Netflix
Netflix è un’azienda che opera nella distribuzione via internet di film, serie tv e altri contenuti. La società è nata nel 1997 con lo scopo di noleggiare DVD e videogiochi; gli utenti potevano effettuare l’ordine attraverso il servizio postale anche rimanendo a casa. Nel 2008 arriva la vera svolta: l’azienda infatti attiva il servizio di streaming online on demand, accessibile tramite un abbonamento che diverrà il suo core business. Dal 2010 avvia la produzione di serie TV originali, come “House of Cards”, “Narcos” e “Una serie di sfortunati eventi”, tanto per citarne alcune, riuscendo a spingere la propria attività in Europa e in Sud America.
Gli abbonamenti
Oltre al mese di prova gratuito che Netflix offre per i nuovi utenti, è possibile stipulare tre tipologie di abbonamenti:
- Abbonamento Base, disponibile per 7,99 € al mese, con il quale è possibile guardare Netflix su un solo schermo TV, cellulare o tablet, avere serie TV e film senza limiti e disdire l’abbonamento quando è più comodo per l’utente;
- Abbonamento Standard, disponibile per 9,99 € al mese, si differenzia dal pacchetto base per la possibilità di guardare i contenuti in alta definizione e da due schermi differenti contemporaneamente invece che uno solo;
- Abbonamento Premium, disponibile per 11,99 € al mese, offre la possibilità di guardare i programmi in Ultra HD e da tre schermi contemporaneamente.
La quotazione in borsa
Nel maggio del 2002 la neo costituita società di e-commerce si quota sul Nasdaq, poco dopo la terribile bolla delle dot.com. In quel periodo Netflix aveva una capitalizzazione di 300 milioni di dollari, con un prezzo per azione di un dollaro. Oggi invece il colosso americano vale 68 miliardi.
Tutto ciò è stato possibile grazie ai contenuti proposti dalla piattaforma, serie TV come “House of Cards” hanno dato una spinta notevole per la crescita della società. L’unico neo di questa forte espansione è stata la decisione di affidare la sezione DVD a noleggio ad un’altra società, dividendola così dal servizio streaming ed obbligando l’utente a pagare un doppio abbonamento per usufruire di entrambi.
Numeri in costante ascesa
Il 2016 è stato per Netflix l’anno migliore in termini di utenti, infatti sono stati ben 19 milioni i nuovi iscritti, superando i 17,4 milioni del 2015. Al termine del 2016 erano quindi ben 93,8 milioni gli utenti che guardavano le serie TV attraverso il sito di streaming, rendendo l’obiettivo dei 100 milioni di utenti sicuramente vicino. Nel 2016 i ricavi totali della società sono stati di 8,3 miliardi di dollari e gli utili netti 188 milioni, contro i 122 milioni del 2015. Solamente nell’ultimo trimestre del 2016 Netflix è riuscita ad aggiungere 5,12 milioni di utenti all’estero e 1,93 milioni negli USA, superando le stime degli analisti, e nello stesso periodo ha ottenuto ricavi di 2,47 miliardi, mentre gli utili sono stati di 67 milioni (15 centesimi ad azione), contro i 43 dell’anno precedente.
Per quanto riguarda il primo trimestre del 2017, la società americana ha visto crescere i propri utenti a 99 milioni, deludendo così le aspettative che si attestavano a 100. I risultati di questi primi tre mesi vedono un fatturato di 2,64 miliardi di dollari, mentre gli utili si sono attestati a 178 milioni, soggetti però alle forti spese di marketing effettuate. Quest’ultimo dato è quindi poco affidabile, infatti già a partire dal prossimo trimestre si prevede una standardizzazione di 66 milioni di dollari. Per capire quanto sia forte la voce marketing nel bilancio di Netflix basti sapere che la società prevede di spendere circa un miliardo di dollari in pubblicità.
Accordi commerciali e strategie
Con la pubblicazione della trimestrale, Netflix ha annunciato il nuovo accordo con l’attore Adam Sandler per la produzione di altri quattro film. La piattaforma americana si è invece defilata dall’acquisizione dei diritti televisivi della NFL (National Football League, la maggiore lega di football americano). La società ha dichiarato che la trasmissione di eventi sportivi live non rappresenterebbe una buona strategia. Non resta che vedere se i prossimi risultati le daranno ragione.