La storia della famiglia più ricca d’Italia comincia nel 1946 con l’inaugurazione del Laboratorio Ferrero, piccola azienda di produzione di cioccolato localizzata ad Alba.
Il fondatore Pietro Ferrero, per ovviare alla scarsità di cacao causata dalla recente guerra, inventò il Giandujot, un impasto composto da cioccolato e dalle meno costose nocciole, economiche e abbondanti nel territorio piemontese.
La versione più cremosa del Giandujot, la Supercrema, venne lanciata sul mercato qualche anno più tardi, nel 1949, e raggiunse con successo l’intero territorio nazionale grazie anche all’efficiente rete di vendita organizzata da Giovanni Ferrero, fratello di Pietro.
Il boom economico
Dal 1957 Michele, figlio di Pietro, assunse la guida dell’azienda dopo la morte del padre e dello zio. Alla sua spinta imprenditoriale si deve l’internazionalizzazione dell’azienda, che iniziò dalla Germania per proseguire in tutta Europa, poi negli USA e fino all’Australia e HongKong.
Alla sua vena creativa si deve invece l’introduzione dei nuovi brand che ne avrebbero segnato il successo mondiale: Mon Chéri nel 1956, la linea Kinder nel 1968, Tic-tac nel 1969 e Ferrero Rocher 1982.
Nel 1964 la Supercrema, con la ricetta migliorata grazie anche all’accessibilità di tutti gli ingredienti durante il boom economico, venne ribattezzata con il nome di Nutella, che richiama in tutto il mondo al sapore di nocciole.
I Ferrero oggi
Dal 1997 i due figli di Michele, Pietro e Giovanni, diventano co-Ceo di Ferrero. Giovanni si occupa della parte creativa e strategica, mentre il fratello maggiore Pietro si dedica alla gestione operativa dell’azienda, fino alla sua tragica scomparsa nel 2011.
Dalla morte del padre Michele, avvenuta nel 2015, Giovanni riveste il ruolo di presidente esecutivo e detiene la maggioranza: per Bloomberg Billionaires è l’uomo più ricco d’Italia, 29° al mondo, con un patrimonio di 32,9 milioni di dollari. Sua madre, Maria Franca Fissolo, è presidente onorario e, seguendo l’impostazione lasciata in eredità da Michele, l’intera famiglia continua a mantenere un profilo estremamente riservato. Intorno agli impianti di Ferrero è in vigore un livello di sicurezza tale da esser stato paragonato addirittura a quello della Nasa.
Un taglio con il passato
Attualmente la Ferrero ha sede in Lussemburgo, produce in 31 stabilimenti nel mondo e commercializza in 170 Paesi. Al contrario del suo atteggiamento riservato che lo accomuna a tutta la sua famiglia, le strategie di Giovanni sono in netto contrasto con il passato.
Nel 2017, ad esempio, ha assunto il primo CEO esterno alla famiglia, Lapo Civiletti, insieme al quale promuove una strategia di crescita costante del fatturato attraverso diverse acquisizioni di marchi esteri.
L’obiettivo dichiarato è di +7,33% l’anno, per riuscire a duplicare il fatturato in 10 anni. In base ai risultati del 2019, in cui il fatturato è cresciuto del 6,2%, la strategia sembra funzionare, ma i suoi oppositori si chiedono se l’acquisizione di marchi dolciari minori, non collegati all’italianità e alla forza dei marchi tradizionali Ferrero, possa davvero essere una strategia vincente nel lungo termine.