I due colossi dell’ottica a livello mondiale hanno deciso di unirsi per dare vita alla seconda fusione cross border della storia europea, dando origine ad un gruppo senza rivali, con più di 140.000 dipendenti e vendite in oltre 150 paesi. L’operazione nasce dall’esigenza, riportata in una nota del gruppo stesso, di incrementare la produzione vista la difficoltà a coprire la domanda. I festeggiamenti sono continuati grazie anche ai risultati finanziari, in cui si sono visti balzi a doppia cifra per Luxottica ed Essilor. Dalla fusione,nascerà una società con un giro di affari di 16 miliardi di euro ed una capitalizzazione di Borsa di circa 50 miliardi di euro, il tutto accompagnato da indagini preliminari. Queste prevedono la generazione, nel medio termine, di sinergie di costi e ricavi per un ammontare compreso tra i 400 ed i 600 milioni, con una successiva accelerazione nel lungo periodo.
Un’unione di questo tipo comporterà anche cambiamenti importanti dell’assetto azionario. Essilor è una public company in cui i dipendenti azionisti detengono l’8,3% delle quote, percentuale che scenderà al 4% nel nuovo gruppo. Sul fronte italiano, invece, Delfin, la holding di proprietà del fondatore di Luxottica, Leonardo del Vecchio, diventerà primo socio del nuovo gruppo, con il possesso di una percentuale delle azioni tra il 31% ed il 38%. Un grande traguardo per l’imprenditoria italiana, che vedrà lo stesso Del Vecchio come presidente esecutivo del gruppo, consentendogli di realizzare il sogno di dare vita ad un “campione” nel settore dell’ottica, con la promessa di continuare ad investire sia nel belpaese che in Francia. Sul versante Essilor, il presidente e CEO della società, Hubert Sagnieres, diveneterà il vice-presidente esecutivo del neo-colosso. I passaggi formali prevedono una consultazione dei dipendenti Essilor, necessaria per il sistema normativo francese, ed in seguito un’assemblea degli azionisti della società parigina per poter approvare la decisione finale e stabilire dei dettagli tecnici. La stessa prassi sarà applicata al pacchetto di azioni Luxottica in capo a Delfin. Il closing finale, previsto per il secondo semestre del 2017, prevede una holding che controlla le due società operative, quotata a Parigi. Non ci sono voci su un’eventuale entrata anche a Piazza Affari.
La Commissione europea ha aperto un’indagine approfondita sul progetto di fusione Essilor-Luxottica, annunciando di temere che questo possa ridurre troppo la concorrenza sul mercato delle lenti ottiche e delle montature per occhiali. Il diritto comunitario afferma che la Commissione ha 90 giorni di tempo, fino al 12 febbraio 2018, per prendere una decisione in proposito. Il quadro non è roseo se si pensa che Luxottica, colosso nella fornitura di montature per occhiali, ed Essilor, esperto nella produzione di lenti oftalmiche, già hanno un grandissimo peso sul mercato. L’operazione di fusione è stata notificata alla Commissione il 22 agosto scorso, indicando il progetto come “integrazione verticale tra due attività complementari”. Non sono mancate le dichiarazioni, come quella di Eric Plat, presidente della cooperativa degli ottici francesi ATOL, il quale si è detto a favore della nascita di un leader, di stampo europeo, mondiale nel campo dell’ottica, ma al contempo fiducioso che si possa trovare l’equilibrio per mantenere il regime concorrenziale. Le due società si sono dichiarate ottimiste sull’esito dell’indagine e disponibili a collaborare con la Commissione per dimostrare i benefici che i consumatori, i clienti e il settore avrebbero dall’unione.