Scoprire come una delle più grandi società di investimento al mondo sia passata in maniera così brusca dallo stappare champagne per fatturato record a dover dichiarare bancarotta, è qualcosa che ci infastidisce, tanto quanto al fumatore incallito infastidisce sentire di quanto male faccia il fumo. L’epilogo della storica banca d’affari americana infastidisce perché parla di noi, delle debolezze del nostro sistema finanziario, debolezze che esistono tutt’ora e che ne minacciano la solidità.
La mattina del 15 settembre del 2008 il Wall Street Journal titolava “Crisi a Wall Street, Lehman Brothers in bilico, Merrill in vendita, e AIG in cerca di soldi”, sfortunatamente il WSJ era andato in stampa poco prima che la LB dichiarasse ufficialmente il fallimento, con un passivo record di 613 miliardi di dollari, dovendo così ricorrere al capitolo 11 del Bankrupcty Code.
Breve storia di un mito
Nel 1844 Henry Lehman, un emigrato tedesco di origini ebraiche, stabilì a Montgomery, Alabama un negozio di prodotti tessili e abbigliamento, per essere seguito poi poco più tardi dal fratello minore, dando così i natali alla Lehman Brothers. A quel tempo molti clienti pagavano con del semplice cotone grezzo, e i fratelli Lehman si accorsero che era molto più redditizio speculare sul cotone piuttosto che vendere vestiti.
La società si trasferì a New York dove contribuì a costituite la borsa del cotone nel 1870. Il passaggio dalla contrattazione del cotone a casa di emissione di titoli fu nel 1906, quando Philiph Lehman si alleò con Goldman Sachs per portare sul mercato importanti società. Anno cruciale è il 1994, anno in cui sotto la guida di Richard Fuld, la LB divenne una delle più importanti e spregiudicate banche d’affari. Fuld introdusse un nuovo stile nel settore finanziario caratterizzato da trasandatezza e volgarità.
Un rapido e triste epilogo
Nella classifica delle più grandi banche d’affari Lehman si classificava quarta, davanti a Bear Strears e dietro a Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merril Lynch. La LB offriva consulenza finanziaria ad altre società, le aiutava nel collocamento di Azioni/Obbligazioni in Borsa e investiva il proprio denaro e quello altrui.
La società di investimento entrò nel mercato dei mutui nel 2005 e cercò disperatamente di uscirne dall’agosto del 2007, subito dopo il collasso dei due grossi Hedge funds gestiti da Bear Stears che, con in pancia una miriade di complessi derivati legati al mercato dei mutui, fecero concentrare il mercato su questo tipo di prodotti. Dato che la LB era il principale erogatore di mutui e di Commercial Paper, dopo il collasso di Bear Stears, perse in due giorni il 45% e continuò a scendere fino all’agosto del 2008, quando la Korean Development Bank propose di acquisire un pacchetto azionario del 25%. Fuld allora forzò la mano, pretendendo che l’accordo comportasse la cessione di un discreto quantitativo di underperforming assets, ma ottenne solamente di far saltare l’accordo.
Il destino della Lehman Brothers era ormai segnato. Il 10 settembre LB attesta ulteriori perdite per 4 miliardi di dollari, mentre tre giorni dopo, il 13 settembre alle ore 6 am, si riuniscono Ben Bernake (presidente Fed) Timothy Geithner presidente della Fed di New York, il segretario del tesoro Henry Paulson e Christopher Cox (presidente della Securities and Exchange Commission ). Durante la riunione Paulson diede il colpo di grazia all’agonizzante LB, dichiarando che il salvataggio pubblico non ci sarebbe stato. Paulson era convinto che il mercato potesse reggere al crollo della LB e che il sistema bancario USA fosse sano e sicuro, ma come ben sappiamo il segretario del tesoro sbagliò su entrambi i fronti.
Nel frattempo LB era in trattativa con Bank of America, che dopo una approfondita due diligence concluse che i titoli tossici erano di più di quanto preventivato e che le passività erano di gran lunga superiori delle attività.
Saltata la possibilità di un salvataggio pubblico, le trattative anche stavolta fallirono. Il 15 settembre del 2008 LB dichiarò fallimento, innanzi ad un passivo di 613 miliardi non era più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni. Il fallimento della LB è importante non solo perché è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali, ma perché ci ricorda che la realtà in cui viviamo è più fragile di quella che immaginiamo, così anche una società solida, che chiude un trimestre con un utile netto record pari a 1,08 miliardi di dollari (3,66 dollari per azione), in aumento del 24% rispetto agli 875 milioni di un anno prima, in realtà è malata, debole e pericolosa a livello sistemico.