Situazione Patrimoniale del Milan degli ultimi anni di Berlusconi alla Presidenza
La situazione economico-patrimoniale del Milan prima delle cessione delle azioni da parte di Fininvest non era per niente positiva, di fatto tutti i bilanci degli ultimi 10 anni sono in costante perdita, in media 50 milioni per esercizio concluso. Il principale “colpevole”, come si evince dai bilanci del suddetto periodo, sono i costi per il personale, con un ammontare annuo di circa 250 milioni di euro, complici anche gli ammortamenti, stanziati annualmente di circa 50 milioni. La partecipazione inerente alla società calcistica nell’anno della cessione, era iscritta a bilancio della Fininvest (la Holding della famiglia Berlusconi) al valore di 577 Milioni di euro, considerando che il valore nell’esercizio 07\08 era intorno al miliardo, possiamo renderci conto facilmente di come le perdite conseguite negli anni abbiano condotto a tal minor valore la partecipazione iscritta all’attivo.
Si è ipotizzato che la cessione del Milan sia stata effettuata per coprire i problemi finanziari della Fininvest relativi alla Mediaset, la società del gruppo più redditizia con circa 3 Miliardi di utile, preda di una scalata ostile da parte del gruppo di Vivendì.
Fase Pre-Acquisition
Yonghong Li è un imprenditore cinese che secondo le proprie dichiarazioni possiede miniere di fosfati (il New York Times ha smentito questa dichiarazione) e operante nel settore del packaging e nell’immobiliare. Attraverso la creazione di diverse società veicolo con sedi in Lussemburgo e alle British Virgin Island, entrambi Paradisi Fiscali, ha tentato la scalata ai 740 Milioni per l’acquisto del 99,93% del Milan, inizialmente attraverso il pagamento delle famose caparre, senza però avere successo poichè superato il termine previsto nel preliminare di vendita per il closing. Si opta in secondo momento per la doppia tranche, la prima considerava le 3 caparre di 100 Milioni più il restante in un obbligazione di pagamento futuro, mentre la seconda fu depositata per intero (370 Milioni) nello Studio Gianni Origoni & Partners (Advisor dell’operazione).
il 13 Aprile 2017 Fininvest ha comunicato la cessione del Milan alla Rossoneri lux, società di diritto lussemburghese.
Indebitamento per l’acquisizione
Uno dei problemi principali dell’attuale indebitamento eccessivo del Milan è dovuto alle fonti attraverso cui fu finanziata l’acquisizione, in particolare nel prestito di 303 Milioni ottenuto dal Hedge Fund americano Elliott, scadenza 18 mesi al tasso dell’11,5%, ottenuto soltanto sottoscrivendo il pegno delle azioni in caso di mancata restituzione prevista per fine ottobre 2018.
Secondo ilSole24ore l’esposizione debitoria totale si aggira, compresi interessi finanziari intorno ai 577 Milioni di euro di cui :
- 303.000.000 € prestito a breve termine al tasso 11.5%,
- 200.000.000 € debiti del Milan pre-acquisition,
- 7.000.000 € finanziamento con Teamway (Ente Creditore di Hong Kong) al tasso d’interesse del 24%,
- 47.000.000 € in oneri finanziari.
L’indebitamento sopra riportato non tiene conto delle perdite che sono state coperte da ricorrenti aumenti di capitali e rifinanziamenti di provenienza dubbia, tanto che la procura di Milano ha aperto un fascicolo per riciclaggio.
Problemi di Continuità Aziendale e di Business Plan
La missione dell’ A.D. Fassone nella city londinese, alla ricerca di capitali per circa 400 Milioni per il rifinanziamento, non sembra essere andata a buon fine. Le motivazioni riguardano in primis il Business Plan del Milan che prevedeva la qualificazione in Champions League già nel 2018, ed inoltre, vi è un flusso in entrate inferiore alle attese di 90 Milioni derivante dalle vendite in Cina. Già questi due punti dolenti bastano per allontanare la benevolenza di eventuali investitori, in più c’è la delicata questione della continuità aziendale.
Per continuità aziendale si intende, come riportato nel documento ISA 570 (International Standard Auditing), in estrema sintesi che la società deve in un arco temporale, tipicamente non inferiore a 12 mesi, garantire che con la normale gestione le attività siano sufficienti a coprire le passività. Indizi di non continuità sono ad esempio:
- la forte dipendenza da prestiti a breve non rinnovabili o rimborsabili,
- bilanci storici e prospettici con Cash Flow negativi,
- cessazioni del sostegno finanziario da parte di investitori.
Questa situazione comporterebbe l’impossibilità di funzionamento e la successiva liquidazione della società. Secondo molti esperti la quota che Yonghong Li dovrà versare ad Ottobre sarà di circa 370 Milioni, nel caso in cui ciò non fosse possibile, come si teme, le azioni finirebbero pignorate dall’Hedge Fund di Elliott pur di garantire tale continuità e non finire nella fase liquidatoria, in questo scenario il destino del Milan sarebbe nelle mani di un fondo speculativo che potrebbe non avere intenzione a presidiare la società. La strada più favorevole da percorrere è la ricerca di nuovi soci, che porterebbe l’ingresso di nuove disponibilità liquide per far fronte ai debiti a breve e ricapitalizzare la società.
Pillole di Fiscalità
La plusvalenza di Finivest, ovvero la differenza del prezzo di vendita e del valore iscritto all’attivo della partecipazione del Milan, è tassata solo al 5%, tra l’altro differibile in 5 anni, questo è tutto regolare, infatti esiste all’interno del testo unico sulle imposte una norma che consente di esentare il 95% se la Holding (Fininvest) detiene le partecipazioni da più anni ed esse non sono di società Immobiliari.