“Anche Theresa May, sempre più fiduciosa nel successo di Brexit, dovrà attendere la decisione del Parlamento.”
Nella mattina del 24 gennaio, con 8 voti favorevoli e 3 contrari, la Corte Suprema Britannica ha deliberato che l’attuazione dell’articolo 50 del trattato di Lisbona deve essere approvata dal parlamento Britannico. La sentenza da ragione all’attivista anti-Brexit Gina Miller, che aveva chiesto al massimo organo giudiziario del Regno di analizzare la posizione del Governo che non voleva passare per il Parlamento. La sentenza toglie il potere di veto alle nazioni che costituiscono il Regno Unito. Quindi Londra non dovrà interpellare i parlamenti di Scozia, Galles e Irlanda del Nord. La stessa May ha dichiarato di sentirsi delusa dalla sentenza ma che non fermerà la Brexit. Anche il ministro della Giustizia ha dichiarato che la sentenza rappresenta solamente un rallentamento all’apertura dei negoziati.
Theresa May stabilisce la linea Statalista
Il governo conservatore di Theresa May cambia strategia economica, promettendo di attuare una politica più statalista a sostegno dell’industria e dell’economia nazionale in vista della Brexit. L’inquilina di Downing Street ha assicurato che “Il governo intende intervenire” sulla strada di “un ruolo nuovo e più attivo”. La Premier ha rilasciato queste dichiarazioni dopo una riunione del Gabinetto dedicata ai piani di sviluppo per il rilancio delle aree deindustrializzate dell’Inghilterra Settentrionale. La strategia prevede, inoltre, un cospicuo investimento del governo britannico in infrastrutture su “banda larga, trasporti, energia” e nel favorire la crescita. La premier ha anche annunciato un piano in 10 punti, in cui vengono indicati in modo più ampio e dettagliato i settori (dal sostegno alla ricerca, innovazione e formazione, agli aiuti per le iniziative nascenti, fino a un tavolo di coordinamento con le imprese) in cui il governo di Sua Maestà intende ‘supportare’ il business privato nella transizione verso il divorzio dall’Ue sancito dalla Brexit.
La nuova Anglosfera: USA-Regno Unito-Commonwealth
Venerdì 27 gennaio il Presidente Donald J.Trump riceverà la visita del primo ministro Britannico Theresa May. Il summit si concentrerà soprattutto su un possibile accordo commerciale tra le due potenze anglosassoni. Prima di questo, Londra dovrà affrontare i complicati negoziati con l’Unione Europea. Downing Street si muove su molti fronti diplomatici per mantenere aperti canali con Canberra e Washington. Theresa May, al forum economico di Davos, ha dichiarato che il suo governo ha già lanciato colloqui commerciali con l’Australia e la Nuova Zelanda. La campagna della Global Britain inizierà il 27 gennaio da Washington D.C . Oltre a Washington, Londra si muove per riallacciare i rapporti con le principali nazioni del Commonwealth. In un articolo pubblicato sul Telegraph il segretario britannico responsabile del Commercio internazionale, Liam Fox, ha dichiarato che “almeno 12 Paesi nel mondo sono pronti a rafforzare i legami col Regno Unito” sottolineando che “dal referendum sull’Unione Europea gli investimenti esteri hanno superato i sedici miliardi di sterline, un chiaro segnale di fiducia”. I Progetti di Londra sono chiari: far tornare al centro il Commonwealth.