È stata una delle Start Up più finanziate nel 2016 della Silicon Valley. Un prodotto piuttosto atipico per gli investitori, ma che li ha comunque attratti per l’innovazione tecnologica: una macchina capace di trasformare preconfezionati pacchetti di frutta e verdura tritati in una bevanda sana e rinfrescante.
L’intero progetto si basa infatti su una macchina dal design minimalista e innovativo, connessa ad internet e dunque al proprio smartphone. Doug Evans, fondatore della società, si è spesso paragonato a Steve Jobs nella sua “ricerca della perfezione” per i suoi centrifugati inimitabili.
Come scrive sul proprio sito, l’idea nasce da due convinzioni: è difficile bere più di cinque centrifugati al giorno e gran parte della popolazione americana non assume sufficienti quantità di frutta e verdura.
Ha così creato Juicero, una centrifuga dalle forme accattivanti ma altrettanto potente nella sostanza — o almeno così dichiarato — in grado di generare una forza pari a 4 tonnellate. “Potrebbe sollevare due Tesla!”, ha sottolineato orgoglioso Evans.
Gli investitori hanno versato in totale la bellezza di 120 milioni di dollari.
Sì, avete letto bene, 120 milioni.
Il prezzo di vendita di ogni macchina è inizialmente di 700 dollari, poi scesi a 600 e ora a “soli” 399 dollari a pezzo. Un affare.
Proprio dopo l’ingresso della Start Up sul mercato con le prime consegne, iniziano a sorgere i problemi. Per la verità, un solo problema: è possibile ottenere lo stesso risultato, ovvero una centrifuga equilibrata e pronta da bere, semplicemente spremendo la confezione con le proprie mani.
Bloomberg ha persino fatto un test con tanto di diretta video in cui viene messo a confronto il tempo di spremitura della macchina con quello della semplice forza umana. In alcuni casi, quest’ultima era persino più veloce. L’utilità di un prodotto da 399 dollari è messa quindi in forte dubbio.
Come ci si poteva attendere, dalle alte sfere della Start Up è giunto un secco no comment, ma alcuni progettisti hanno poi dichiarato ai microfoni dei media Americani che l’azienda è ed era al corrente della possibilità di spremitura manuale, ma che l’utilizzo della macchina è un sistema ovviamente meno dispendioso di energie e più pulito. Inoltre hanno fatto presente che la macchina è dotata di una tecnologia all’avanguardia, che permette di leggere il QR code stampato sulle confezioni e di verificare che il prodotto non sia scaduto.
Se ve lo state chiedendo, la data di scadenza è stampata sulla confezione.
Un vero peccato per Doug Evans, che è considerato in tutta l’America come un luminare per Juice Bar e centrifugati. Nel 2002 aveva infatti creato Organic Avenue, una catena di bar per centrifughe ed altri prodotti innovativi sulla scena Green. Deciso a cimentarsi poi su un reparto tecnologico, Evans ha incontrato non poche difficoltà per la realizzazione del prodotto, che ha richiesto costi importanti e un team di esperti per risolvere problemi di software, di meccanica e di elettrica.
Dopo tre anni e una dozzina di prototipi, il guru delle centrifughe ha poi brevettato la sua finale creazione, il Juicero. Convinti gli investitori a partecipare con due modelli 3D, Evans ha paragonato il suo progetto ai primi Computer di Steve Jobs e alla Nespresso (What else, ci verrebbe da dire).
Tuttavia, almeno due degli investitori hanno deciso di fare marcia indietro, dichiarando inoltre che la macchina finale era molto più grande di quella proposta inizialmente.
Evans, dopo essere stato sostituito come CEO del progetto da Jeff Dunn, ex presidente Coca-Cola, rimane presidente della sua azienda e promette grandi successi e ingenti introiti. Ad oggi, la compagnia vende i pacchetti centrifugati dai 5 agli 8 dollari fino a 17 degli Stati americani, mentre il prezzo della macchina è fermo a 399. I centrifugati all’interno delle buste possono essere acquistati solo da coloro che possiedono la macchina Juicero, ma sono in molti quelli che chiedono alla compagnia di vendere i pacchetti anche a chi ne è sprovvisto, così da poter spremere il contenuto con le proprie mani.
Su internet la storia ha suscitato una certa popolarità e lo scherno generale, ma, come ben si sa, non esiste cattiva pubblicità.