Di Daniele Fontana
BlackRock, leader mondiale del risparmio gestito (https://startingfinance.com/blackrock-inc-il-market-maker-da-5-trilioni/), ha da poco dichiarato che vorrebbe attuare dei tagli del personale per sostituire gli analisti con dei computer. La notizia è finita nell’occhio del ciclone a seguito della decisione di cooptare sette dei manager impegnati nella gestione di fondi azionari tradizionali con dei calcolatori informatici.
Wiseman, Global Head delle Active Equities, ha spiegato che la digitalizzazione non sarà estrema dal momento che l’obbiettivo non vuole essere una completa sostituzione, bensì una collaborazione tra uomo e macchina, al fine di ottimizzare i risultati. Collaborazione che, però, non lascia soddisfatti tutti, dal momento che gli operatori finiranno, in effetti, per avere molta meno discrezionalità in ambito decisionale. Le critiche da parte di alcuni analisti di BlackRock, infatti, non hanno tardato ad arrivare. I più scettici sostengono che una tale limitazione della discrezionalità li indurrebbe a gestire i portafogli solo in modo passivo. Il tema intelligenza artificiale all’interno delle SGR va inquadrato nel trade off, tra replica a basso costo di un indice di mercato, -gestione passiva- e la gestione protesa a fare meglio del mercato -gestione attiva. Il dibattito tra queste 2 modalità di investimento, negli ultimi anni, ha fatto molto discutere. Sul tema si è espresso anche il guru della finanza Warren Buffet che, 9 anni fa, ha fatto una scommessa da 500 mila dollari sulla previsione che un portafoglio indicizzato avrebbe fatto meglio di un campione di hedge found su un arco temporale di 10 anni. Scommessa che, per giunta, sta per vincere, in quanto a 1 anno appena dal termine ultimo della scommessa, il vantaggio del fondo passivo indicizzato è molto marcata rispetto alla media dei portafogli gestiti dalle SGR. Risultato che però non ha lasciato sorpresi i vertici di Black Rock che hanno affermato che le vere capacità dei gestori di fondi si esplicano su orizzonti temporali più lunghi di 10 anni in quanto le analisi fondamentali, nel breve periodo, hanno un efficacia molto limitata. Infatti, è proprio per quest’ultima ragione che si ritiene sempre più opportuna l’introduzione di elaboratori informatici capaci di spostamenti di importi monetari in brevissimi archi temporali, grazie a specifici algoritmi. Gli elaboratori informatici hanno una velocità di esecuzione di orini non eguagliabile per degli operatori umani .
A questa decisone di blackRock non si sono fatte attendere le reazioni da parte di molti istituti finanziari mondiali. In Italia Carla Venesio, erede della storica famiglia a capo di Banca Piemonte nonché responsabile del private banking presso la stessa, ha dichiarato che la sua società sta tentando di strutturare un modello ibrido che includa nel suo cuore computer e consulenti in modo da rendere efficiente il processo di investimento senza privare gli investitori di un interfaccia umana. Anche negli States le reazioni non sono mancate. Orban, guru della tecnologia, ha infatti affermato che si sentirebbe più “tranquillo” nell’affidare i propri risparmi ad un’intelligenza artificiale piuttosto che a un consulente finanziario.
Per un approfondire il funzionamento di tali sistemi informatici in grado di facilitare e ridurre molto il lavoro degli analisti è possibile leggere questo articolo nel quale se ne parla nel dettaglio https://startingfinance.com/high-frequency-trading/