Le opzioni con barriera sono un particolare tipo di opzione che scade (knock-out) o si attiva (knock-in) nel momento in cui il prezzo del sottostante tocca un certo livello, definito barriera. Presentiamo di seguito una breve introduzione di questi prodotti esotici (ossia non standard) per comprenderne anche i legami con le rispettive plain vanilla europee.
Knock-out, Knock-in, Down, e Up
Come già accennato poc’anzi, una prima classificazione delle opzioni con barriera può essere fatta a seconda che esse si attivino o scadano prive di valore al raggiungimento di una certa barriera da parte del prezzo del sottostante. Un’ulteriore classificazione può essere trovata in relazione al livello della barriera rispetto al prezzo corrente al momento della loro emissione: avremo opzioni up nel momento in cui la barriera si trova sopra il prezzo iniziale dell’underlying, down altrimenti. Possiamo così individuare ben quattro tipi di opzioni con barriera, ossia down-and-in, down-and-out, up-and-in, up-and-out. Se aggiungiamo a ciò il fatto che le opzioni possono essere o call, o put, arriviamo a ben 8 combinazioni di opzioni con barriera, in quanto la classificazione appena fatta vale sia per le call, che per le put.
Meccanismo di Funzionamento
Giunti a questo punto, è lecito domandarsi cosa si intenda per “attivazione” dell’opzione. Mentre appare evidente che un’opzione di tipo knock-out nasca già “attivata” e scada priva di valore nel momento in cui la barriera viene toccata, potrebbe sembrare invece più confuso il meccanismo di funzionamento delle knock-in. In tal caso, l’opzione emessa rimane “disattivata” fintanto che la barriera non viene toccata. Pertanto, qualora la soglia prestabilita non venga raggiunta dal prezzo del sottostante, al momento della scadenza dell’opzione quest’ultima non può essere esercitata. Al contrario, nel momento esatto in cui la barriera viene raggiunta, l’opzione knock-out diventa automaticamente un’opzione europea avente tutte le caratteristiche descritte nel contratto della knock-out, eccezion fatta per la barriera ovviamente, che dal momento in cui viene toccata non assume più alcuna rilevanza: il prezzo può infatti scendere al di sotto o salire al di sopra della barriera, senza che ciò impatti sulla possibilità di esercizio o meno dell’opzione, che sarà comunque garantita a prescindere la percorso del prezzo dopo il touch della soglia.
Pricing e legame con le europee plain vanilla
È evidente che un’opzione con barriera abbia un prezzo inferiore rispetto alla corrispondente opzione europea (ossia l’opzione europea plain vanilla avente esattamente le stesse caratteristiche). Ciò è riconducibile al fatto che l’esercizio delle opzioni con barriere non è sempre garantito, come avviene per le rispettive plain vanilla, ma è condizionato al fatto che un evento si verifichi (tocco della barriera per le knock-in) o non si verifichi (mancato raggiungimento della barriera nel caso delle knock-out). Quindi l’una può essere esercitata in tutti i casi, l’altra solamente in un sottoinsieme di casi, dunque deve necessariamente valere di meno.
Tuttavia, esiste un legame tra le plain vanilla europee e le opzioni con barriera, ossia una relazione chiamata knock-out-in parity. Questa stabilisce che la somma dei prezzi di una knock-out e di una knock-in avente stesse caratteristiche contrattuali, in termini di underlying, strike, barriera, scadenza, sia pari al prezzo della loro rispettiva plain vanilla europea. Questa relazione è di fondamentale importanza perché permette di trovare un legame anche tra le “greche” dei due tipi di opzioni, essenziale per il portfolio management del trader.
Risvolto applicativo
Come gran parte delle opzioni esotiche, anche queste hanno il beneficio di incontrare particolari esigenze di stabilizzazione dei cash-flow di portafoglio in maniera più economica rispetto l’impiego delle rispettive opzioni europee. Ovviamente, l’impiego delle prime piuttosto che delle seconde permette di stabilizzare i flussi di cassa ma al contempo di rinunciare a potenziali maggiori guadagni, d’altro canto, se l’obiettivo è diverso dalla speculazione, questo tipo di esotiche sono più che soddisfacenti.
Un esempio pratico piò aiutare a comprendere l’utilizzo di questi strumenti, che appaiono tanto sofisticati e di difficile comprensione circa il reale ambito applicativo. Immaginiamo dunque che un’azienda esporti gran parte della sua produzione verso uno Stato estero, che venga dunque pagata in valuta estera, e che il tasso di cambio è tale per cui un suo ribasso rappresenta una potenziale perdita per l’azienda. Per coprirsi dal rischio di cambio l’azienda potrebbe direttamente acquistare una put plain vanilla sul tasso. D’altro canto, potrebbe risultare una strategia piuttosto costosa, specie per portafogli con grandi volumi. Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di acquistare una up-and-out put sul tasso, in cui quindi la barriera è al di sopra del tasso di cambio corrente (up) e nel momento in cui viene toccata l’opzione cessa di esistere. In questo modo si incorrerà a costi di copertura inferiori, per i motivi di cui sopra, e si sarà coperti dal rischio di cambio. Ovviamente, vi è il rischio che il tasso tocchi la barriera e l’opzione scada, ma a quel punto il tasso avrà raggiunto un livello favorevole tale per cui risulterà conveniente vendere valuta forward a quel livello. In questo modo, anche qualora l’opzione scada priva di valore ci si sarà comunque assicurati un livello di cambio favorevole, cosa che al momento dell’acquisto dell’opzione non era possibile, dato che il tasso era inferiore. Ovviamente, è indubbio che comunque così facendo si rinuncia ad eventuali profitti derivanti da un’ulteriore rialzo dei tassi, ma altresì è indubbio che il costo della copertura è nettamente inferiore.
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