Anthony De Angelis, detto “Tino”, nasce a New York nel 1915 da una famiglia di immigrati italiani. Dopo un periodo di lavoro come apprendista macellaio, a 20 anni ottiene il controllo della Adolf Gobel Inc, un’azienda del New Jersey che si occupava del confezionamento della carne. De Angelis inizia così la sua carriera imprenditoriale con ambizione e determinazione. Tuttavia dopo poco tempo “quell’ometto grasso” (così è stato definito dallo scrittore Norman C. Miller) si trasformerà in una persona avida e scorretta.
Nel secondo dopo guerra il governo americano era ben disposto ad aiutare le aziende. Il ritorno ad un livello elevato di domanda interna aveva spinto l’amministrazione centrale a stringere accordi aziendali molto favorevoli per gli imprenditori. De Angelis sfrutta questa situazione e, grazie al “National School Lunch Act”, firma con il governo un contratto di fornitura pluriennale di carne per le scuole. Nel 1952, però, si scoprirà che la carne venduta non era sottoposta ai controlli necessari per legge. L’azienda Adolf Gobel Inc fallisce e lui viene multato con un’ammenda di 100.000 dollari. Inizia così la carriera da truffatore di Tino De Angelis.
La Allied Crude Vegetable Oil Refining Company
Nel 1955, De Angelis fonda la Allied Crude Vegetable Oil Refining Company, società che si occupa della raffinazione e della vendita di oli vegetali. Tramite questa nuova azienda, riesce ad ottenere fondi da un programma governativo chiamato Food for Peace. L’iniziativa, nata sotto il governo del Presidente Eisenhower per aiutare le nazioni in difficoltà e migliorare i rapporti internazionali, permette alle industrie del settore agro-alimentare di esportare i loro prodotti a basso costo.
Alla fine degli anni ’50 la compagnia di Tino De Angelis fatturava 200 milioni di dollari e l’azienda non mostrava segnali di debolezza. L’attività, legata all’inizio al solo olio vegetale, si era estesa anche al cotone ed alla soia. La Allied Crude Oil aveva bisogno di capitali di debito per ingrandire e diversificare il proprio business. Tra i finanziatori figuravano Bank of America ed American Express. Quest’ultima investì nell’azienda di De Angelis tramite il sistema Field Warehousing. Con questa modalità si possono concedere crediti in base alla quantità di scorte presenti in magazzino, perciò gli oli vegetali negli stabilimenti della Allied Crude Oil diventarono la garanzia dei prestiti.
Con i mesi le scorte di De Angelis aumentarono, il business si allargò ed i finanziatori, anche in virtù del buon rapporto con American Express, concedettero sempre più capitali all’azienda. Nel grande deposito di Bayonne, in New Jersey, ci sono 138 grandi silos, ispezionati periodicamente da American Express per verificare le disponibilità e la solidità dell’azienda.
La truffa dell’acqua di mare
Gli ispettori, quado si presentavano, si recavano in cima ai serbatoi per misurare il livello dell’olio e stimare la quantità presente nella cisterna. In realtà, però, i serbatoi erano quasi del tutto pieni di acqua di mare alla quale l’olio veniva aggiunto solo al momento dei controlli. In questo modo, i prestiti e gli investimenti sulla Allied Crude Vegetable Oil Refining Company venivano concessi sulla base di un valore gonfiato della società, rappresentando quella che potrebbe essere vista come una bolla speculativa artificiale.
Per mascherare la truffa De Angelis escogitò una strategia che lo porterà dopo pochi mesi alla rovina totale. L’imprenditore italo-americano comprò enormi quantità di olio di soia e futures sullo stesso sottostante. L’acquisto fisico avrebbe spinto in alto il prezzo della materia prima e l’acquisto di futures ad un prezzo più basso, che gli avrebbe permesso di guadagnare rivendendo poi il prodotto fisico. De Angelis, però, non disponeva di un capitale tale da poter spostare da solo il prezzo dell’olio di soia così, alla fine del 1962, iniziarono le prime crisi di liquidità dell’azienda.
I clienti cominciarono a lamentarsi di non ricevere la merce acquistata e pagata, i debitori cominciavano a vedere superate le scadenze per la restituzione del denaro. Nel novembre del 1963, l’American Express mandò degli ispettori per un controllo approfondito dei silos. La truffa che De Angelis portava avanti da anni venne così smascherata.
Dopo essere stato accusato di truffa e cospirazione, Anthony De Angelis viene condannato a 20 anni di carcere. Dopo 7 anni uscirà di prigione, ma vi ritornerà poco dopo per un’altra piccola truffa e ancora una volta nel 1992 per aver comprato 1,1 milioni di dollari di carne con un assegno scoperto.
Il crollo in borsa di American Express e lo storico investimento di Warren Buffett
Lo scandalo di cui Tino De Angelis si è reso protagonista ha avuto enormi ripercussioni. A fronte di 150 milioni di dollari presi in prestito da 51 società finanziarie. Le casse della Allied Crude Vegetable Oil Refining Company potevano coprire solo il 4% dei debiti. Il 19 novembre venne dichiarato il fallimento della Allied Crude Oil.
Due delle 51 società finanziatrici della società di De Angelis fallirono ed altre si trovarono in grave difficoltà. Un clima generale di tensione aleggiava su tutta Wall Street. Il future sull’olio di soia in quattro giorni perse più del 20% del suo valore. L’assassinio di John F. Kennedy del 22 novembre 1963 non fece altro che alimentare il sentimento negativo, tanto da spingere il NYSE a sospendere le contrattazioni. La quotazione di American Express, la società più esposta verso l’azienda di De Angelis, passò da 65 a 37 dollari per azione in circa tre mesi, perdendo più del 50%. Tuttavia, da ogni scandalo che si rispetti, al netto di criminali e truffatori, derivano occasioni di investimento.
Negli anni in cui De Angelis truffava mezza Wall Street nasceva la Buffett Partnership Ltd. Dopo l’esperienza nella Graham-Newman, il giovane Warren Buffett apriva questa nuova società con altri sette soci. Dopo il crollo di AXP (codice in borsa di American Express) Buffett, volendo capire il reale stato di salute della società finanziaria, decise di andare in giro per negozi e banche, come era solito fare. I prodotti American Express, tra cui le carte ed i traveler cheque, venivano richiesti ed utilizzati senza problemi da moltissimi clienti.
Quello che può essere ricordato come lo scandalo aziendale più grande di quegli anni non aveva scosso in alcun modo i consumatori clienti di American Express. Buffett decise così di investire sulla società. Comprò 13 milioni di dollari di azioni AXP investendo il 25% del capitale della Buffett Partnership Ltd ed acquisendo il 5% del capitale della società finanziaria statunitense. In una decina di anni il titolo è cresciuto di circa 10 volte, garantendo a Buffett e soci guadagni milionari. Questa è stata una delle prime grandi operazioni che hanno reso celebre Warren Buffett, rappresentando un caso esemplare di come muoversi al meglio nel mondo dei mercati finanziari.