Il dividendo è una quota di utile che viene distribuito direttamente agli azionisti della società. La decisione di distribuire il dividendo non è obbligatoria, infatti può non essere distribuito alcun dividendo. Questa decisione è presa dagli amministratori della società, che valutano anche l’ammontare del dividendo e la periodicità che può essere semestrale o annuale (solitamente); anche se negli USA il dividendo viene distribuito trimestralmente. I dividendi possono essere distribuiti principalmente in contanti, in azioni, o tramite un aumento gratuito di capitale; e possono essere ordinari o straordinari.
Il dividendo è interpretabile come un segnale positivo dal mercato, infatti lo “notizia” dello stacco del dividendo fa aumentare il valore dell’azione. Anche se va chiarito che nel momento dello stacco vero e proprio, il dividendo fa diminuire il valore delle azioni per un importo pari allo stesso. Quindi si può dire che i due effetti si compensano, ma cosa succede se il dividendo non viene erogato o viene erogato in misura inferiore all’anno precedente? In tal caso non c’è nessun effetto compensativo bensì un effetto depressivo del valore dell’azione. Questo perché, secondo il “Modello di Lintner”, non è importante l’ammontare del livello dei dividendi ma piuttosto la costanza di quest’ultimo.
Le imprese quando erogano i dividendi negli anni, lo fanno in modo costante e molto raramente crescente/decrescente. Questo perché un’impresa che non eroga dividendi o ne eroga di meno, da un segnale al mercato di non aver raccolto abbastanza liquidità da poterla distribuire, ed è sintomo di problemi finanziari. Invece un’impresa che eroga dividendi, dimostra al mercato che è in grado di effettuare una politica sostenibile di erogazione proprio perché è un’impresa sana. Ora immaginiamo che questa impresa abbia fatto il doppio degli utili quest’anno, qualora erogasse anche il doppio dei dividendi, ciò implicherebbe che l’anno successivo per non vedere le proprie azioni perdere di valore, questa impresa dovrebbe erogare una quota almeno pari a quella precedente, e anche l’anno successivo ecc. Ovviamente questa politica non è sostenibile, ecco perché le imprese erogano i dividendi in modo stabile nonostante grossi profitti.
Bisogna tenere in considerazione però che i dividendi seguono il ciclo di vita dell’impresa:
Come possiamo vedere dall’immagine, i dividendi vengono erogati in maniera crescente fino a toccare il massimo nella maturità dell’impresa, ma non vengono erogati all’inizio del proprio ciclo, questo perché gli utili vengono utilizzati per l’autofinanziamento e per investire in progetti che permettono all’impresa di crescere. Con la crescita crescono anche in maniera stabile i dividendi, fino ad arrivare alla fase di maturità dove magari l’impresa è diventata una cash cow ed ha troppa cassa e quindi decide di distribuirli sul mercato, o magari questa impresa non riesce più a stare al passo con le altre e inizia a declinare e con essa declinano anche i dividendi.
Perché l’erogazione dei dividendi fa felici gli azionisti?
Abbiamo visto che il dividendo quindi è un impegno a lungo termine, che “brucia” cassa invece di utilizzarla per progetti a VAN positivo. I dividendi vengono anche tassati una volta erogati, e fanno diminuire il valore dell’azione.
I dividendi però hanno un effetto positivo che sconta tutti questi effetti negativi, prima cosa come ci insegna la finanza comportamentale, gli individui preferiscono avere del denaro immediatamente piuttosto che un’ipotetica somma nel futuro (capital gain). Ma più che altro, per gli azionisti, è meglio ricevere una parte del denaro derivante dalle azioni subito, piuttosto che lasciarlo nelle mani del management che potrebbe utilizzarlo male (come ci insegna la storia), per cui riducono i costi di agenzia tra azionisti e management.
Inoltre, si da un segnale al mercato non indifferente di stabilità e di sanità, perché una società che naviga in cattive acque poiché magari ha investito in cattivi progetti, non è in grado di riscattare la propria immagine sul mercato con l’erogazione di alti dividendi. E ricordando il modello di Lintner, non erogare dividendi stabilmente da un segnale negativo al mercato.
C’è da dire anche che l’erogazione dei dividendi è fondamentale per valutare una società, secondo il Dividend Discount Model di Gordon, il valore di un’impresa è pari al valore attuale delle entrate future, per entrate intendiamo utili, ma più precisamente noi stiamo cercando di valutare il prezzo di un’impresa per gli azionisti, e la grandezza più consona sono i dividendi che riflettono l’effettiva entrata per gli azionisti.
Questa è la formula di Gordon: DPS/(r-g)
Dove:
– DPS è pari al Dividend per Share, che è pari alla somma dei dividendi erogati per ogni azione ordinaria
– r è il costo del capitale
– g è il tasso di crescita degli utili
Questa formula è una rendita perpetua e ipotizza un tasso di crescita degli utili costante, anche se può essere modificata con fattori di correzione che ipotizzano un tasso di crescita costante fino ad una certa soglia, o variabile per dati anni e poi costante, ecc.
Quindi grazie ad una politica dei dividendi, si rende anche più agevole la valutazione di un’impresa.
Alla luce di queste motivazioni, possiamo definire il dividendo non solo come una piccola quota di utile distribuito agli azionisti, bensì come un percorso necessario nella vita di tutte le imprese, un percorso che influenza non solo gli azionisti ma tutti gli stakeholders.
https://startingfinance.com/cose-la-strategia-aziendale/