Lunedì 28 maggio 2018 è stato un giorno di profonda incertezza e preoccupazione per lo scenario politico-economico italiano, che si è riflettuto nei mercati finanziari. Difatti, all’indomani del rifiuto di Mattarella alla proposta di Savona come ministro dell’Economia, con l’apparente blocco alla formazione del governo Conte, FTSE Mib ha perso oltre il 2% del suo valore, trascinato giù dai titoli bancari. Così da qualche settimana è tornato il vecchio “fantasma” dell’economia italiana, lo spread, che ha raggiunto livelli che non si vedevano da febbraio 2014. Martedì 29 maggio il differenziale di rendimento tra i titoli decennali tedeschi e quelli italiani ha toccato quota 320 punti, per chiudere in discesa a quota 290, comunque in crescita rispetto alla chiusura a 233 del giorno precedente.
Come funziona lo spread
Per spread si indica una differenza percentuale tra il rendimento di due titoli, il BTP italiano ed il Bund Tedesco. Questi non sono altro che obbligazioni emesse dal governo con una scadenza a 10 anni, il cui valore è rappresentativo della stabilità economica dei rispettivi Paesi. Se il rendimento di un BTP è del 5% mentre di un Bund è del 2%, lo Spread sarà pari al 3%, ossia 300 punti. Nel Mercato finanziario il rendimento elevato corrisponde ad un rischio maggiore. Infatti, un titolo che paga “di più” lo deve fare per remunerare il maggior rischio supportato da chi ha investito su di esso. Questo è il principale motivo per cui l’aumento dello spread è un segnale preoccupante.
Lo spread è aumentato nell’ultimo periodo perchè i titoli di Stato italiani sono stati venduti molto più che comprati dagli operatori, per motivi principalmente legati all’incertezza del contesto politico-economico. Un eccesso di offerta di questi titoli ne fa scendere il valore, portandoli ad un prezzo di acquisto minore con un conseguente aumento del rendimento e, di conseguenza, allarga la forbice dello spread.
Lo spread non va inteso come un concetto meramente finanziario, infatti il suo andamento si riflette sull’economia reale, con conseguenze dirette per i cittadini. Uno spread elevato fa aumentare in maniera consistente gli interessi dello Stato nei confronti degli investitori. Le prime ad esserne colpite sono le banche, che hanno sempre più difficoltà a mantenere i bilanci e scaricano questa pressione sui propri clienti. Pertanto i mutui verranno erogati a costi più alti. Questo meccanismo vale anche per il credito alle imprese. In particolar modo le PMI italiane, con l’aumento dello spread, hanno più difficoltà ad ottenere finanziamenti. Questo limita la produzione, l’assunzione di nuovo personale e, in linea generale, porta ad un rallentamento dell’attività economica.