La moneta ha subìto molti cambiamenti nel corso della storia. Prima della sua nascita la forma di scambio più utilizzata era il baratto: si scambiavano beni per riceverne in cambio degli altri.
Le civiltà dell’Asia minore prima, dell’antica Grecia poi cominciarono a scambiare beni in cambio di monete d’argento.
L’utilizzo di metalli preziosi come moneta durò molte centinaia di anni finché non si presentò un grave problema: la sicurezza. Trasportare grandi quantità di moneta significava trasportare valori eccezionali, che potevano essere derubati o persi.
Ecco perché con la nascita delle prime banche in Italia nel 1300, nascono le note di banco. Quelle che noi chiamiamo banconote.
Gli orefici toscani (al tempo i primi a divenire una sorta di banca) si occupavano di custodire i preziosi dei propri clienti, consegnando in cambio delle note (le note di banco appunto) sul quale veniva indicato il valore depositato.
Con la loro diffusione queste note cominciarono ad assumere un valore proprio e servivano per effettuare scambi: i preziosi e le monete di oro ed argento non venivano più spostate dalla loro cassaforte presso gli orefici.
L’evoluzione di questa pratica si ebbe con le grandi spedizioni marittime, quando le vere e proprie banche cominciarono ad avere delle filiali in giro per il mondo.
Un mercante invece di trasportare per mare il proprio tesoro, lo depositava in banca ottenendo una nota di banco. Una volta giunti a destinazione, recandosi presso la filiale della banca ricevevano lo stesso controvalore di metalli preziosi consegnando la nota di banco: la stessa funzione che hanno per noi oggi gli assegni.
Rispetto a come la utilizziamo oggi, non è cambiato molto: la moneta, in generale gli strumenti di pagamento sono basati su un complesso sistema di fiducia reciproca. Monete, banconote ed assegni non hanno un valore proprio, ma rappresentano esattamente il valore dei beni che si possono acquistare con quello strumento.
Le banconote che utilizziamo non valgono realmente 5,10 o 20€, ma è la società e l’utilizzo continuo di questo strumento che fanno sì che mantengano il proprio valore.
I custodi di questa fiducia sono le banche: quando facciamo un bonifico, depositiamo denaro, versiamo un assegno, il valore che viene registrato diventa un numero elettronico.
E’ solamente la fiducia in questo sistema di pagamento, e la garanzia della banca che si fa custode di questo denaro a fare in modo che 10€ versati in una città, abbiano lo stesso valore in un’altra.
Fino a pochi decenni fa è resistito uno degli ultimi baluardi nell’utilizzo di un oggetto diverso dalla moneta come bene di scambio: in piccoli villaggi della Micronesia fino all’inizio del ‘900 lo strumento di pagamento utilizzato era una pietra sferica, che veniva chiamata Rai. Questa pietra aveva un valore differente in base alla propria dimensione, peso, e soprattutto variava valore in base a chi la aveva detenuta in precedenza. Se il suo trasporto aveva contribuito ad una spedizione eroica, quella pietra assumeva un valore molto elevato.
Questa “moneta” basava la propria esistenza sulla fiducia del popolo che la utilizzava: è così forte questo attaccamento alle Rai, che addirittura alcune pietre finite in fondo all’oceano a seguito di naufragi continuano ad avere valore per i propri possessori, che possono ancora effettuare scambi.
Oggi la moneta è sempre più smaterializzata: ogni anno cresce l’utilizzo di internet banking, trasferimenti di denaro e nuove tecnologie che fanno diminuire l’uso di moneta contante.
Notizia di pochi giorni fa, è che Facebook potrà operare come “banca” in tutto il territorio europeo: già da tempo negli Stati Uniti è possibile trasferire denaro attraverso l’applicazione Messenger. Pochi clic e viene trasferito del denaro, che piano piano dimentica la sua storia come merce o come moneta fatta di un metallo prezioso.
Allo stesso modo l’avvento dei Bitcoin, le monete virtuali sta cambiando il modo in cui pensiamo la moneta. Un intricato sistema di algoritmi permette di poter scambiare denaro in totale sicurezza, e garantendo la massima fiducia da parte di chi la utilizza.
In questo processo di smaterializzazione della moneta le banche dovranno far valere il proprio ruolo, quello di essere state le prime e sole istituzioni per molti secoli a fare da garante del valore del sistema di pagamento delle persone: la moneta.