Le bolle sono fragili, più aumentano le loro dimensioni e maggiore è la probabilità che l’aria all’interno le faccia esplodere. In ambito economico-finanziario, spesso, sono state la causa di profonde crisi sistemiche, a tal proposito si parla di bolle speculative. Una bolla speculativa consiste in una particolare situazione del mercato azionario, caratterizzata da un’eccessiva euforia degli investitori, causata da una abbastanza marcata sopravvalutazione di un’azienda, di un mercato o di una qualunque cosa che possa essere oggetto di investimento. Quando un prodotto finanziario è sopravvalutato diverrà anche più richiesto, il che gonfierà ulteriormente la sua valutazione. Fra i più celebri esempi di questo fenomeno si ricorda la bolla scoppiata in Olanda nel ‘600, riguardo la domanda di bulbi di tulipani, oppure quella relativa al mercato immobiliare del 2008.
Il fenomeno delle bolle speculative rappresenta un esempio di come i mercati finanziari, spesso, si muovano seguendo dinamiche irrazionali, tant’è che è possibile definire le bolle come anomalie legate a fattori psicologici. Il miraggio del guadagno facile, assieme all’ondata di entusiasmo collettivo, fa sì che l’investitore tenda ad agire di impulso. Quando si compra un determinato titolo per fini speculativi, lo si fa per rivenderlo ad un prezzo maggiorato nel breve-medio termine. Nel caso di una bolla speculativa, il valore di un’azione continua a crescere in modo significativo per un periodo, finendo per superare di molto quello effettivo. Infatti, nel mercato finanziario, il valore di un’azienda o di un prodotto di solito si basa soprattutto sul potenziale di crescita che gli si attribuisce, se questo potenziale non corrisponde alla realtà, però, si crea una bolla speculativa, più o meno grande, che crea un corrispettivo “buco” nel mercato.
Ogni bolla finanziaria ha origine da uno spostamento di massa dell’interesse verso un particolare oggetto di investimento all’interno del mercato. Un elemento chiave, inoltre, sono i tassi di interesse, dato che questo tipo di operazione è caratterizzata da un’elevata leva finanziaria. Avviene, infatti, che gli investitori prendano in prestito denaro, mossi dalla convinzione di trovarsi davanti ad un guadagno sicuro e facile. Quest’ultimo aspetto è il principale motivo per cui lo scoppio di una grossa bolla puà portare una crisi sistemica del sistema economico-finanziario. L’eccesso di liquidità presente nel mercato, grazie ai bassi tassi di interesse, contribuisce a gonfiare gli asset, finendo per ingrandire la bolla.
Come si crea una bolla speculativa
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Fase 1 – Nascita e crescita
Questa fase è caratterizzata dall’eccesso della domanda, che spinge verso l’alto il prezzo di un titolo. Ad investire somo soprattuttto figure istituzionali, che muovendo ingenti capitali impattano più di tutti sulla valutazione. Si crea, quindi, il meccanismo per cui l’eccesso di domanda fa crescere il prezzo, la crescita del prezzo fa guadagnare i primi operatori che vedono confermate le previsioni iniziali, tutto ciò attira in massa nuovi investitori.
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Fase 2 – Bolla speculativa
Questa fase è caratterizzata dall’ingresso nella bolla anche degli investitori medio-piccoli, da notare come questi acquistino a prezzi ormai più alti rispetto ai grandi investitori istituzionali.
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Fase 3 – Rischio di scoppio della bolla
Arrivati a questo punto, il valore stimato è molto più alto di quello reale, il che si può cacolare a partire alcuni indici di riferimento, come il rapporto P/E (Prezzo sugli utili). Livelli molto alti di suddetto rapporto (orientativamente al di sopra del 15) comunicano un principio di sopravvalutazione del titolo, pertanto se si raggiungono cifre molto elevate (intorno al 27-30) allora questo può rappresentare un campanello d’allarme per un crollo imminente.
Le cause dello scoppio di una bolla possono essere due. La prima è che si arriva a prezzi così alti che nessuno vuole più investire e la domanda subisce una brusca frenata. Inoltre, coloro che vi sono dall’inizio riconoscono un ottimo livello di prezzo in uscita ed iniziano a chiudere la propria posizione vendendo in blocco le azioni. Tutto questo trascina rapidamente in basso il valore del titolo, innescando un meccanismo opposto rispetto alle prime due fasi: l’euforia si trasforma in paura e tutti cercano di vendere le loro quote nel minor tempo possibile per minimizzare le perdite.