Le Pringles sono un marchio prodotto dalla Kellogg’s, che lo ha acquistato da Procter & Gamble nel 2012, per la cifra di 2,7 miliardi di dollari. La fama del prodotto è mondiale, le Pringles sono vendute in 72 Stati, ne esistono più di 100 varietà diverse e registrano un fatturato annuo di circa 1 miliardo di dollari.
Da dove è iniziato tutto
La storia delle Pringles iniziò nel 1956, quando la Procter and Gamble (P&G) chiese al chimico Fredric Baur di sviluppare delle nuove patatine economiche, poco unte e che non si sbriciolassero con facilità. Dopo due anni di lavorazione, Baur non riuscì a creare un prototipo che fosse dotato, oltre che delle caratteristiche richieste, anche di un buon sapore. Nonostante ciò, riuscì ad ideare il contenitore che le avrebbe rese celebri nel mondo: il tubo colorato.
In seguito la P&G ingaggiò Alexander Liepa, che concluse il lavoro avviato da Baur. Le patatine Pringles vennero lanciate sul mercato nel 1968, con il nome di Pringles Newfangled Potato Chips. La società decise poi di reclutare Gene Wolfe, un ingegnere meccanico, per trasformare la produzione in un’ottica industriale.
Le Pringles sono davvero delle patate?
La definizione di patatine attribuita alle Pringles non è molto conforme alla realtà. Queste sono infatti costituite solo per il 17% da una polvere composta da patate e mais. In una Pringles, quindi, c’è meno del 17% di patate. Il composto viene adagiato su dei tappetini scorrevoli, formando un foglio di pasta malleabile. In seguito, il tutto viene fatto passare attraverso un macchinario che conferisce la famosa forma rettangolare dai bordi smussati. Il trattamento prosegue con altre operazioni che rendono ogni unità concava. Il processo produttivo si conclude con la frittura nell’olio su dei rulli scorrevoli, che dura 11 secondi.
Tra gli altri ingredienti che compongono le Pringles rientrano riso, grassi, emulsionanti, sale ed aromi artificiali.
Un packaging innovativo
L’immagine identificativa delle Pringles è da ricondursi al packaging innovativo e fuori dal comune: il celebre tubo. L’idea del tubo rigido non rispecchia solo un criterio estetico ma anche delle logiche funzionali. Le patatine erano state infatti in origine ideate per essere degli snack che restano integri anche portandoseli in giro. Quindi, per agevolarne la conservazione, si è deciso di adagiarle una sopra l’altra creandone un insieme di forma verticale, come un blocco unico.
Qual è il modo “corretto” di mangiare le Pringles?
La forma delle Pringles potrebbe suggerire di adagiare il lato concavo sulla lingua, ma in tal modo non si sentirebbe bene il sapore. Infatti, queste sono salate solo su un lato, quello convesso, il quale dovrà essere poggiato sulla lingua, mentre quello concavo sarà rivolto verso il palato. In tal modo, alla chiusura della bocca, si riprodurrà il tipico scrocchio caratteristico.
Le controversie giuridiche
L’acquisizione del marchio Pringles da parte della Kellogg’s nel 2012 fu legata anche a problematiche di ordine giuridico in cui era incappata la P&G nel 2009. Nel Regno Unito le patatine furono sottoposte ad una tassazione che l’azienda si rifiutava di pagare, affermando che le Pringles non fossero patatine ma solo snacks salati. La Suprema Corte di Londra non accettò la giustificazione e condannò la P&G al pagamento di un debito accumulato di 160 milioni di sterline di imposte.