Nell’immaginario collettivo si tendono a sovrapporre i concetti di fatturato e liquidità, in modo da ritenere che un’azienda con un buon fatturato non possa avere problemi di liquidità e viceversa. Invece spesso accade il contrario, proprio perché un fatturato elevato rende necessario un ampio magazzino e comporta la concessione di numerosi crediti: entrambi sono elementi del cosiddetto capitale circolante, che devono essere finanziati e coperti con disponibilità liquide a breve termine. Soprattutto per quelle piccole imprese che si trovano ad affrontare una rapida crescita nelle vendite, quello appena citato può essere un notevole problema e la criticità, in Italia, è ulteriormente accresciuta dai lunghi tempi di dilazione concessi mediamente ai clienti, molto superiori ai valori degli altri Paesi europei.
L’invoice trading
Per ovviare a tale situazione uno degli strumenti più utilizzati è certamente l’anticipo su fatture, che si realizza tipicamente in banca; negli ultimi anni però si sta diffondendo anche una nuova possibilità attraverso la rete, denominata invoice trading. Si tratta di una forma di lending crowdfunding (trovi qui il nostro articolo su questo argomento) che letteralmente indica la compravendita online di fatture. In sintesi stiamo parlando di piattaforme che mettono in contatto PMI in possesso di fatture da scontare per finanziare il proprio circolante con gli investitori, che possono essere professionali e non.
Il procedimento online avviene attraverso il contatto diretto tra cedente e acquirente della fattura, disintermediando le banche. Non è propriamente un’operazione di raccolta di capitale, ma rappresenta lo smobilizzo di un’attività (una fattura commerciale) ed è pertanto associata agli stessi effetti finanziari, traducendosi in un ingresso di cassa. Si tratta del comparto del crowdinvesting – ossia il crowdfunding online che prevede una remunerazione finanziaria al capitale investito – che è cresciuto di più, aumentando ben otto volte di valore tra il 2016 e il 2017.
I principali fruitori dello strumento sono le piccole e medie imprese che, per varie ragioni (valore nominale del credito esiguo, crediti generati da attività in fase di startup e così via), non riescono a smobilizzare il proprio fatturato attraverso i classici circuiti bancari. I requisiti per le aziende che vogliono accedere a una piattaforma di invoice trading variano a seconda di quella in esame (ad esempio il fatturato minimo richiesto va dai 500 mila euro di Credimi Spa al milione e 500 mila euro di CashMe). In alcuni casi, inoltre, deve essere depositato online almeno un bilancio.
Il funzionamento
Il funzionamento è molto semplice: il credito oggetto della fattura viene posto all’asta, la quale deve concludersi entro un termine di tempo stabilito dalla piattaforma. Per descrivere la procedura si utilizza la frase «The choice is yours», poiché è l’impresa a decidere la percentuale di anticipazione che intende ricevere alla cessione del credito, la percentuale di sconto sul valore nominale che intende riconoscere all’acquirente e i periodi di tempo ai quali agganciare percentuali di sconto progressivamente più alte. La prima si attesta mediamente intorno al 90% del valore nominale della fattura. La parte restante (6%-8%) viene poi corrisposta dal compratore all’azienda, al netto della percentuale a titolo di remunerazione, una volta che il debitore avrà saldato la fattura.
La durata dei crediti ceduti varia dai 45 agli oltre 90 giorni e la cessione può avvenire nella forma pro-solvendo (l’acquirente della fattura può rivalersi sul cedente se il debitore non paga) o pro-soluto (il cedente estingue qualsiasi obbligazione verso l’acquirente e quindi quest’ultimo non può rivalersi su di esso in caso di mancato pagamento del debitore), a seconda della piattaforma scelta. L’impresa, grazie all’invoice trading, può ottenere liquidità dalle sue fatture in media nell’arco di 24/48 ore.
Le piattaforme si differenziano tra loro perché, oltre alle diverse condizioni di cessione del credito, possono effettuare o meno una valutazione sul merito creditizio delle aziende debitrici. In ogni caso, per tali valutazioni vengono presi in considerazione solo i debitori e non le aziende richiedenti. Per questa ragione possono ottenere credito anche le imprese alle quali gli istituti tradizionali lo avrebbero negato. Al fine di remunerare la propria prestazione, questi intermediari virtuali applicano una commissione, che è flessibile a seconda della durata della fattura da scontare e varia dallo 0,4% per fatture con scadenza a 60 giorni allo 0,9% per fatture con scadenza oltre i 90 giorni. L’importo deve essere pagato solo nel caso di buon esito dell’operazione, ovvero a transazione cedente-acquirente avvenuta. Le piattaforme applicano anche un fee di adesione una tantum di circa 400-450 euro. I costi corrisposti per la cessione del credito sono interamente deducibili dalle tasse.
I vantaggi
Il ricorso all’invoice trading garantisce vantaggi sia di carattere generale che specifico. Infatti attraverso di esso si può ottenere un efficientamento del mercato, permettendo l’accesso a quest’ultimo da parte delle imprese poco o per niente bancabili e facendo confluire il risparmio privato nel tessuto produttivo del Paese. La monetizzazione delle fatture con la cessione a investitori privati consente alle imprese di migliorare la solidità finanziaria e superare la stretta bancaria sul credito. Le piattaforme, inoltre, possono essere considerate molto all’avanguardia nell’ambito del fintech, perché, a differenza degli operatori bancari, hanno rivolto una particolare attenzione allo sviluppo tecnologico.
Infine è importante evidenziare come sono presenti ancora dei notevoli margini di crescita per questo segmento, derivanti dalla peculiarità della situazione italiana: negli anni della crisi si è registrata una notevole compressione dell’erogazione di credito commerciale da parte delle banche, ma in Italia il tempo medio di incasso dei crediti commerciali è di 78 giorni, contro una media europea di 47, e quello di pagamento dei debiti ai fornitori è di 137 giorni, mentre in Europa si salda mediamente a 65 giorni.
Come tutte le scelte finanziarie intraprese da un’azienda, però, anche l’anticipo di fatture online presenta dei limiti. Ad esempio va considerato il fatto che i tagli d’investimento sono abbastanza elevati, perché sono determinati dalle singole fatture; inoltre viene a mancare la dimensione collettiva dell’investimento, dal momento che ad ogni fattura corrisponde tipicamente un singolo investitore.
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