Durante la prima recessione degli anni 2000, in seguito allo scoppio della bolla delle dot-com, si rilevò un aumento siginificativo delle vendite di rossetti (+11%). Questo trend portò il chairman della Estée Lauder, Leonard Lauder, ad ipotizzare una correlazione tra le condizioni di incertezza socio-economica ed il consumo di prodotti di cosmetica poco costosi. Venne creato quindi il concetto di Lipstick Index (Indice Rossetto), che però non è mai stato considerato un vero indicatore econometrico.
Read My Lipstick
Il grafico “Read My Lipstick”, a cura della Kline&Company per il The Economist, documenta le vendite dei rossetti dal 1989 al 2007. Esso evidenzia la spesa in prodotti di bellezza in relazione al Prodotto Interno Lordo americano.
Gli analisti hanno ipotizzato che il consumo di rossetti tende ad aumentare nei periodi di scarsa fiducia nei mercati. Nonostante ciò, in realtà, il trend positivo accompagna anche periodi floridi dal punto di vista economico. Il Lipstick index, infatti, non può essere considerato come uno strumento valido per spiegare l’andamento dei mercati.
La bellezza (cosmetica) nel mondo
Considerando il mercato globale, Euromonitor prevede un notevole sviluppo dell’industria del rossetto nei prossimi anni (+18%). L’istituto pronostica che nel 2022 raggiungerà un valore totale di $17 Mld, con un’ampio margine di crescita nel continente asiatico. A conferma di ciò, solo nel primo trimestre del 2019, le vendite in Asia sono aumentate del 23,2%.
Secondo il nuovo rapporto di Research and Markets World Cosmetics Market – Opportunities & Forecasts, il valore totale dell’industria cosmetica raggiungerà i $490 miliardi entro il 2022. Il CAGR (tasso di crescita composto) stimato per il periodo 2016 – 2022 è del 3,7%.
Procter&Gamble, Unilever, L’Oreal, Estée Lauder, Colgate-Palmolive e Shiseido mantengono la posizione di key player del settore cosmetico. Considerando i grandi mercati, nel 2019 l’Europa si conferma al primo posto nei consumi mondiali, seguita da Stati Uniti, Cina, Giappone e Brasile.
La bellezza (cosmetica) in Europa
Cosmetics Europe conferma il primato dei consumi in Germania con oltre €13,8 milioni, seguiti dalla Francia con €11,4 milioni e dal Regno Unito con €10,9 milioni. L’Italia mantiene la quarta posizione, seguita dalla Spagna. Questi cinque paesi rappresentano il 68% di tutto il mercato europeo, che nel 2018 ha raggiunto il valore di 79 milioni di euro.
Bellezza (cosmetica) in Italia
Il Beauty Report, elaborato dal Centro Studi di Cosmetica Italia, fornisce l’attuale valore dell’industria cosmetica dello Stivale. La rilevanza del settore cosmetico italiano è confermata da importanti valori. Nonostante l’incerto scenario politico ed economico, la produzione è in costante crescita (+2% nel 2018) e vale circa €11,4 milioni.
L’analisi dei dati di commercio estero si basano invece sulle statistiche del Centro Studi e Cultura Italiano. Per il sesto anno consecutivo l’export registra un ulteriore sostanziale incremento. L’esportazione del Made In Italy nel 2019 rappresenta oltre il 42% della produzione con un valore di circa €4,8 milioni (+4% rispetto al 2017) grazie alla piena ripresa di alcuni storici mercati esteri.
Dai dati ISTAT emerge che nel Nord Italia la concentrazione delle imprese cosmetiche raggiunge l’82%, in lieve aumento rispetto al 2018. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si presentano come le regioni con più alta presenza di questo tipo di aziende, con rispettivamente il 54%, il 10,4% ed il 7,8% del totale nel Paese. L’elevata concentrazione in Lombardia è legata alla vocazione terzista di molte unità produttive.
E-commerce ed export
Fino al 2016 il commercio elettronico di prodotti cosmetici veniva inglobato insieme alle vendite a domicilio e per corrispondenza. Dal 2017 questo ha invece acquisito notevole importanza, tanto da essere considerato come un settore a sé stante dell’e-commerce. La crescita a fine 2018 si è attestata di 22 punti percentuali secondo Human Highway 2019.