La notizia che ha fatto scalpore è stata quella di uno strano ordine inviato da Mosca a tutti i diplomatici, parlamentari e funzionari russi. L’ obiettivo era di “richiamare” in patria tutti i familiari residenti all’estero e di invitatare la popolazione russa a fare scorte di cibo. Secondo analisti militari lo Stato maggiore russo, durante l’esercitazione “Caucaso 2016” avvenuta a settembre, in caso di guerra, sostituirebbe i governatori civili cosi prendendo il controllo della Federazione russa seguendo lo schema dei quattro distretti militari in cui il Paese é diviso. Negli ultimi due anni diversi analisti militari hanno tentato di simulare e analizzare la reale potenza militare russa su un eventuale attacco preventivo all’Ucraina e alla Polonia. La strategia del Cremlino non è chiara visto che i russi difficilmente fanno trapelare notizie su obiettivi militari. Da Washington il Pentagono afferma che, in caso di conflitto militare con Mosca, l’esercito russo invaderebbe l’Ucraina orientale così assestandosi sul fiume Dnepr. Avanzerebbe poi velocemente su Kiev nel caso in cui i battaglioni da intervento rapido della NATO non entrassero in azione entro 48 ore. Nel 2016 le truppe russe al confine ucraino e di stanza in Crimea, sarebbero in grado di essere operative in 36 ore, in modo da invadere l’Ucraina sud-orientale in pochi giorni e di arrivare a Kiev e a Varsavia in una sola settimana. Dalla Crimea la flotta del Mar Nero potrebbe operare un blocco navale al porto di Odessa e poi attuare un’operazione anfibia per conquistare la città e togliere lo sbocco navale a Kiev. Mosca attuerebbe, prima di un possibile attacco, la chiusura totale del Gas russo verso i paesi dell’Europa portando rivolte interne ai paesi NATO per renderli più vulnerabili. Le repubbliche baltiche sarebbero occupate senza fatica visto la bassa presenza di truppe dell’alleanza (quasi 10mila a discapito dei 40 mila russi appostati al confine con Lettonia,Estonia e Lituania). La Polonia potrebbe essere colpita dai missili Iskander stanziati a Kaliningrad e invasa dall’enclave russa e dalla Bielorussia. In tutto questo Mosca si posizionerebbe al confine con la Germania, rimanendo sulla difensiva, in caso di successo della prima fase. Mosca, sapendo dell’ enorme potenza di fuoco della NATO, non solo chiuderebbe i rubinetti del gas ma finanzierebbe i partiti filorussi dei Balcani e dell’europa centro-orientale per far scoppiare vere e proprie guerriglie urbane, in modo da tenere a bada le truppe dei paesi europei. In questa serie di eventi la Russia sarebbe disposta ad aprire un tavolo negoziale per un’armistizio con la NATO per obbligare l’alleanza e Washington ad abbandonare l’europa orientale e i Balcani in cambio di riaprire i rubinetti del Gas. Vogliamo ricordare che questo è solo un tentativo di simulare un possibile conflitto armato tra la NATO e la Russia, sperando che si possa evitare in qualsiasi modo. Se mai dovesse succedere tutto questo porterebbe ad un assoluto stravolgimento dei fronti e delle forze predominanti in ambito europeo e non solo.
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