Dopotutto, questa è solo una storia di un ragazzo di una buona famiglia di immigranti che ha studiato e lavorato duramente, che ha avuto qualche grande successo e qualche grande delusione, e che alla fine se l’è cavata grazie ai semplici valori che ha imparato dai suoi genitori e maestri, e grazie alla fortuna di vivere in America.
Queste sono le parole di introduzione al bestseller “Iacocca: An Autobiography”.
Iacocca prima della Chrysler
Lido “Lee” Anthony Iacocca nacque il 15 Ottobre 1924 ad Allentown, Pennsylvania, da Nicola Iacocca e Antonietta Perrotta, immigranti italiani provenienti da San Marco dei Cavoti, provincia di Benevento. Nella città, a 148 chilometri da New York e parte della cintura geografica dove si produce l’acciaio, i coniugi Iacocca avevano il loro ristorante, Yocco’s Hot Dogs. Fu in questo ambiente tipico degli italo-americani, tra tradizione – anche religiosa – e modernità, che crebbe Lee Iacocca.
La formazione
Dopo il diploma alla Allentown High School, Iacocca si laureò nel 1945 in Ingegneria Industriale alla Lehigh University. A causa di una febbre reumatica che lo tenne fermo a letto per oltre 6 mesi, Lee non prese parte al conflitto bellico. Risolti i problemi di salute, concluse in modo eccellente gli studi con un Master in Ingegneria Meccanica alla Princeton University e, nel 1946, iniziò a lavorare per la Ford Motor Company.
L’inizio della carriera
Dopo un breve periodo all’interno del reparto ingegneristico, Iacocca chiese di essere trasferito nella divisione sales & marketing di Chester, in Pennsylvania. Fu proprio lì, nel 1956, che Iacocca inventò una campagna promozionale, che fu poi ripresa a livello nazionale dalla Ford e che lo rese celebre all’interno della società.
Nel 1957 Iacocca fu nominato district manager a Washington DC e nel 1960 fu messo a capo del marketing dell’azienda. Sotto la sua supervisione venne poi creato il primo modello della Ford Mustang, che nel tempo ha avuto talmente tanto successo che ad oggi si contano 6 generazioni di Mustang, con l’ultimo modello per il 2018 che dista 54 anni dal primo, messo sul mercato il 17 Aprile 1964.
L’ascesa ed il crollo della carriera
Il successo della Mustang va di pari passo con quello di Iacocca all’interno della società. Nel 1965 salì alla presidenza del reparto auto e autocarri, nel 1967 divenne vice presidente esecutivo e nel 1970 Presidente della Ford Motor Company.
Dopo 8 anni di presidenza, a cui vanno sommati 32 anni da dipendente, nel 1978 Iacocca venne licenziato. Gli insanabili dissidi con Henry Ford II, figlio del più noto Henry Ford, portarono il dirigente all’abbandono dall’azienda, nonostante i numeri fossero dalla sua parte. Nel 1978 la Ford registrò, sotto la guida dell’ingengnere italo-americano, 2 miliardi di dollari di ricavi.
Il salvataggio della Chrysler
Nel 1979, appena un anno dopo l’addio alla Ford, Iacocca venne assunto da un’altra azienda automobilistica, la Chrysler Corporation. Com’è avvenuto in seguito nel 2008, anche nei primi anni ’80 per la casa di Detroit non c’erano grandi speranze di salvezza. Crisi petrolifera, strategie aziendali sbagliate e flop nelle vendite (Dodge Aspen e Plymouth Volare sono i casi emblematici) avevano messo in ginocchio la compagnia, che proprio nel 1979 aveva totalizzato 1.2 miliardi di dollari di perdite.
All’arrivo di Iacocca, che assunse il ruolo di Presidente ed Amministratore delegato, vennero fatte alcune scelte dolorose. Fu venduta la divisione europea alla Peugeot, vennero chiusi gli stabilimenti di Lyons e di Hamtramck nel Michigan ed oltre 7 mila “colletti bianchi” furono licenziati. Questo venne fatto a fronte di scelte programmatiche e strutturali mirate alla stabilità aziendale.
La rivoluzione nella Chrysler
L’organigramma societario fu ridefinito (Greenwald responsabile finance, Matthias alla qualità, Kenyon & Eckhardt al marketing solo per citarne alcuni), vennero lanciati nuovi modelli vincenti (Dodge Omni e Plymouth Horizon) alcuni dei quali importati dalla Ford (il progetto “Mini-Max” che comprendeva Dodge Caravan e Plymouth Voyager) e venne chiesto un aiuto al governo americano. Con la premessa che la bancarotta della Chrysler avrebbe provocato ricadute negative sull’intera economia statunitense, Iacocca ottenne dal Congresso – a cui seguì la ratifica del Presidente Carter del Chrysler Corporation Loan Guarantee Act – 1 miliardo e mezzo di “loan guarantees”, ovvero garanzie sui mutui.
Il successo della politica aziendale di Iacocca
Gli Stati Uniti si impegnavano ad adempiere ai debiti della Chrysler nel caso in cui la società fosse risultata inadempiente. In cambio, l’azienda dovette esporre un business plan triennale, con precisazioni dettagliate sulla riduzione dei costi e sulle previsioni dei ricavi. L’ossigeno fornito dal Congresso, il nuovo piano strategico aziendale ed i nuovi prodotti di successo (K-Car e minivan) traghettarono la Chrysler fuori dalla crisi. L’azienda – che nel 1987 acquisì i prodotti del brand Jeep da AMC – riuscì infatti a ripagare le garanzie sui mutui, le loan guarantees, in anticipo di 7 anni. Nel 1992 Lee Iacocca lasciò l’azienda per ritirarsi a vita privata.
La leadership ed il carisma di Iacocca, oltre ad aver giocato un ruolo primario nella Chrysler, hanno contribuito a creare un’aura di grandezza sulla sua persona. Il volto d Iacocca fu infatti utilizzato in vari spot pubblicitari, a cui accompagnava frasi motivazionali come <<L’orgoglio è tornato>> o sprezzanti della concorrenza <<Se riuscite a trovare un’auto migliore, compratela>>.