Il mediterraneo sud-orientale rischia trasformarsi in terreno di scontro diplomatico tra la Federazione russa e i paesi europei. L’interesse primario dei due contendenti è la sicurezza energetica ma c’è anche la volontà dell’Unione Europea di trovare alternative al gas russo. La contesa tra Mosca e Bruxelles nasce dalle tensioni che sono emerse con l’opposizione di alcuni Paesi europei dell’Europa Orientale, come la Polonia, alla realizzazione del gasdotto North Stream II tra la Russia e la Germania.
Nel sud-est dell’Europa tra Bruxelles e Mosca
L’Ue punta a trovare nuove vie alternative, diverse da quelle russe, per questo ha ratifcato un accordo con la repubblica centro asiatica del Turkmenistan. Il trattato Turkmenistan-UE stabilisce che Aşgabat dovrà garantire all’Europa gas naturale. Questo consentirà di avere una via del gas parallela a quella tradizionale del Cremlino, ponendo così fine alla dipendenza dalla Russia in questo ambito. Da diversi anni l’UE si sta mobilitando per rafforzare la sua sicurezza energetica, ratificando diversi accordi per potenziare il Corridoio Sud che comprende: l’AGRI (Azerbaigian-Georgia-Romania Interconnector), il South Caucasus Pipeline (SCP), ed il TANAP (Trans-Anatolian Pipeline).
L’accordo UE-Turkmenistan prevede la realizzazione di un gasdotto della lunghezza di 300km, che attraversi il Mar Caspio per arrivare in Azerbaigian e concludersi in Turchia. Il Turkmenistan ha nel suo territorio una tra le maggiori riserve di gas naturale al mondo. Il principale ostacolo al trasporto di gas turkmeno in Europa è la questione dello status giuridico del Mar Caspio, poiché è ancora in standby la definizione del Caspio come “Mare” o come “Lago” ed è indispensabile il responso della decisione finale su questo tema da parte di Mosca.
Gli strumenti dell’Europa
In questo momento le strade dell’Unione Europea sono poche, Bruxelles sta tentando di trovare nuove soluzioni per proteggere il suo mercato interno. In un Report del South East Med Energy & Defense il Presidente e CEO della Pytheas, organizzazione che si occupa di investment banking, Harris A. Samaras, ha dichiarato che l’UE non sta vedendo le vere soluzioni per liberarsi dalla dipendenza energetica russa e turca.
Samaras ha affermato che l’UE deve concentrarsi sul gas naturale scoperto al largo di Cipro, per realizzare un corridoio che attraversi la Grecia, in grado di assicurare l’indipendenza energetica evitando il transito in Paesi extraUE. Tutto questo passa per la Penisola balcanica. Ad oggi la regione Balcanica potrebbe essere il principale Hub energetico, che però resta senza progetti significativi per realizzare le infrastrutture necessarie.
Gasdotto Russia-Bulgaria
La scorsa settimana il Presidente bulgaro Rumen Radev, in un’intervista rilasciata al quotidiano russo Kommersant, ha confermato la volontà di realizzare un gasdotto russo-bulgaro in cooperazione con la Federazione Russa. Definito da Radev “Bulgarian Stream”, questo progetto è di vitale importanza per garantire la sicurezza energetica sia dello stato balcanico sia della stessa Unione Europea. Per molti questo progetto è analogo alle ambizioni tedesche del North Stream II, dimostrando la volontà del Presidente Radev di ridare alla Bulgaria un ruolo di paese leader nella regione balcanica.
Mosca ha riaperto le relazioni con la Bulgaria in occasione del semestre di Presidenza UE, detenuto dal Paese est-europeo. Lo stesso Presidente Radev ha affermato che il Paese ha estrema necessità di avere una linea di rifornimento diretta di gas dalla Russia. Questo progetto è dettato dall’interesse della Bulgaria di consolidare la sicurezza energetica non solo del paese Balcanico, ma anche dell’UE stessa.