Nell’alveo dei reati finanziari rientra a pieno titolo l’abuso di mercato (i.e. market abuse), che ha stimolato la legislazione Europea a produrre prima la Market Abuse Directive (MAD) e poi la Market Abuse Regulation (MAR), per darvi immediata e diretta applicazione negli Stati Membri dell’Unione Europea. La regolamentazione riguardo un tema tanto complesso quanto delicato e scottante si dipana su diversi livelli e presenta innumerevoli ramificazioni. Al fine di sintetizzare, ma senza farlo eccessivamente, possiamo individuare due macro-aree che coinvolgono principalmente la disciplina dell’abuso di mercato:
- Insider trading
- Manipolazione di mercato
La teoria che sottende tutta la legislazione al riguardo è l’ipotesi dei mercati efficienti secondo cui, in estrema sintesi, i prezzi riflettono tutte le informazioni disponibili sul mercato, aggiustandosi in modo immediato e istantaneo alle nuove informazioni. Pertanto, un prezzo “artificiale”, ossia non derivante dalla “naturale” dinamica di efficienza dei mercati, ma dallo sfruttamento di un’informazione privilegiata o dalla manipolazione del mercato, è un prezzo “falso”, non “veritiero” e dunque poco rappresentativo, che causa un’allocazione della ricchezza ingiusta ed iniqua, perché il gioco della concorrenza è stato falsato.
Avendo già trattato l’insider trading in maniera diffusa, oggi ci concentreremo sulla Manipolazione di mercato.
Market Manipulation
Per manipolazione del mercato si intende dunque un’attività finalizzata a creare delle apparenze artificiali riguardo il prezzo e/o i volumi e/o il mercato, distorcendo così le reali condizioni di mercato. E’ importante sottolineare che questa pratica non necessariamente coinvolge soltanto il prezzo, ma può includere anche altri importanti parametri di mercato per un trader, quali i volumi. Un esempio classico a riguardo è il wash trade, ossia il simultaneo piazzamento di ordini di acquisto e vendita di un titolo, da parte dello stesso trader. Ciò genera un aumento dell’attività relativa al titolo, incrementandone in modo fittizio i volumi e la liquidità (dato che l’operatore che ha inserito l’ordine è lo stesso). Tra le altre famose pratiche di manipolazione troviamo anche il marking the close, ossia la manipolazione del prezzo di chiusura (close price) di una security. Ciò consiste nell’inviare ordini di acquisto o vendita all’avvicinarsi della chiusura con lo scopo di modificarne artificialmente il prezzo di chiusura. Tale pratica è particolarmente rilevante perché il prezzo di chiusura è preso come riferimento per i cosiddetti “market-on-close orders”, ossia quegli ordini che vengono eseguiti alla chiusura o immediatamente dopo, con lo scopo di comprare o vendere il titolo all’ultimo prezzo della giornata.
Tra le più grandi manipolazioni di mercato di sempre si annovera il famoso scandalo della manipolazione del Libor, in cui Tom Hayes, uno dei principali attori coinvolti ed ex-trader di UBS e Citi, fu condannato a 14 anni di carcere (poi ridotti ad 11 in appello). La strategia principale di Hayes era il basis trading sul Libor, ossia speculare sui movimenti del Libor attraverso trades con valute e duration differenti, parzialmente coperti da trades di derivati legati al Libor, cercando di sfruttare i mispricing che pensava esistessero. Le oscillazioni del Libor erano divenute così importanti per la sua strategia che un tick di oscillazione valeva 750.000 $ sul suo conto, considerando i bonus e profitti. Pertanto, Hayes utilizzò la sua vasta rete di conoscenze di Brokers a Londra, chiedendo loro di facilitare una discesa del Libor, assicurando ingenti pagamenti in cambio. Nel 2012 fu arrestato dalle autorità britanniche per manipolazione del Libor.
Safe Harbors: le manipolazioni a fin di bene
Se è vero che il fine della MAR è di evitare che si formino prezzi falsati, cercando di garantire un corretto ed onesto gioco concorrenziale, è pur vero che talvolta interventi sul mercato di natura artificiale sono necessari al fine di garantire protezione da attacchi speculativi. Questi sono i cosiddetti safe harbors, ossia pratiche che sono ammesse come legittime (accepted market practices, AMP), nonostante possano apparire, a prima istanza, come manipolazioni del mercato. Ovviamente, in quanto deroghe, sono ammesse solamente entro certi limiti temporali e quantitativi. Esempi di questi “porti sicuri” sono i programmi di buy-back, ossia quando una società riacquista sul mercato le proprie azioni. Ciò potrebbe apparire come un tentativo artificiale di spingere il prezzo al rialzo, incrementando la domanda e allo stesso tempo riducendo l’offerta di azioni, tuttavia, se lo scopo della società è di ridurre il capitale o utilizzare le azioni in schemi di compensazioni, allora può essere ammessa come pratica legale. Un ulteriore esempio sono i programmi di stabilizzazione, come per esempio la Greenshoe nei processi di Initial Public Offerings (IPO), in cui l’ Investment Bank si impegna a mantenere il prezzo della nuova azione stabile intorno al prezzo di collocamento, rallentando eventuali discese e salite immediatamente successive alla quotazione. In ogni caso, le AMP devono avvenire soddisfacendo comunque taluni requisiti:
- Circostanze: non possono essere effettuante sempre, ma solo sotto certe condizioni;
- Dimensione: sono limitate nel’ammontare. Per esempio, non possono essere acquistate più del 15% delle azioni in un giorno nei programmi di buy-back;
- Prezzo: i programmi di riacquisto debbono sempre avvenire al miglior prezzo di mercato(i.e. il più basso);
- Tempo: le pratiche sono ammesse solamente entro certi periodi di tempo.