Privacy e Segreto
Secondo il dizionario Treccani, il termine privacy si riferisce alla vita personale e privata di un individuo. Nel linguaggio giuridico indica il diritto alla riservatezza di una persona. Ogni essere umano ha diritto di mantenere privata la propria vita. Oggi, tuttavia, c’è stata un’espansione del concetto di privacy, dal diritto di essere lasciati soli, espresso da S. Warren e L. Brandeis nel 1890, a quello di controllare la raccolta e la diffusione dei propri dati personali.
Privacy non va confusa con segreto, in quanto quest’ultimo non è riferito alla persona ed alla sua vita ma a tutte quelle cose che un soggeto giuridico ha interesse a non rendere pubbliche. Da tale concezione si è sviluppato, in ambito normativo, tutto il filone del segreto professionale ed industriale, con sanzioni, sia civili che penali, ricadenti sui trasgressori.
Diritto alla protezione dei dati personali
La protezione dei dati personali viene considerata un diritto fondamentale dell’individuo ed è tutelata dal Regolamento dell’Unione Europea 2016/679 (per scaricare il regolamento, clicca qui), entrato in vigore dal 25 Maggio 2018. Tale sistema normativo, conosciuto come GDPR, regola il trattamento e la circolazione delle informazioni private prevedendo specifiche misure di sicurezza. In particolare, l’individuo ha il diritto di sapere, a costo zero e senza specifica motivazione, quali suoi dati personali sono registrati da soggetti terzi e può richiederne l’aggiornamento, la rettifica o l’eliminazione.
Il GDPR ha la finalità di dotare il cittadino europeo di un maggiore controllo su come singoli, aziende ed enti pubblici raccolgono ed utilizzano i suoi dati personali. Il Diritto alla Privacy ed il diritto alla protezione dei dati personali non sono equivalenti, il secondo è una diretta conseguenza del primo.
Il Valore dei dati personali online
Dopo la nascita e diffusione di internet è sempre più facile raccogliere i dati personali e le preferenze degli utenti. E’ nata una vera e propria industria multimiliardaria, il cui fine principale è l’intermediazione per i dati personali tra produttori e consumatori, in un certo senso aggirando i limiti legali.
Le informazioni personali hanno un valore ed i data broker lo sanno bene. Questi dati sono di solito venduti in pacchetti ed hanno un valore di pochi centesimi l’uno. Comprando le informazioni personali, che spesso gli utenti rivelano con ingenuità, una qualsiasi azienda, dalla più grande alla più modesta, può proporre offerte molto mirate. I data broker raccolgono dati da vari canali, li analizzano, li categorizzano, a volte creano liste o statistiche ed infine li rivendono. Oggi è, in pratica, impossibile scoprire quante e quali tipi di informazioni personali siano presenti in tali database e, a maggior ragione, l’uso finale per cui tali dati sono utilizzati.