Le opzioni sono tra gli strumenti derivati più utilizzati dai trader, e vengono scambiati con fini sia speculativi che di copertura (hedging). Questo tipo di contratti possono essere di natura standardizzata (plain Vanilla) oppure di tipo esotico. I primi sono contratti che hanno caratteristiche standard, ossia convenzionalmente accettate dagli operatori, come scadenza, sottostante, size (quantità), e quindi la struttura del payoff è ben definita. I secondi invece sono contratti più atipici, ossia varianti che possono allontanarsi dai plain Vanilla (essendone talvolta una semplice rivisitazione) pur mantenendo però una certa regolarità nella loro definizione. Infine, vi sono i cosiddetti prodotti tailored-made, ossia altamente specifici e personalizzati per venire incontro alle esigenze del cliente, che pertanto possono presentare una struttura di payoff totalmente singolare, e che quindi per loro natura non hanno gran liquidità sul mercato.
Tra le principali opzioni esotiche troviamo: opzioni asiatiche (average options), opzioni con barriera, opzioni multiasset (basket options), opzioni binarie (digital options).
Asian Options
Le opzioni asiatiche vengono anche definite average options perché hanno la peculiarità di essere opzioni in cui il prezzo del sottostante è definito come la media aritmetica dei prezzi rilevati a specifiche date, stabilite appunto nel contratto. In tal senso, questi tipi di contratti vengono definiti path-dependent in quanto la loro “moneyness” (letterlamente, danarosità), ossia la convenienza ad esercitarle o meno, è fatta dipendere non dalla quotazione finale del sottostante (come nelle plain vanilla) ma dal percorso (path) che il prezzo dell’underlying asset ha registrato durante la vita delle opzioni. Per chiarire il loro funzionamento, proponiamo un esempio semplificato:
Ipotizzate che la durata di una call asiatica con strike 99 su una qualsiasi azione sia 1 mese e che ogni venerdì delle 4 settimane viene rilevato il prezzo. Il prezzo di riferimento dell’asiatica in tal caso sarà la media aritmetica dei 4 prezzi rilevati. Supponiamo che i prezzi siano stati 99, 98, 102, 99. In questo caso la media aritmetica è 99.50, e pertanto la call a scadenza è in the money e restituisce un payoff di 0,50 (=99,50-99). È importante notare come la rispettiva plain vanilla europea sarebbe stata at the money a scadenza, ossia lo strike sarebbe coinciso con il prezzo finale e pertanto il suo esercizio sarebbe risultato indifferente per il detentore dell’opzione. Ovviamente questo non è sempre il caso, in quanto l’opzione asiatica per sua natura cattura il trend che il sottostante ha avuto durante la vita dell’opzione e non già la sola quotazione finale, che ovviamente potrebbe trovarsi sopra o sotto la media calcolata.
Risvolti applicativi: economicità ed hedging
Tra le principali ragioni che spingono gli operatori ad acquistare questo tipo di opzioni troviamo sicuramente la loro economicità. Infatti, non considerando la quotazione finale, ma la sua media, l’opzione è per sua natura esposta meno alla volatilità, in quanto una media è per definizione meno volatile di un numero. Essendo meno esposta alla volatilità l’opzione dovrà necessariamente valere di meno rispetto la corrispondente plain vanilla europea, questo perché la relazione che lega la volatilità all’opzione è diretta e positiva: maggiore è la volatilità maggiore sarà il valore dell’opzione, grazie alla sua proprietà di essere una limited liability (ossia di essere una sorta di assicurazione). Se questo è vero, è però vero anche il contrario, minore è la volatilità del sottostante e minore è il valore e quindi il costo dell’opzione. Giunti a questo punto una domanda sorge spontanea: perché qualcuno dovrebbe essere interessato all’acquisto di queste opzioni? La loro economicità e il fatto che catturano un trend e non uno spot possono rivelarsi molto utili in caso di heding (copertura) di posizioni. Un esempio pratico potrebbe agevolare la comprensione.
Consideriamo un produttore in Italia che esporta all’estero, ovviamente verrà pagato in valuta estera e pertanto è soggetto al rischio di cambio (forex risk). Per coprirsi dal rischio di cambio potrebbe acquistare/vendere delle opzioni sul cambio, assicurandosi il livello desiderato per ogni singolo cash-flow. Tuttavia, il venditore viene pagato giornalmente, e ogni giorno riceve flussi di cassa in valuta estera. Dunque, per coprirsi dovrebbe esercitare opzioni ogni giorno, e alcune di loro potrebbero anche rivelarsi out-of the money perdendo così il relativo premio. Nel complesso, questa operazione risulta avere costi (anche di transazione) troppo elevati. Pertanto, intuitivamente risulta più utile al venditore acquistare un’asiatica che lo copre dal rischio di cambio basandosi sulla media dei livelli che sono stati raggiunti nell’arco del mese, in modo tale da assicurarsi un tasso medio soddisfacente rispetto le proprie esigenze, piuttosto che effettuare operazioni giornaliere con le plain vanilla. Tutto ciò va letto nell’ottica dell’hedging ovviamente, e non della speculazione: il principale scopo di questa operazione è quello di stabilizzare il valore (espresso in valuta nazionale) dei flussi di cassa ricevuti, ottenendo un leggero profitto nel caso in cui i tassi si muovano in maniera favorevole, evitando di incorrere in costi di copertura eccessivi, e non già quello di speculare sul rialzo o il ribasso dei tassi. In questa prospettiva, un tasso medio appare evidentemente più consono rispetto il classico spot finale.