capital quando non possono reperire fondi attraverso le fonti di finanziamento tradizionali: il mutuo bancario o l’offerta di titoli sul mercato aperto, come azioni o obbligazioni. E’ il caso in cui un’impresa sviluppi un prodotto innovativo. In quanto tale, non è possibile prevedere con certezza se incontrerà i favori dei consumatori, né permette la stima di flussi di cassa stabili. Entrambe informazioni necessarie per l’ottenimento di un prestito bancario. Al tempo stesso sarebbe difficile offrire azioni al pubblico attraverso le banche di investimento, poiché la neonata azienda non ha ancora dimostrato di avere successo.
Il venture capital gioca quindi un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione di un progetto innovativo le risorse necessario al suo sviluppo, in un momento in cui nessun’altra fonte di finanziamento interverrebbe a causa dell’elevata incertezza dell’operazione.
Origini del Venture Capital
L’attività di Venture Capital si sviluppò negli Stati Uniti verso la fine degli anni Quaranta. Per i primi due decenni, gli investimenti in capitale di rischio si concentrarono soprattutto verso i settori immobiliare e petrolifero. Dalla fine degli anni Sessanta l’interesse si spostò verso le start-up tecnologiche, che rappresentano ancora oggi l’area di investimento più attrattiva.
In Europa il venture capital mosse i suoi primi passi negli anni Ottanta. Fu solo un decennio dopo che i governi iniziarono a percepirne davvero l’importanza come motore di sviluppo dell’economia. Furono quindi promosse misure quali la sovvenzione diretta dell’attività e la creazione di un quadro legislativo con una tassazione favorevole.
Come investe un Venture Capitalist
Alla base di ogni operazione di venture capital si trova un’idea innovativa. Sia essa il frutto di un’attività di ricerca avvenuta in centri universitari, in centri di ricerca e sviluppo o in ambienti industriali. Se l’idea è brevettabile, il documento di proprietà intellettuale rappresenta una garanzia per l’investitore.
La decisione dei venture capitalist di finanziare un certo progetto dipende dai risultati di un’attenta analisi. Essa comprende:
- la redazione di un business plan, nel quale viene illustrata l’idea e spiegato perché sia vincente ed innovativa;
- un’analisi di mercato, sviluppata sul modello delle cinque forze di Porter;
- una stima delle necessità finanziarie dell’impresa o del progetto;
- la definizione di un’opportuna strategia finanziaria.
A questo punto l’investitore ha a disposizione tutte le informazioni necessarie per effettuare una scelta ponderata.
La fase di uscita
L’elevata rischiosità è compensata dagli elevatissimi profitti che si possono ottenere nei casi di successo. In questa ipotesi, l’impresa è divenuta solida e per l’investitore è giunto il momento di smobilizzare le proprie quote e monetizzare il guadagno. La fase di uscita può avvenire secondo tre diverse modalità:
- tramite la quotazione della società in portafoglio (Initial Public Offerings) ed il collocamento delle proprie quote azionarie su un mercato di borsa;
- attraverso il trade sale, ovvero operazioni di acquisizioni condotte da investitori strategici, solitamente soggetti industriali, interessati alla nuova tecnologia o alle quote di mercato controllate dalla società;
- tramite cessione delle quote a un fondo comune di investimento operante su società che hanno già raggiunto la fase dello sviluppo.
I rischi del Venture Capital
Il Venture Capital riguarda progetti ad alto rischio con elevate probabilità di perdita di una parte significativa dell’investimento o del suo intero ammontare. Per una maggiore protezione, quindi, i Venture Capitalist sviluppano spesso un portafoglio di aziende giovani all’interno di un singolo fondo oppure controllano diversi fondi simultaneamente. Queste precauzioni permettono loro di ridurre notevolmente il rischio specifico insisto nell’investimento, come beneficio derivante dalla diversificazione.
Oltre ai rischi, l’investimento in imprese di nuova costruzione porta con sé anche incertezze ed asimmetrie informative. Per ridurle al minimo, i venture capitalist adottano misure che garantiscono loro una migliore sorveglianza dell’operato del management e non è inusuale che essi richiedano un ruolo nel Consiglio di Amministrazione della società finanziata oppure che decidano di erogare fondi per stadi e soltanto se l’impresa dimostra progressi verso l’obiettivo finale.
I soggetti coinvolti nell’attività di Venture Capital
I soggetti coinvolti nell’attività di venture capital si dividono in Società di Venture Capital e Business Angels.
Società di Venture Capital
Le società di Venture Capital si occupano di raccogliere capitali da fondi pensioni, banche, società e soggetti privati e operano come veri e propri intermediari finanziari. Orientati, però, verso le imprese che si trovano nella fase iniziale del loro sviluppo. Aziende del calibro di Apple, Microsoft e Starbucks hanno iniziato la loro ascesa sostenuti proprio da società di Venture Capital.
Una volta raggiunta la somma stabilita, le società possono decidere di specializzarsi in uno o più settori industriali oppure investire sulla base di criteri geografici.
La prima società di venture capital fu la “America Research & Development”, fondata nel 1946 dall’allora presidente del MIT, Karl Compton, e da responsabili di aziende locali.
Le società di venture capital possono essere costituite nella forma di:
- Limited partnership: nella quale vi sono due diverse categorie di azionisti, i limited partners ed i general partners. I primi sottoscrivono le quote del fondo e hanno un potere limitato nella sua gestione. I secondi hanno responsabilità illimitata e si occupano della gestione del fondo, del reperimento dei capitali, della scelta degli investimenti e del rimborso delle quote ai sottoscrittori. La peculiarità di questa struttura è la neutralità fiscale, secondo cui profitti e plusvalenze vengono tassati direttamente in capo ai partners.
- Società per azioni: in cui gli azionisti sono anche investitori.
- Fondi chiusi di investimento: il fondo colloca un numero prefissato di quote e viene gestito esclusivamente dalla management company. Inoltre, i sottoscrittori non possono chiedere il rimborso del loro capitale prima della scadenza contrattuale.
In Italia l’attività di venture capital avviene spesso attraverso la costituzione di fondi chiusi.
Business Angels
Il Business Angel è solitamente un ex imprenditore o dirigente d’azienda che investe in una start-up innovativa apportando, oltre al capitale, anche il suo bagaglio di esperienza. Egli agisce per perseguire un duplice obiettivo:
- partecipare a livello privato al capitale di rischio di piccole-medie imprese non quotate, con l’interesse a monetizzare una significativa plusvalenza al momento dell’uscita (redditività desiderata 20 – 30%);
- contribuire alla riuscita economica di un’azienda ed alla creazione di nuovi impieghi, nella propria regione di residenza, poiché preferibilmente l’area d’investimento è nei pressi della loro sede operativa.
È possibile individuare tre tipologie di business angels: “quasi professionali”, “esperti” e “occasionali”. I primi si caratterizzano per avere alle spalle una lunga esperienza di casi di successo e operano con criteri simili a quelli adottati dai Venture Capitalist. I secondi, in genere, co-investono con un fondo di Early Stage o con altri Business Angels, e sono attenti a selezionare le opportunità adottando criteri più o meno razionali. I terzi, infine, si caratterizzano per investire solo in progetti per cui hanno un interesse personale e le cui motivazioni di investimento sono spesso di difficile interpretazione perché agiscono guidati dall’intuizione.