Dal 1934 al 1936 la Germania, governata da Adolf Hitler e dal partito Nazista, iniziò sotto la direzione del regime la sua ripresa economica, indirizzata al riarmo militare del paese e alla preparazione del secondo conflitto mondiale. Per attuare i suoi progetti in campo economico Hitler, che disprezzava la scienza economica, affidò la direzione delle politiche economiche a Hjamar Schacht. L’economista tedesco, che non apparteneva al partito Nazionalsocialista, attuò una politica statalista simile a quella che era in atto negli USA con il New Deal, emanato dal Presidente Franklin Delano Roosevelt (per saperne di più ecco un nostro articolo a riguardo). Per eliminare la disoccupazione venne attuata una forte politica incentrata sui lavori pubblici, che diede un forte impulso al settore privato. In particolare le opere pubbliche erano indirizzate alla costruzione di una fitta rete autostradale sul territorio della Germania. Per immettere denaro pubblico nell’apparato economico tedesco, l’economista decise di fornire il denaro tramite l’emissione di speciali buoni e attuando enormi sgravi fiscali alle imprese, le quali videro aumentare il proprio capitale. Ovviamente tutto questo fece anche aumentare la manodopera. L’obiettivo principale della ripresa economica tedesca era però il riarmo militare del Terzo Reich, verso il quale vennero orientate le risorse del paese a partire del 1934.
Una preparazione in segreto
Le imprese private, tra cui la famosa Azienda dell’industria siderurgica Krupp, vennero indirizzate dai vertici militari e dal regime ad attuare politiche economiche incentrate al rafforzamento dell’apparato bellico. Schacht, per accontentare il Führer, si mise subito all’opera per preparare economicamente il paese a reggere l’onere della guerra. Per i tedeschi, nonostante tutto, era un’abitudine. Tra il XVIII e il XIX secolo il governo Prussiano spendeva i cinque settimi delle risorse economico-finanziarie nella riorganizzazione dell’esercito e l’intera economia era uno strumento indirizzato alla politica militare. Hitler, nella legge segreta per la difesa del maggio del 1935, nomina Schacht plenipotenziario generale per l’economia di guerra con il seguente ordine: dirigere i preparativi economici per la guerra. Il riarmo segreto della Germania Nazista violava apertamente il trattato di Versailles del 1919 e quindi sia il governo nazista che Schacht dovevano muoversi con cautela. Per evitare che le potenze occidentali (Francia e Gran Bretagna) venissero a conoscenza del riarmo, appoggiato parallelamente dalla ripresa economica, Schacht decise di finanziare la prima fase con l’ausilio della zecca di stato e con altri strumenti.
I finanziamenti
Come fece infatti notare al Führer, si potevano usare i depositi bancari e i beni confiscati alla comunità ebraica tedesca. Il vecchio economista fece utilizzo anche di altri metodi. Lo stampo delle banconote tedesche fu il suo principale “gioco di prestigio” economico: molti economisti stranieri, infatti, si accorsero che la valuta tedesca (il marco), in certi periodi, ebbe quasi 237 valori differenti. Così Schacht poté ratificare accordi commerciali, incentrati sugli scambi monetari, altamente vantaggiosi per il paese, dimostrando una semplice politica che sorprese gli economisti, tra cui i più ortodossi, del mondo: più si era indebitati con un paese più si ratificavano affari convenienti con loro. Altro miracolo, o trucco di magia, fu la creazione di credito in una Germania che né era totalmente sprovvista e che, oltretutto, era senza riserve. Così Schacht creò i buoni MEFO. Erano buoni, garantiti dallo stato, emessi dalla Reichsbank ( La Banca Centrale Tedesca) che vennero usati per pagare le industrie belliche. Ma la novità era che questi buoni non comparivano nei bilanci né delle aziende, né delle banche e neanche in quelli della Reichsbank. Oltretutto non erano presenti neppure nel bilancio statale tedesco; dal 1935 al 1938 furono utilizzati per mantenere segreto il riarmo e per “pagare” le industrie militari; nel periodo che andò dal 1935 al 1938 i MEFO raggiunsero quasi un valore di dodici miliardi di marchi.
Esce Schacht, entra Göring
Nel settembre del 1936 Schacht venne rimpiazzato da Hermann Göring, nonostante egli fosse ignorante in economia quanto Hitler. Con Göring l’apparato economico, dopo aver varato il piano quadriennale, passò definitivamente ad una economia di guerra. L’obiettivo principale era far diventare in quattro anni autosufficiente la Germania dalle importazioni delle materie prime. Si voleva far questo per evitare ripercussioni provenienti da un possibile embargo economico. Dopo aver introdotto un controllo sui prezzi e sui salari e aver ridotto al 6% i dividendi, vennero costruiti grossi impianti industriali per la produzione di gomme sintetiche, di tessili, di combustibili e altri derivati dalle materie prime. Infine Berlino creò le gigantesche acciaierie Hermann Göring per estrarre acciaio dai minerali poveri della Germania. In breve i grandi imprenditori e le grandi aziende, nonostante i loro utili aumentassero, vennero trasformati in semplici rotelle del grande ingranaggio della macchina economica. Il settore dell’industria Siderurgica tedesca era monopolizzato dalla Thyssen e dalla Krupp. Di conseguenza le due aziende, come tutto il settore dell’industria pesante tedesca, si piegarono alle direttive economiche di Berlino. Uno dei principali finanziatori del partito Nazionalsocialista fu Inoltre Fritz Thyssen, il proprietario delle omonime industrie della sua famiglia. Ruolo di cui si pentì, dovette infatti fuggire in Francia, dove venne catturato dai tedeschi dopo l’invasione del paese, avvenuta nel 1940 .Il regime Nazista potenziò ulteriormente i grandi conglomerati dell’industria tedesca. Queste industrie, che erano le principali beneficiarie del riarmo, registrarono un forte incremento dei loro utili, che raggiunsero il 6,5% nel 1938, superando le direttive statali che limitavano i dividendi al 6%. Infatti la legge “obbligava” le imprese ad acquistare, teoricamente, obbligazioni governative, evitando così la confisca da parte dello Stato. Le aziende fecero però il contrario, reinvestendo il grosso nella gestione aziendale. Gli utili delle imprese aumentarono in modo esponenziale, dai 175milioni di marchi del 1932 fino ai cinque miliardi del 1938.
I risultati
La Germania Nazista si riprese velocemente dalla Crisi e crebbe a ritmi mai visti in Europa. Dai 6 milioni di unità di disoccupati che erano presenti nel 1932 a meno di un milione quattro anni dopo. La produzione nazionale, dal 1932 al 1937, crebbe del 102% mentre il reddito nazionale raddoppiò. Nel 1935, uno spettatore dell’epoca, vedeva il Terzo Reich come un grande alveare in cui tutti avevano un compito. Ma questa imponente crescita ebbe delle terribili conseguenze sui lavoratori. Infatti il regime Hitleriano aveva messo sotto un regime militare, con il supporto degli imprenditori, gli operai delle industrie. Vennero liquidate le richieste irragionevoli (aumento dei salari), furono sciolte le rappresentanze sindacali e non avvennero, fino al crollo del regime dopo la seconda guerra mondiale, scioperi .