Alibaba è un’azienda di e-commerce fondata in Cina alla fine degli anni ’90. Sulla bocca di tutti a partire dal 2014, anno della sua quotazione a Wall Street, la sua crescita è andata di pari passo alla maturazione economica e politica della Cina. A partire dagli anni 80 la Cina ha infatti iniziato a crescere a ritmi vertiginosi, con un Pil e una produzione industriale a doppia cifra. Una lunga e importante riorganizzazione del sistema interno, la manifattura, la produzione a basso costo e un processo di innovazione tecnologica sono stati i punti cardine per far diventare oggi il paese asiatico una super potenza, economica e politica. Bisogna poi tener conto dell’occidentalizzazione della Cina, che ha avuto una lunga serie di ripercussioni: la diffusione di internet in un bacino di utenza con enorme potenziale, migliori rapporti politici con i principali player globali, lo sviluppo tecnologico ed enormi benefici per le imprese con orientamento internazionale. In questo contesto competitivo, sempre più orientato verso occidente, protagonista è stata senza dubbio Alibaba.
La società nasce da un piccolo progetto avviato da Jack Ma, fondatore e ormai ex amministratore delegato (Clicca qui per leggere la sua storia), nel 1995 chiamato Chinapages.com. Quattro anni dopo, nel 1999, Chinapages diventa Alibaba.com, marketplace che aveva l’obiettivo di connettere piccoli produttori cinesi ai consumatori di tutto il mondo. Nasce così Alibaba Group, colosso orientale capace di far tremare persino le statunitensi Amazon e eBay. Fin da subito Ma è riuscito abilmente a districarsi tra la restringente legislazione cinese e gli innumerevoli desideri e bisogni dei suoi connazionali. Egli è riuscito a conquistare fin da subito una vastissima fetta di mercato grazie a due importanti focus:
- linguaggio del bazar completamente in inglese;
- apertura del mercato cinese.
Queste due caratteristiche oggi possono sembrare banali e scontate, ma nel 1999 sono state una vera e propria rivoluzione per il limitato e circoscritto mercato cinese. È per questo evidente come la crescita della società sia andata di pari passo con l’occidentalizzazione di tutta la Cina. La carta vincente è stata rivolgersi fin dal principio alle piccole imprese. Studiando la vastità dei bisogni della popolazione cinese (che conta circa 1.2 miliardi di persone), Ma ha capito che la leva sulla quale agire doveva essere la piccola impresa commerciale, perché le grandi aziende, concentrate in città, da sole non potevano coprire i desideri dei numerosissimi consumatori. Egli è riuscito a connettere il piccolo commerciante cinese di periferia al consumatore d’oltreoceano. Alibaba Group è formata da varie compagnie:
- Alibaba.com, piattaforma più grande al mondo che unisce produttori, distributori e consumatori internazionali;
- AliExpress, ramo d’azienda dedicato a unire imprese cinesi che rivolgono la loro offerta al mercato europeo;
- Taobao, piattaforma di e-commerce nata nel 2003 che conta più di 500 milioni di iscritti, prima ad utilizzare il sistema di pagamento Alipay;
- Tmall.com, piattaforma di scambio nata nel 2008 che unisce noti produttori internazionali e consumatori di Cina, Taiwan, Hong Kong e Macao.
Ma non è tutto. La società ha partecipazioni in squadre di calcio, ha convenzioni che prevedono la vendita di prodotti assicurativi nelle proprie piattaforme, ha collaborato ed inglobato Yahoo! China, e nell’aprile del 2016 ha acquistato la piattaforma indonesiana di e-commerce Lazada. Secondo gli analisti il sistema di pagamento Alipay, molto simile a Paypal, ha contribuito al successo della società. In un Paese in cui le carte di credito sono state distribuite solo nel 1985, un sistema direttamente connesso con la piattaforma, sulle orme dell’ApplePay, ha contribuito a invogliare il consumatore ad affidarsi allo shop online. Recente è anche il lancio di un altro applicativo per i servizi di hosting, Alicloud. L’enorme potenzialità del mercato orientale è dimostrata dai dati: dal 2000 ad oggi gli utenti di internet sono passati da 2 milioni a circa 710, mentre l’e-commerce nel 2013 è cresciuto del 120%, nel 2014 del 55% e nel 2016 di un “modesto” 20%. In un recente report di Goldman Sachs gli analisti stimano che nel 2020 il mercato mondiale dell’e-commerce avrà un valore doppio rispetto a quello attuale (750 miliardi di dollari).
La diffusione di internet, e quindi dell’e-commerce, favorita anche dal piano quinquennale 2011-2015 del governo, è diventata una vera e propria epidemia. Nel 2014 Jack Ma ha commentato uno studio sui numeri dell’e-commerce in Cina con queste parole: “Mentre in altri paesi l’e-commerce è un modo di fare shopping, in Cina, è uno stile di vita”. Ogni 11 novembre Alibaba organizza un’intera giornata dedicata allo shopping online, il “Single Day”, che nel 2016 ha fatto registrare vendite per 17.7 miliardi di dollari (nel 2013 la cifra record fu 5.8 miliardi). Per avere un metro di paragone, nel 2015 il black friday e il cyber monday hanno registrato insieme meno di 6 miliardi di vendite. Jack Ma ha fatto di questa giornata un grande evento mediatico, nel 2016 tra gli ospiti del gala del countdown a Shenzhen vi erano David Beckham e la leggenda del basket Kobe Bryant. Grazie a questi impressionanti numeri “il coccodrillo del Yangzi”, noto soprannome di Ma, è riuscito a far arrivare il fatturato di Alibaba Group a 475 miliardi di dollari, cioè più di Amazon e eBay messe insieme e vicinissimo a Walmart, numero uno al mondo.
L’azienda che più rappresenta il cosiddetto “capitalismo di bambù”, vede sedi sparse in tutto il mondo, 70 città sparse tra Cina, Giappone, Gran Bretagna e Usa, per un totale di 35 mila dipendenti. Tra il 2012 e il 2013, mentre avveniva il passaggio di consegna tra Jack Ma e Jonathan Lu, è stata annunciata la volontà di quotarsi in borsa. Alibaba sbarca ufficialmente a Wall Street il 19 settembre del 2014, giorno in cui Yun Ma (nome cinese di Jack Ma) fu invitato a suonare la campanella di inizio contrattazioni delle 9:30. Come da previsioni, il rally del primo giorno non è mancato. Con un prezzo di lancio di 68$, il prezzo di apertura è stato di 92.70$. Nel corso della giornata il prezzo di BABA (questo il codice con cui viene identificata la società nel mercato) ha raggiunto il suo massimo a 99.70$ (High), ha toccato un minimo a 89.95$ (Low), per poi terminare la giornata di contrattazioni a 93.89$ (Close). Oggi BABA quota 110 $ per azione, ed ha un P/E pari a 50. In fase di collocamento sono stati venduti 21,77 miliardi di dollari di azioni, ai quali vanno aggiunti i diritti d’opzione, per un totale di 25 miliardi di dollari. L’IPO più grande della storia.
La strategia di diversificazione ha dato ragione ai vertici della società. I numeri sulle proiezioni delle vendite, seppur con percentuali inferiori agli anni 2012-2013, sono ancora positivi, e i vari record dei Single Day lo confermano. I dipendenti continuano ad aumentare e i consumatori cinesi “affetti dalla sindrome da click” anche. Oggi chi vuole entrare nell’enorme mercato dell’e-commerce deve chiedere il permesso ad Alibaba.