Nel 2017, il mondo lavorativo risulta essere completamente chiuso a tutti coloro che non possiedono un titolo di studio superiore alla scuola secondaria. Che si tratti di laurea, master o dottorato di ricerca, il futuro di tutti i ragazzi è inimmaginabile con solo il possesso del diploma.
Nonostante ciò, scomodando i soggetti più influenti nel mondo ed in particolare le 100 personalità più ricche, possiamo notare, così come riporta anche “Approved Index”, che circa il 32% di queste non possiede una laurea. E tra questi sono compresi anche grandi nomi, quali Bill Gates, Steve Jobs, Larry Ellison (Oracle) e Leonardo del Vecchio (Luxottica), con un patrimonio medio, stilato da Forbes, di circa 24,03 miliardi di dollari.
BILL GATES: 88 MILIARDI E UN DIPLOMA
Per quattro volte di fila, e per 18 volte in 22 anni, Bill Gates è stato eletto come uomo pù ricco del mondo, con un attuale patrimonio stimato di 88 miliardi di dollari.
Iscrittosi prima a legge, come tanto desiderato dai suoi genitori e poi contemporaneamente a matematica, l’inventore di Microsoft prosegue la scia già tracciata ai tempi delle superiori, ottenendo scarsi risultati e passando la gran parte del tempo nel laboratorio informatico.
In un celebre discorso rivolto ai laureati del 2017, Gates racconta di come il titolo di studio è passato in secondo piano nella sua vita. Frequentando l’università durante gli anni della rivoluzione digitale, con il suo socio Paul Allen, si è reso conto del grande cambiamento, capendo che doveva esserne un diretto protagonista. Ciò spiega l’abbandono degli studi.
Nonostante questo, l’ambiente universitario ha rappresentato, come lui stesso riporta, una tappa importante nella vita di Bill, consentendogli di tessere relazioni e di lavorare ai suoi primi progetti. Il non aver terminato gli studi, per dedicarsi interamente alla formazione dell’impero Microsoft, rappresenta un rammarico nella vita del miliardario. Tuttavia alle accuse contro i titoli non ottenuti, non considerando la laurea honoris causa conseguita ad Harvard nel 2007, Bill ha sempre risposto così:”Non ho passato il mio esame in diverse occasioni. I miei amici, invece, sì. Ora loro sono ingegneri e lavorano alla Microsoft. Io invece ne sono il proprietario”.
“PI’ A STUDIU, PI’ VEN STUPID”. COSI’ PARLO’ MICHELE FERRERO.
Su una linea più drastica di Bill Gates si pone un imprenditore piemontese, scomparso nel 2015 e nominato come uomo più ricco d’Italia nel 2014: Michele Ferrero. Padre di Nutella e fondatore di un impero dolciario a livello mondiale, Ferrero è sempre stato un gran lavoratore, riservato e poco amante dei riflettori. Suo il merito dell’invenzione di prodotti ormai di fama internazionale, quali Mon Cherì, Ferrero Rocher, Tic Tac fino a giungere alla linea Kinder, che rappresenta il 50% del fatturato aziendale. Grazie ad una buona gestione e ad intenso lavoro, l’imprenditore ha reso il proprio marchio uno dei più prestigiosi al mondo, in grado di competere con qualsiasi altro colosso. Nonostante tutto questo successo, Ferrero non si è mai mostrato a favore dell’istruzione universitaria, ritenendo la laurea solo un titolo formale e di poca sostanza. La sua massima “Pì a studiu, pì ven stupid” (più studiano, più diventano stupidi), lo ha accompagnato per tutta la sua vita, portandolo persino a rifiutare la laurea honoris causa, affermando semplicemente che “basta il buon senso”. Il suo principio è sempre stato basato sulla concretezza e sul lavoro diligente, cose che a suo parere l’università non è in grado di fornire, forgiando anziché lavoratori, dei semplici robot. Queste qualità, insieme al suo diploma da ragioniere lo hanno portato ad avere un patrimonio stimato da Forbes in 23,4 miliardi di dollari.
RICHARD BRANSON, IL “CAPITALISTA HIPPIE”.
Il padre di Virgin rappresenta in assoluto la figura del miliardario fuori dal comune: ribellione, follia, estremismo e spontaneità rappresentano il mix esplosivo che fanno di Branson una delle personalità più influenti nel mondo. Con il suo lavoro, l’imprenditore britannico, ha condotto la Virgin ad essere uno dei gruppi più importanti al mondo, vantando ben oltre 300 aziende e un fatturato di 15 miliardi di dollari, guardando anche al futuro con Virgin Galatics, protagonista delle prossime vacanze spaziali.
Il grande successo nel mondo degli affari contrasta notevolmente con una carriera scolastica mediocre, caratterizzata da grandi carenze in diverse materie e in continui fallimenti in test d’intelligenza. L’amore extra-scolastico per l’editoria e la musica lo ha portato a fondare all’età di 16 anni il magazine “Student”, facendolo diventare noto al preside dell’istituto che rivolgendosi ai genitori in un colloquio profetizzò: ”Questo ragazzo o finisce in galera o diventa un criminale”.
Il suo poco interesse nello studio lo porta ad evitare l’idea di intraprendere una carriera universitaria, ritenendo la laurea come un finto attestato di buone capacità. Sempre fermo e convinto che la bravura la si apprenda sul campo con il costante lavoro, le idee ed un pizzico di follia che faccia sognare in concreto, Branson ha rivoluzionato la sua vita arrivando ad avere un patrimonio di 5,6 miliardi di dollari.
Questi esempi mostrano come l’impegno e la costanza premiano sempre, e come molte volte le idee possano primeggiare rispetto ai titoli e agli attestati accademici. Ciò che però è fondamentale è sempre contestualizzare storie e situazioni cercando di capire l’evoluzione del mondo lavorativo e le sue esigenze. La domanda sorge quindi spontanea: ”Per avere una vita agiata e di successo bisogna essere dei “dropout” brillanti e geniali oppure giovani, diligenti e studiosi? “