“L’età della pietra non è finita per la mancanza di pietre ma per la scoperta del ferro.”
Con questa frase il titolare di un corso sulla geografia e sulle materie prime, nonché mediatore marittimo con decenni di esperienza nel settore tanker inizia la sua lezione riguardante il petrolio ed il suo mercato. L’intento è far ben notare come nel XXI secolo non esiste una vera alternativa al petrolio. Il ferro, per quanto riguarda il cuore energetico per un mondo sempre più globalizzato e consumistico, ancora non è stato scoperto. Le caratteristiche che rendono il petrolio, al momento, non sostituibile sono il suo basso prezzo, l’alto rapporto energia-volume e soprattutto la facilità di stoccaggio e di trasporto. Infatti esso mantiene lo stato liquido a pressione e temperatura ambiente.
Cos’è il petrolio
Il petrolio è un combustibile fossile che si estrae da giacimenti sulla terraferma oppure offshore. Si tratta di una sostanza organica, non rinnovabile in quanto il processo per la sua formazione richiede milioni di anni. Una volta estratto, viene trasportato utilizzando pipeline o navi liquid tanker (le cosiddette petroliere ndr) in una raffineria dove sarà trasformato in un’ampia gamma di prodotti derivati.
Le diverse qualità di petrolio
In media il greggio ha una densità relativa minore di 1, ovvero minore dell’acqua, ma ogni giacimento offre un diverso tipo di greggio, principalmente distinti per densità e contenuto di zolfo. La densità è misurata tramite l’unità di misura API (che deve il suo nome all’American Petroleum Institute) in una scala da 10 a più di 50. Più è alta l’API più il greggio viene considerato leggero. Per quel che riguarda la classificazione, un petrolio con API minore di 24 è considerato pesante, tra 24 e 33 medio, mentre da API 34 in poi leggero.
Più il petrolio è leggero (light crudes) più è appetibile, perché durante la raffinazione vi è una più alta percentuale di prodotto light, ovvero benzina. Per quanto riguarda il contenuto di zolfo, questo viene utilizzato per fare lo sweet crudes, un medium sour ed un sour crude con percentuali di zolfo contenute in aumento dal primo all’ultimo. Gli sweet crudes sono i più attrattivi, perché necessitano di meno interventi, costosi ed inquinanti, per eliminare lo zolfo.
Date le numerose tipologie di greggio esistenti, si è optato per tre categorie quali benchmark di mercato che sono: il Brent estratto nel Mare del Nord come riferimento per l’Europa, il WTI (West Texas Intermediate) in riferimento al mercato statunitense ed il Dubai-Oman riferito ai mercati ad est di Suez. L’unità volumetrica con cui il petrolio è scambiato è il barile, corrispondente a 152 litri o 49 galloni, e viene prezzato in dollari.
L’alto livello di inquinamento ambientale causato dalla sua raffinazione ed utilizzo, oltre al fatto che si tratta di una risorsa in esaurimento, rende necessaria la ricerca di un valido sostituto al greggio. In realtà, nessuno è in grado di fornire stime precise sulle riserve petrolifere rimaste sulla terra, sia perché negli ultimi anni sono stati scoperti una grande quantità di nuovi giacimenti e sia perché, a causa dei bassi prezzi, nuovi progetti di ricerca sono stati sospesi per non far diminuire in modo troppo rapido il prezzo.