La moneta è uno strumento che in tempi antichi ha permesso il passaggio da un’economia di baratto ad un’economia monetaria, un’evoluzione di importanza eccezionale. La moneta permette di ovviare al problema tipico del baratto per cui gli scambi avvengono solo in presenza di una doppia coincidenza. Facciamo l’esempio di uno scambio tra due agenti X e Y: affinché avvenga la transazione, l’agente X non solo deve avere ciò di cui l’agente Y ha bisogno, prima coincidenza, ma l’agente Y stesso deve essere in possesso dei beni che la controparte X richiede per concludere lo scambio, seconda coincidenza. Questa situazione rende gli scambi in un’economia di baratto incredibilmente difficoltosi ed improbabili.
Sembra che la prima moneta metallica sia stata realizzata in Lidia, l’antica regione dell’Asia Minore, nel 685 a.C., eppure si suppone che in precedenza altri strumenti abbiano ricoperto il ruolo di moneta pur non avendo la forma ovale e la classica materialità metallica delle monete a cui siamo abituati. Alcuni ipotizzano che potrebbero essere state utilizzate le conchiglie, ad esempio.
La moneta svolge tre funzioni: riserva di valore, mezzo di pagamento e misura del valore. Per adempiere in modo efficace a tali funzioni, la moneta deve godere di alcune caratteristiche. La prima e cruciale è che gli sia riconosciuto valore, se così non fosse diverrebbe inadeguata per svolgere il peculiare ruolo di facilitatore degli scambi. Per garantirne il valore si può contare sul valore intrinseco del materiale di cui la moneta stessa è fatta. Ad esempio, nell’antica Persia del V secolo a.C. circolava il darico, una moneta fatta interamente d’oro: tanto bastava per garantirne il valore.
Un’altra possibilità è di ricorrere alla moneta legale. In questo caso la moneta in questione è l’unica che ha, ex lege, il potere di estinguere le obbligazioni in denaro, come le tasse. Di conseguenza essa verrà accettata come forma di pagamento sia per poter pagare le proprie obbligazioni verso lo Stato, sia perché si è obbligati per legge.
Quest’ultimo è il tipo di sistema monetario attualmente in funzione nell’Eurozona e nella maggior parte del mondo. Il sistema prevede che la Banca Centrale, unico soggetto autorizzato a stampare banconote, gestisca l’offerta di moneta in modo tale da contrastare l’inflazione eccessiva (sopra il 2/3%). Inoltre, non è pensabile che l’imposizione legale possa da sola garantire l’accettazione della moneta come mezzo di pagamento, sono necessarie anche una diffusa fiducia sia nei confronti del sistema fiscale che in quello di emissione. Si pensi al caso venezuelano: i cittadini esasperati dall’iperinflazione hanno deciso di utilizzare il Bitcoin per le loro transazioni, sostituendolo al Bolìvar, l’ex moneta ufficiale[1]. Per tale ragione la moneta usata in questo sistema è definita anche moneta fiduciaria.
Esiste un terzo metodo per garantire il valore della moneta, in tale sistema la moneta viene definita moneta rappresentativa. In quest’ultimo caso tutto si svolge come nel caso precedente (moneta legale) ma con una fondamentale eccezione: è possibile recarsi presso la banca centrale e scambiare le proprie banconote con l’oro di riserva della banca centrale. La razionalità di ciò è che il valore della moneta è garantito dall’oro e le banconote non sono altro che il titolo ad avervi diritto. E’ chiaro che ciò impone delle limitazioni alla quantità di moneta che può essere emessa, perché condizionata dalle riserve auree disponibili. Poiché i sistemi economici moderni sono terribilmente affamati di moneta e le riserve auree diverrebbero un’importante limitazione alle manovre di politica monetaria, si è deciso di abbandonare tale soluzione per adottare la moneta legale, molto più flessibile e adatta alle esigenze di una dinamica economia capitalista.
Un’altra importante caratteristica che permette alla moneta di facilitare gli scambi è che sia facilmente trasportabile. Nell’antichità spostare pesi considerevoli per lunghe distanze era estremamente costoso. Di conseguenza, invece di trasportare le merci, era molto più comodo movimentare monete, a patto che fossero facili da trasportare. Ecco perché usiamo come moneta banconote e monetine e non lastre di marmo. Può sembrare una banalità eppure la trasportabilità è una caratteristica molto importante della moneta perché ne facilita la circolazione.
La terza caratteristica è che non sia possibile falsare la moneta2. Nel caso ciò fosse possibile, il rapporto di fiducia reciproca stabilitosi tra gli agenti economici verrebbe messo a rischio. Infatti gli agenti economici non sarebbero disposti a concedere dei beni ad un soggetto che non si è guadagnato il diritto attraverso il lavoro, all’interno del sistema economico, di usufruire dei beni prodotti dal sistema economico stesso. Infatti, la moneta altro non è che proprio quel diritto: un credito, se vogliamo, nei confronti del sistema economico in cui l’agente opera. Tale diritto/credito è stato guadagnato grazie ai beni e/o servizi offerti in precedenza al sistema economico stesso. Perciò è importante che la moneta non sia facilmente replicabile: perché oltre a favorire le truffe e danneggiare la fiducia all’interno del sistema monetario, permetterebbe a chi falsa le monete di usufruire di servizi e beni senza offrire nulla in cambio, comportandosi, cioè, da parassita. Quanto detto è ancora più valido sotto l’assunzione che il sistema economico sia equo e offra a tutti gli agenti le stesse possibilità di guadagno.
- Adesso il governo Venezuelano sta cercando di ovviare a questa problematica lanciando una nuova moneta digitale chiamata PETRO che non dovrebbe essere soggetta alle pressioni inflazionistiche del Bolìvar.
- Questa affermazione non è valida sotto l’assunzione che si parli di moneta che trae il suo valore dal materiale con cui è fatta, come le monete d’oro.