Digitando su Google le lettere “ol”, il secondo suggerimento visualizzato, subito dopo olimpiadi, è olio di palma: esso è da qualche tempo al centro dell’attenzione e dell’interesse pubblico a causa del dibattito riguardante il suo impiego alimentare.
I consumatori sono sempre più preoccupati per l’utilizzo ampio nella produzione del cibo ed i medici si stanno interessando ai possibili effetti sulla salute legati al suo consumo.
L’olio di palma è ottenuto dalla spremitura dei frutti della Elaeis guineensis (la palma da olio), pianta di origine africana coltivata oggi a scopo commerciale nelle zone tropicali del Sud-est asiatico (Indonesia e Malesia in testa). L’olio grezzo, semi-solido a temperatura ambiente, ha un colore tendente al rosso ma viene sottoposto ad un processo di raffinazione che lo rende biancastro. Pur essendo un olio vegetale è ricco di acidi grassi saturi, caratteristica che lo accomuna ai prodotti di origine animale come il burro e alcune margarine.
Da sempre usato, nella sua forma non raffinata, come olio alimentare nei Paesi dell’Africa occidentale, si è diffuso in Europa e Nord America nello scorso secolo grazie al suo basso costo e alla sua versatilità: viene infatti impiegato a livello industriale per la produzione di cosmetici nonché come ingrediente in un vasto numero di prodotti per il consumo alimentare. Inodore e di sapore neutro, facilmente lavorabile, resistente al calore e al deterioramento, risulta infatti un ingrediente adatto per la preparazione di prodotti dolciari e da forno, biscotti e creme; il suo uso è preferito dalle industrie alimentari in quanto, oltre ad essere molto più economico rispetto agli altri oli, dona morbidezza e consistenza ai prodotti permettendo allo stesso tempo la riduzione dell’uso di conservanti. Ha gradualmente sostituito i grassi idrogenati, ovvero oli vegetali sottoposti a un processo di indurimento al fine di ottenere sostanze solide necessarie alle preparazioni. Essi contengono i cosiddetti acidi grassi trans, considerati potenzialmente dannosi per la salute: OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ed EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) consigliano un uso molto ridotto di tali sostanze.
Da dove nasce la diffidenza verso l’olio di palma?
Molti consumatori temono potenziali effetti negativi sulla salute. L’EFSA ha pubblicato un dossier sui possibili rischi legati al consumo di oli vegetali raffinati ad alte temperature, tra cui proprio l’olio di palma: nel processo di lavorazione si formano sostanze (dette glicidil esteri degli acidi grassi) che, dopo l’ingestione, vengono convertite dal corpo umano in glicidolo, riconosciuto come potenzialmente cancerogeno. Al centro della discussione è finito proprio l’olio di palma perché contiene tali sostanze in quantità superiore rispetto agli altri oli. Le stime di consumo di alimenti contenenti glicidil esteri supererebbero le soglie considerate sicure per prevenire possibili effetti negativi sulla salute. Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha espresso il suo parere sulla tossicità del prodotto in esame, evidenziando che ad oggi non esistono dati certi sull’associazione tra consumo dell’olio e patologie tumorali; d’altra parte sottolinea come la letteratura scientifica abbia stabilito con certezza l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari legato ad un elevato consumo di grassi saturi.
L’olio di palma fa male all’ambiente?
Al centro del dibattito vi sono anche i possibili effetti ambientali negativi legati alla produzione dell’olio di palma. La forte domanda ha spinto ad intensificare la coltivazione della pianta, con un aumento del consumo di fertilizzanti e pesticidi, senza contare la riduzione della biodiversità: vaste aree di foresta pluviale hanno infatti lasciato negli anni il posto alla palma, causando la riduzione degli habitat di specie vegetali ed animali a rischio, come ad esempio la tigre. Talvolta le foreste vengono date alle fiamme per liberare rapidamente terreni da destinare alla coltivazione della palma. Si teme inoltre lo sfruttamento delle popolazioni locali, spesso impiegate come forza lavoro con ben pochi diritti.
Esiste una soluzione?
Secondo il parere dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, nata dall’incontro di associazioni ed aziende impegnate in un utilizzo responsabile del prodotto, il suo uso sarebbe vantaggioso per l’ambiente in quanto la palma richiede una quantità minore di acqua e fertilizzanti rispetto alle altre piante da olio fornendo allo stesso tempo una resa molto maggiore (cinque volte quella del girasole ed undici quella degli ulivi).
La soluzione proposta dall’Unione è, appunto, l’uso di olio di palma sostenibile, prodotto cioè all’interno di una filiera controllata che ne garantisca la tracciabilità, promuova la coltivazione con pratiche agricole rispettose dell’ambiente e dei lavoratori (con particolare riguardo verso i piccoli produttori indipendenti, che offrono olio di qualità superiore rispetto a quello delle grandi aziende agricole) e che impedisca l’immissione sul mercato di olio prodotto da terreni ottenuti dalla deforestazione.
All’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile hanno aderito marchi come Ferrero, Nestlé ed Unilever. Allo stesso tempo molti produttori, che fino a ieri usavano l’olio di palma per ridurre i costi di produzione, oggi sfruttano la preoccupazione dei consumatori mettendo in primo piano sulle etichette l’assenza dell’ingrediente incriminato, eliminato dai loro prodotti.
Dal punto di vista della salute alimentare, la raccomandazione dei medici è quella di limitare il consumo dei grassi saturi, il cui apporto energetico giornaliero non dovrebbe superare il 10% del totale. L’olio di palma apporta grassi saturi al pari di molti altri alimenti, soprattutto di origine animale; il suo uso non porta particolari rischi nel contesto di uno stile alimentare sano ed equilibrato.
Nessun allarmismo, qundi, ma – come è bene – tanta attenzione a ciò che mangiamo e l’impegno a mantenere uno stile di vita sano.
Per approfondire:
- Link a TuttoGreen, sito ecologista che promuove il consumo sostenibile:
http://www.tuttogreen.it/olio-di-palma/
- Il sito dell’Unione italiana per l’Olio di Palma Sostenibile:
http://www.oliodipalmasostenibile.it/
- Il dossier dell’EFSA sui contaminanti a base di glicerolo:
https://www.efsa.europa.eu/it/press/news/160503a
- Il dossier del Ministero della Salute sui possibili pericoli dell’olio di palma:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2481_allegato.pdf